Operazione Urano: differenze tra le versioni

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Il generale Hoth, comandante della 4ª Armata corazzata, rimasto senza truppe a disposizione dopo l'assegnazione della 29ª Divisione motorizzata e del IV Corpo d'armata alla 6ª Armata del generale Paulus, abbandonò precipitosamente il suo quartier generale di [[Verchne Caricynskij]], minacciato dai carri armati del 4º Corpo meccanizzato, e raggiunse Nižne Čirskaja, dove stavano confluendo un gran numero di reparti in rotta delle retrovie tedesco-rumene<ref>{{Cita|Oxford 2001|p. 1126|Oxford2001}}.</ref>. Nella giornata del 21 novembre il generale Volskij, timoroso di possibili attacchi sul suo fianco destro da parte della 29ª Divisione motorizzata, arrestò la sua avanzata dopo aver raggiunto Zety e Abganerovo, concentrando e riorganizzando le sue forze per fronteggiare minacce nemiche. Il generale Erëmenko, irritato da queste esitazioni e sollecitato dallo Stavka ad accelerare il movimento per ricongiungersi con le forze del Fronte Sud-Ovest del generale Vatutin provenienti da nord, intervenne energicamente imponendo una rapida ripresa dell'avanzata<ref name="Erickson, p. 468"/>.
 
Il mattino del 22 novembre il 4º Corpo meccanizzato ripartì in avanti, coperto sul fianco sinistro da due divisioni di fucilieri; il generale Volskij organizzò un distaccamento avanzato con la 36ª Brigata meccanizzata del colonnello Rodionov che avanzò rapidamente in un'unica colonna su una sola strada, alla massima velocità e senza soste, per 25 chilometri con il fianco destro scoperto, dato che il 13º Corpo meccanizzato, contrastato dalla 29ª Divisione motorizzata, era in ritardo e non aveva mantenuto il contatto. Durante la giornata i carri sovietici raggiunsero la stazione di [[Krivomužinskaja]], interrompendo così anche la seconda linea ferroviaria di collegamento della 6ª Armata e nel primo pomeriggio occuparono, dopo alcuni scontri con reparti tedeschi, anche [[Sovetskij rajon (Oblast' di Rostov)|Sovetskij]], piccola cittadina poco a sud di Kalač, dove la brigata si fermò per la notte<ref>{{Cita|Erickson 2002|pp. 468-469|Erickson2002}}.</ref>. Nello stesso giorno anche il 4º Corpo di cavalleria fece progressi trovando solamente la resistenza dell'8ª Divisione cavalleria rumena, superata peraltro il giorno successivo<ref>{{cita|Axworthy, Scafes, Craciunoiu|pp. 103-104|AxworthyScafesCraciunoiu}}.</ref>. La notte tra il 22 e il 23 novembre il VI Corpo d'armata rumeno era ormai distrutto e in ritirata dietro il fiume Aksaj<ref>{{cita|Axworthy, Scafes, Craciunoiu|p. 104|AxworthyScafesCraciunoiu}}.</ref>.
 
La notizia dell'occupazione di Krivomužinskaja venne riferita nella notte da Erëmenko a Stalin che mostrò grande soddisfazione e comunicò al generale il prossimo arrivo da nord delle forze del generale Vatutin, già a sud del Don<ref>{{Cita|Erickson 2002|p. 469|Erickson2002}}. Fu solo la notte del 22 novembre che l'Ufficio informazioni sovietico (''Sovinformburo'') diramò il primo comunicato ufficiale riguardo l'offensiva in corso, riferendo dell'interruzione delle linee ferroviarie della 6ª Armata e dei grandi risultati raggiunti, in {{Cita|Werth 1966|pp. 488-489|Werth1966}}. Nei primi giorni dell'offensiva venne mantenuto uno stretto riserbo ed anche Stalin inviò una scarna comunicazione a Churchill il 20 novembre dicendo solo che: "l'offensiva non va male..."; in {{Cita|URSS 1978|p. 605|URSS1978}}.</ref>.