Pellicola cinematografica a colori: differenze tra le versioni

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Il primo sistema di successo basato sulla [[mescolanza sottrattiva]] fu il [[Kodachrome]] della Kodak. Le immagini venivano registrate su pellicola a doppia emulsione, selettivamente sensibili al verde e al rosso. Eliminando l'argento e sostituendolo con pigmenti colorati, si ottiene un'immagine a colori. Il primo film narrativo della Kodak con tale processo è stato un breve soggetto intitolato ''Concerning $1000'' ([[1916]]).
 
Il Kodachrome, tuttavia, non trovò molto utilizzo nel mercato commerciale, e il primo processo di colorazione basato sulla mescolanza sottrattiva che ebbe veramente successo fu il [[Prizma]] di William van Doren Kelley,<ref name="afipriz">Anthony Slide. {{en}} "Prizma Color" in ''The American Film Industry: A Historical Dictionary'', Limelight, 1990. Pag. 271. ISBN 0-87910-139-3</ref> un primitivo processo di colorazione che fu inizialmente introdotto al [[American Museum of Natural History|Museo Americanoamericano di Storiastoria Naturalenaturale]] di [[New York]] l'8 febbraio [[1917]].<ref>{{en}} "Museum Notes" in [http://books.google.com/books?id=Ra0eAQAAIAAJ&pg=PA150#v=onepage&q&f=false ''The American Museum Journal'', '''vol. 17''', 1917]. Pag. 150.</ref><ref>Adrian Cornwell-Clyne. {{en}} ''Colour Cinematography'', Chapman and Hall press, 1951.</ref> Il Prizma comparve nel [[1916]] come sistema basato sulla mescolanza additiva simile al Kinemacolor. Comunque, dopo il 1917, Kelley reinventò il processo basandolo sulla mescolanza sottrattiva, utilizzandolo per diversi anni in cortometraggi e documentari di viaggio, come ''Everywhere With Prizma'' ([[1919]]) e ''A Prizma Color Visit to Catalina'' (1919), prima di distribuire lungometraggi come il documentario ''Bali the Unknown'' ([[1921]]), il film ''[[The Glorious Adventure]]'' ([[1922]]) e ''[[Venus of the South Seas]]'' ([[1924]]).
 
L'invenzione del Prizma portò a una serie di processi di colorazione simili fra loro. Questo sistema a due colori (''bipack'' o ''bipacking'') utilizzava due pellicole che giravano contemporaneamente nella macchina da presa registrando, una la luce rossa, e l'altra la luce blu-verde. Le immagini in negativo e in bianco e nero così ottenute venivano stampate sui due lati di una pellicola a doppia emulsione, nei toni del rosso e del blu, creando effettivamente una stampa colorata a mescolanza sottrattiva.