Zolfo di Sicilia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Miniere di zolfo: Aggiunte solfare
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{citazione|...Scendono, nudi, in mezzo alla sporcizia<br>cadendo in fondo dalle scalacce;<br>e, mentre si avvicinano agli spietratori<br>vanno pregando: Gesù mio, pietà!...<br>Ma dopo, essendo sotto quello sfracello,<br>gridano, bestemmiando come cani,<br>che anche “quel Cristo” li abbandona...<ref>Traduzione in lingua italiana di Antonino Taverna</ref>|[[Alessio Di Giovanni]]|...Scìnninu, nudi, ‘mmezzu li lurdduma<br>di li scalazzi ‘nfunnu allavancati;<br>e, ccomu a li pirreri s'accustuma,<br>vannu priannu: Gesùzzu, piatati!...<br>Ma ddoppu, essennu sutta lu smaceddu,<br>grìdanu, vastimiannu a la canina,<br>ca macari “ddu Cristu” l'abbannuna...<ref>Alessio Di Giovanni: da ''Sonetti di la surfara''.</ref>|lingua=scn}}
 
Lo '''[[zolfo]] di Sicilia''' è stata una delle più importanti risorse minerarie della [[Sicilia]], oggi non più sfruttata. L'area interessata dai grandi giacimenti è quella [[Sicilia centrale|centrale dell'isola]] ed è compresa tra le province di [[Provincia di Caltanissetta|Caltanissetta]], [[Provincia di Enna|Enna]] ed [[Provincia di Agrigento|Agrigento]]: L'area è anche nota ai [[geologo|geologi]] come ''altopiano gessoso-solfifero''. L'area mineraria si estendeva tuttavia anche fino alla [[Provincia di Palermo]] con il bacino di [[Lercara Friddi]] e alla [[Provincia di Catania]] di cui faceva parte fino al [[1928]] una parte dell'attualedella provincia di Enna; essa è quella nella quale nell'ultimo quarto di millennio si è svolta l'estrazione, la lavorazione e il trasporto dello zolfo. Per un certo periodo ha rappresentato anche la massima zona di produzione a livello mondiale.
[[File:Large Sulfur Crystal.jpg|thumb|upright=1.4|Cristalli di zolfo dell'agrigentino]]
 
==Storia==
Il prelievo dello zolfo di affioramento avveniva anche in tempi molto antichi, si sono infatti trovate vestigia minerarie risalenti al [[200 a.C.]]; questo veniva usato in [[medicina]] da tempo immemorabile ma i [[Civiltà romana|Romani]] lo utilizzarono anche a [[guerra|scopo bellico]] mescolandolo ad altri combustibili.<ref> G. Salmeri, Sicilia romana-Miniere di zolfo in Sicilia e in Grecia nell'età imperiale</ref>
immemorabile ma i [[Civiltà romana|Romani]] lo utilizzarono anche a [[guerra|scopo bellico]] mescolandolo ad altri combustibili.<ref> G. Salmeri, Sicilia romana-Miniere di zolfo in Sicilia e in Grecia nell'età imperiale</ref>
 
A metter in moto lo sfruttamento su larga scala dello zolfo siciliano fu la scoperta del ''metodo Le Blanc'' ([[1787]]) per la fabbricazione su scala industriale della soda. Lo zolfo, ingrediente fondamentale anche per la produzione della [[polvere da sparo]], assunse allora un'importanza strategica pari a quella attualmente ricoperta nell'era moderna dall'[[uranio]]. Durante le [[guerre napoleoniche]] numerosi capitalisti britannici cominciarono ad interessarsi delle zone minerarie a cielo aperto che si trovavano in prossimità dei porti della Sicilia meridionale. Dopo la pace e la restaurazione del [[1815]] anche varie imprese francesi iniziarono la loro attività nel settore in virtù dello sviluppo della produzione e della richiesta dell'[[acido solforico]] che ebbe un'ulteriore effetto propulsivo sull'estrazione del minerale siciliano.<ref> Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medioevale e moderna, pagg.510-511. Editori Laterza ,1976</ref> {{cn|Lo sviluppo dell'estrazione su base industriale iniziò intorno al [[1820]], su iniziativa dei reali borbonici, che cercarono sempre di piegare lo sfruttamento di questo importante settore minerario all'interesse nazionale, ma dovettero spesso cedere alle pressioni esterne di [[Francia]] e [[Inghilterra]], le superpotenze dell'epoca}}. Negli anni tra [[1828]] e [[1830]] l'esportazione di zolfo verso gli opifici di [[Marsiglia]] per la produzione di [[soda]] e [[acido solforico]] raggiunse e superò le 35.000 tonnellate.<ref>[[Giovanni Evangelista Di Blasi]], ''Storia cronologica dei viceré luogotenenti e presidenti del [[Regno di Sicilia]]'', pag. 827-829, Palermo 1867</ref> Vari motivi contingenti, tra cui la sovrapproduzione, fecero sì che dal [[1830]] in poi l'industria zolfifera avesse alti e bassi con oscillazioni dei prezzi piuttosto sostenute anche per la concorrenza delle [[pirite|piriti]] estratte nel centro [[Italia]], e lavorate in loco, il cui costo di trasporto era inferiore. I tentativi di stabilire industrie produttive di acido solforico e soda in Sicilia non ebbero per varie ragioni molto successo<ref name=autogenerato2>{{cita web|http://www.vivienna.it/2013/01/12/cenni-storici-sullo-zolfo/|Marianna Di Bilio Morana, Cenni storici sullo zolfo|27/03/2008}}</ref>; nel [[1838]] [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] aveva concesso il monopolio dello zolfo siciliano alla società [[Francia|francese]] ''Taix & Aycard'' che in cambio prometteva lo sviluppo di industrie di trasformazione e la costruzione di 25 km di strade carrozzabili l'anno. Tuttavia questa scelta non condusse ai risultati sperati, poiché i prezzi di mercato salirono eccessivamente, le iniziative industriali non ebbero seguito, e si manifestò la dura opposizione della [[Gran Bretagna]] che minacciò addirittura il sequestro delle navi siciliane, così nel [[1846]] gli accordi in tal senso vennero revocati.<ref>Rivista contemporanea,Vol 26,a pag 429,Torino-1861</ref><ref> Denis Mack Smith, Storia della Sicilia medioevale e moderna, pagg.512-513. Editori Laterza ,1976</ref>
 
{{cn|Nel [[1840]] venne costituita a Palermo la ''Anglo-Sicilian Sulphur Company Limited'' una società tra [[Vincenzo Florio (senatore)|Vincenzo Florio]] e gli inglesi Benjamin Ingham e Agostino Porry per la produzione e la commercializzazione di acido solforico e derivati dello zolfo il cui più grande importatore nel [[1849]] era rappresentato dall'Inghilterra, ma che era venduto in grandi quantità anche agli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].}}
 
A rilanciare la richiesta di zolfo fu la seria diffusione di una malattia delle piante, l'[[Oidio]]; un fungo parassita della [[Vitis|vite]] colpì i vigneti di tutta [[Europa]] devastandoli. L'unico rimedio per prevenirne la diffusione era l'irrorazione delle piante con polvere di zolfo in soluzione acquosa. La raffinazione e la macinazione dello zolfo divennero quindi di nuovo redditizie con la nascita di