Luigi Pareyson: differenze tra le versioni

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#una seconda incentrata sull'[[ermeneutica]], ossia nel farsi strumento di interpretazione della [[verità]], volgendosi ad una comprensione ontologica delle condizioni inesuribili dell'[[esistenza]], che ripercorrendo Heidegger si tramuta da angoscia di fronte al nulla in ascolto dell'[[Essere]];
#l'ultima che si richiama a un'ontologia della [[libertà]], più vicina a [[Friedrich Schelling|Schelling]], ritenuto un filosofo talmente attuale da essere persino «post-heideggeriano», la cui interpretazione «può essere innovata a partire da Heidegger proprio perché Heidegger ha avuto Schelling all'origine del suo pensiero».<ref>L. Pareyson, cit. presente in Roselena Di Napoli, ''Il problema del male nella filosofia di Luigi Pareyson'', pag. 130, Editrice Pontificia Università Gregoriana, Roma 2000.</ref> Pareyson vede nel passaggio dalla [[filosofia negativa]] a quella [[filosofia positiva|positiva]] di Schelling il momento in cui la [[ragione]], prendendo atto della propria nullità, si apre allo stupore dell'[[estasi]], in una maniera tuttavia non necessaria nè automatica, bensì fondata su una libertà che non esclude tuttavia la continuità. D'altronde solo ammettendo la libertà si può approdare a una comprensione della possibilità del [[male]] e della sofferenza.
«{{citazione|Il discorso sulla negatività non sarebbe affatto completo se non si parlasse della sofferenza, ma dato che la sofferenza è non solo negatività, ma è una tale svolta nella realtà che capovolge il negativo in positivo, [...] questo fa già parte di quella tragedia cosmoteandrica che è la vicenda universale|Luigi Pareyson, ''Ontologia della libertà'', pag. 59, Einuaudi, Torino 1995}}
 
«Il discorso sulla negatività non sarebbe affatto completo se non si parlasse della sofferenza, ma dato che la sofferenza è non solo negatività, ma è una tale svolta nella realtà che capovolge il negativo in positivo, [...] questo fa già parte di quella tragedia cosmoteandrica che è la vicenda universale|Luigi Pareyson, ''Ontologia della libertà'', pag. 59, Einuaudi, Torino 1995}}
 
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