Sangiaccato (Balcani): differenze tra le versioni

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Sei [[municipalità]] del Sangiaccato sono incluse nel territorio serbo ([[Novi Pazar]], [[Sjenica]], [[Tutin]], [[Prijepolje]], [[Nova Varoš]] e [[Priboj]]) e sei si trovano in Montenegro ([[Pljevlja]], [[Bijelo Polje]], [[Berane]], [[Andrijevica]], [[Rožaje]] e [[Plav (Montenegro)|Plav]]).
 
La città maggiore della regione, nonché tradizionale capoluogo storico ede amministrativo, è Novi Pazar, che conta circa 55.000 abitanti. Le altre maggiori città del Sangiaccato sono Pljevlja (23.800 abitanti) e Priboj (19.600). In Serbia le municipalità di Novi Pazar e Tutin sono incluse nel [[Raška (distretto)|distretto di Raška]], mentre le municipalità di Sjenica, Prijepolje, Nova Varoš e Priboj sono incluse nel [[Zlatibor (distretto)|distretto di Zlatibor]].
 
==Storia==
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Durante i secoli di dominazione ottomana il [[Sangiaccato di Novi Pazar]] fu una parte della Provincia di [[Bosnia]] dell'[[Impero ottomano]], prima di essere incluso nella Provincia del [[Kosovo]] nel [[1878]] a seguito della perdita della Bosnia divenuta protettorato dell'[[Austria-Ungheria]].
 
Il [[congresso di Berlino]], tenutosi nello stesso anno, autorizzò l'Austria-Ungheria a posizionare presidi militari nel Sangiaccato, che rimasero attivi fino al [[1909]], quando fu ceduto agli ottomani in cambio del consenso all' annessione totale della Bosnia.
 
Nell'ottobre [[1912]], la regione venne conquistata dalle truppe serbe e montenegrine, alleate nella [[prima guerra balcanica]] contro i Turchi. A conclusione delle operazioni militari, il Sangiaccato venne suddiviso tra i Regni di Serbia e Montenegro.
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Le [[guerre jugoslave]] degli [[anni 1990|anni novanta]] non interessarono il Sangiaccato, anche se i conflitti in Bosnia e nel Kosovo comportarono la crescita delle tensioni etniche e nel secondo caso i bombardamenti della [[NATO]].
 
Secondo i dati forniti da alcuni partiti rappresentanti dei Bosgnacchi del Sangiaccato, circa 60.000-80.000 Bosniaci musulmani emigrarono dalla regione in questo periodo a causa dell'oppressione politica e dell'operato della polizia nel territorio del Sangiaccato. Ci furono alcuni casi di assassini di cittadini bosgnacchi negli anni compresi tra il [[1992]] e il [[1995]]; i più conosciuti riguardarono i casi di Sjeverin (Priboj), Bukovica<ref>{{en}} [http://www.freeserbia.net//Documents/Serbia1993.html U.S. Department of State: Serbia/Montenegro Human Rights Practices, 1993]</ref> (Pljevlja) e
Štrpci<ref>{{en}} [http://web.amnesty.org/library/Index/ENGEUR700052003?open&of=ENG-YUG Amnesty international: Still Seeking Justice in the Sandzak]</ref> (Prijepolje).
 
Con i radicali cambiamenti in senso democratico che caratterizzarono la politica serba nel [[2000]], i Bosgnacchi poterono iniziarecominciare a partecipare in modo più significativo alla vita politica in Serbia e Montenegro. Rasim Ljajić, esponente politico bosgnacco, divenne ministro del governo della [[Serbia e Montenegro]], mentre Rifat Rastoder è l'attuale vicepresidente del parlamento montenegrino.
 
==Demografia==
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Le municipalità etnicamente miste con una maggioranza relativa serba sono: [[Bijelo Polje]] (36,31%) e [[Berane]] (41,43%).
 
Componente bosgnacca ede albanese nelle diverse municipalità del Sangiaccato:
*[[Tutin]] 94,23% (28.319 dei 30.054);
*[[Rožaje]] 81,68% (22.512 dei 27.562);