Il mulino del Po: differenze tra le versioni

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Cecilia riesce a conquistare la fiducia di Clapasson un latifondista locale, di origini piemontesi, che decide di far macinare tutto il suo grano dagli Scacerni ritenendo la macinatura tradizionale migliore di quella dei mulini meccanici che stanno prendendo piede. Le nuove entrate e la prospettiva di un flusso continuo di cereali da macinare per gli anni a venire, inducono Cecilia a farsi costruire un nuovo mulino: il ''San MIchele secondo''.
 
Sono gli ultimi anni dell'Ottocento e cominciano a nascere Leghe contadine che organizzano le prime lotte dei braccianti e dei contadini, verso coloro che non aderiscono agli scioperi viene organizzato il [[boicottaggio]]. Tra questi ci sono gli Scacerni che avendo come unico cliente il Clapasson cui debbono anche restituire il prestito contratto per l'acquisto del muovo mulino, non aderiscono allo sciopero indetto dalla Lega. Questo fatto si riflette anche su due giovani: Berta Scacerni, la figlia minore di Cecilia, e Luca Verginesi (soprannominato "Orbino" nonostante ci veda benissimo) che si erano fidanzati, ma avendo i Verginesi aderito allo sciopero, hanno ricevuto l'ordine, dal capopopolo della Lega di troncare ogni rapporto coi mugnai crumiri, questo nonostante le famiglie si conoscessero e frequentassero da decenni.
 
Lo sciopero si protrae per lungo periodo esacerbando gli animi delle due fazioni, in questo clima di odio e sospetto reciproco, Princivalle viene sobillato da un provocatore (soprannominato "lo Smarazzacucco") che gli rivela che Orbino avrebbe sparlato di Berta facendola passare per una sgualdrina. È una calunnia ma trova facile esca su Princivalle già infuriato con gli scioperanti. Rintraccia Orbino e lo uccide, ma quando, ormai in punto di morte quest'ultimo lo perdona ed ha parole di grande amore per Berta, capisce l'errore commesso e si costituisce, venendo condannato a 30 anni di lavori forzati.