De vulgari eloquentia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 94.37.47.254 (discussione), riportata alla versione precedente di Tenebroso
Riga 39:
Altro tema sul quale il poeta fa chiarezza è quello degli stili in relazione alle tre principali tematiche, accostandovi anche una precisa esemplificazione: ''armi, amore e rettitudine'' trovano i loro grandi esponenti nella lingua provenzale, rispettivamente in [[Bertran de Born]], [[Arnaut Daniel]] e [[Giraut de Bornelh]]. In Italia manca un poeta delle ''armi'', mentre ''amore'' e ''rettitudine'', secondo il poeta, hanno tra gli autori italiani in lingua volgare i massimi rappresentanti rispettivamente in [[Cino da Pistoia|Cino]] e nel ''suo amico'', perifrasi con cui Dante indica se stesso<ref>Bellomo 2008, p. 97.</ref>.
 
== Il ''DeIDe vulgari eloquentia'' nel dibattito sulla lingua italiana ==
Nell'ambito del dibattito tra italianisti, che proponevano di usare una koiné di dialetti su base toscana, ed i "toscanisti", tra cui [[Alessandro Manzoni|Manzoni]], che invece sostenevano che l'italiano dovesse essere il puro [[dialetto fiorentino]], i primi presero il ''De vulgari eloquentia'' a manifesto, leggendovi una ricerca di una lingua unitaria anche parlata.<br />
Di diverso avviso fu invece il Manzoni, il quale in una lettera scritta nel [[1868]] ([http://www.classicitaliani.it/manzoni/Dante_Vulgari.html]) sostiene che nel ''De vulgari eloquentia'' Dante abbia affrontato la questione del volgare solo per sdoganare l'uso del volgare per trattare temi nobili in contesto letterario e per costruire una norma letteraria unitaria, cioè una lingua unitaria unicamente scritta, ma in nessun passaggio egli lo propone come lingua corrente del popolo: ''"Al libro De Vulgari Eloquio è toccata una sorte, non nova nel suo genere, ma sempre curiosa e notabile; quella, cioè, d'esser citato da molti, e non letto quasi da nessuno, quantunque libro di ben piccola mole, e quantunque importante, non solo per l'altissima fama del suo autore, ma perché fu ed è citato come quello che sciolga un'imbarazzata e imbarazzante questione, stabilendo e dimostrando quale sia la lingua italiana."''