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Il [[tempio greco|tempio]] ed il santuario greco conciliano invece l'aspetto del mistero con una concezione del rito aperta verso l'esterno e la natura. Il monumentale assume quindi anche carattere scenografico. Alte colonne circondano l'edificio sacro creando una barriera simbolica che però consente il passaggio verso l'area sacra. La collocazione stessa dei principali santuari in aree extra-urbane ricopre una funzione particolare: politicamente rappresenta una forma di controllo del territorio e un luogo di incontro sacro e privilegiato con le popolazioni confinanti; psicologicamente implica invece per il fedele, che raggiunge il santuario con processioni annuali o in occasione di particolari festività, un distacco dal mondo della città e l'ingresso in un contesto magico. I culti dei santuari extraurbani implicano spesso, almeno originariamente, forme di intensa partecipazione psichica: stati allucinatori, rappresentazioni di grande intensità drammatica, forme di travestimento rituale con funzione iniziatica, riti fortemente collegati alla sfera della sessualità e della fertilità agricola. I santuari più arcaici, legati a riti misterici (cioè su cui i partecipanti erano tenuti a mantenere il segreto) oppure propiziatori dell'attività agricola, come il santuario della città di [[Eleusi]] dedicato alla dea ''[[Demetra]]'' (colei che avrebbe donato il grano all'umanità), sono costituiti da uno spazio accessibile solo ai sacerdoti e da uno spazio chiuso dove la comunità degli iniziati al mistero assiste alla celebrazione rituale e alle rappresentazioni che ripropongono il mito su cui si fonda la storia del santuario. Il rito si completa con una cerimonia all'aperto, che comprende anche una processione ed un tuffo in mare per simboleggiare la morte (immersione) e la rinascita (emersione) dell'iniziato e anche la ciclicità annuale del mondo vegetale. Il più celebre santuario greco, che gli antichi consideravano posto al centro del mondo, è [[Delfi (città)|Delfi]], la città sacra di [[Apollo]]: un agglomerato di edifici di culto, adagiato scenograficamente su un monte, domina un'ampia valle ricoperta di allori che digrada dolcemente fino al mare. Alle spalle le imponenti vette del [[monte Parnaso]] che la mitologia vuole sede delle divinità che presiedono alle arti. Da ogni parte del mondo greco affluivano a [[Santuario di Delfi|Delfi]] pellegrini, delegazioni civiche o addirittura emissari di sovrani per interrogare la sacerdotessa: i suoi misteriosi responsi, interpretati da un ristretto e potente gruppo di sacerdoti, incidevano profondamente sulle scelte politiche di intere città o importanti famiglie, proibendo o auspicando guerre, alleanze famigliari, fondazioni di nuove città. In virtù dell'importante ruolo politico internazionale del santuario, in breve la via sacra di Delfi si costellò di piccoli eleganti edifici innalzati dalle principali città greche o da sovrani che si riconoscevano nella cultura greca: un dono al dio, veri e propri forzieri delle offerte e degli ex voto ricevuti e prova tangibile della ricchezza e del potere di chi faceva le donazioni. Anche il culto delfico prevede un rituale esterno al tempio: ogni quattro anni avevano infatti luogo dei ''giochi sacri'' durante i quali si svolgevano concorsi musicali, sacrifici, processioni e banchetti. Di fatto Delfi, e la complessa tradizione mitica che accompagna il santuario, vennero con il tempo a rappresentare nell'immaginario collettivo il simbolo dell'identità culturale di tutti i popoli che si richiamavano alla civiltà greca.
 
Nel [[Lazio]] antico il [[Santuario di Diana Planciana|santuario di Diana]] sui [[colli Albani]] era il punto d'incontro privilegiato e di scambi, anche commerciali, tra popolazioni diverse. Città alleate riconoscevano nella comune devozione al santuario i vincoli religiosi che rinsaldavano la loro alleanza politica. Un interessante ruolo transnazionale di questo tipo fu ricoperto dall'[[Delo|isola di Delo]]: situata in un passaggio obbligato delle principali rotte mercantili fra [[Grecia]] e [[Asia Minore]], l'isola in breve si arricchì e il tempio dedicato ad [[Apollo]] assunse sempre maggior prestigio. [[Atene]], all'apice della sua influenza politica, giunse di fatto a controllarla e a dirigere l'attività diplomatica dei suoi sacerdoti, affidandole inoltre il ''tesoro'' della potente lega economico-militare che univa [[Atene]] con molte isole greche e città dell'Asia Minore. [[Roma]] fece di [[Delo]] un ''porto franco'', centro del mercato mediterraneo di schiavi. Questa duplice funzione, economica e religiosa, è individuabile anche nel più importante centro cultuale dell'[[Asia Minore]], il [[tempio di Artemide (Efeso)|tempio di Artemide]] ad [[Efeso]], dedicato alla [[Artemide|Dea Madre della fertilità]], la più ricca ed elegante costruzione religiosa dell'antichità classica, i cui sacerdoti fungevano da veri e propri banchieri per i grandi traffici internazionali.
 
[[Epidauro]], [[Kos]] e [[Pergamo]] divennero invece i tre centri principali del culto di [[Asclepio]], dio della medicina, che in età ellenistica ed imperiale assunse grande importanza. Il carattere magico e salvico del culto del dio medico, morto e risorto e quindi in grado di guarire da ogni male e addirittura, come vuole il mito, di restituire la vita, ebbe una fortuna immensa, con orde di pellegrini e fedeli che si recavano ai santuari del dio per cercare una cura o implorare un miracolo. Molte testimonianze lasciano intendere che questi santuari radunassero una folla di guaritori, ciarlatani, venditori di unguenti e di ex voto. Vi erano poi terme, palestre, biblioteche, magazzini e forzieri per le offerte e, nelle zone vicine, luoghi di ristoro, botteghe specializzata, alberghi per i fedeli. La cura era suggerita direttamente dal dio tramite la pratica dell'''incubazione'': i fedeli dovevano dormire nell'area sacra, nel tempio stesso o in zone apposite e attendere nel sonno l'arrivo di un sogno da interpretare. L'intesa partecipazione psichica del fedele poteva dare luogo anche a fenomeni di guarigione improvvisa. Il santuario di [[Kos]], tra quelli citati, è quello che offre il miglior esempio di architettura scenografica, in grado di stupire per la sua grandiosità e solennità i pellegrini: disposto su tre ampie terrazze successive, culmina nel tempio dedicato al dio, a cui si accede quindi dopo un lungo avvicinamento che alterna scalinate e percorsi in piano. Questa struttura viene ereditata dai grandi santuari romani. Il [[santuario della Fortuna Primigenia]] a [[Palestrina]] si articola su sei terrazze in cui si succedono percorsi coperti, spazi aperti e portici colonnati sino ad arrivare alla sommità dove il simulacro della dea domina una ''cavea teatrale'' che si apre sulla vallata. Come ad [[Epidauro]] il teatro viene integrato nell'area sacra, mostrando il valore rituale della rappresentazione e della partecipazione collettiva. Il [[santuario di Ercole Vincitore]] a [[Tivoli]] offre la medesima compresenza di tempio, porticato e teatro presente a [[Palestrina]]. Nella struttura portante del santuario vi sono locali individuati come magazzini e spazi commerciali che ripropongono la connessione tra santuario e centro di attività commerciale.