2e Régiment étranger de parachutistes: differenze tra le versioni

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L'eccellente comportamento dei due BEP in Indocina spinse non solo per il loro mantenimento in servizio, ma anche per il loro potenziamento; il 1º dicembre 1955 il {{nfr|2}} BEP fu ampliato a livello di reggimento, integrando parte dei membri del disciolto {{nfr|3}} BEP: il nuovo {{nfr|2}} REP era ora strutturato su una compagnia comando e servizi, quattro compagnie di fucilieri, una compagnia armi d'appoggio dotata di [[cannone senza rinculo|cannoni senza rinculo]] da 75&nbsp;mm e 105&nbsp;mm e [[mortaio|mortai]] da 120&nbsp;mm, e uno [[squadrone]] da ricognizione equipaggiata di [[Utility truck ¼ t 4x4 Jeep|jeep]] e camion [[Dodge]] dotati di mitragliatrici, per un organico totale di 1.300 uomini<ref>{{Cita|Braby 1999|p. 20|Braby1999}}.</ref>. Amministrativamente il reggimento fu inserito all'interno della [[11e brigade parachutiste|11e division parachutiste]], di stanza a Philippeville, sebbene mantenesse in pratica la capacità di operare autonomamente.
 
Entrambi i REP furono ben presto coinvolti nella guerra contro il [[Front de Libération Nationale]] algerino e la sua branca militare, l'Armée de Libération nationale (ALN); come in Indocina, i REP furono destinati alla riserva generale, pronti ad essere impiegati ovunque nel paese a seconda delle circostanze. I legionari paracadutisti giocarono spesso un ruolo centrale nelle massicce operazioni di rastrellamento portate avanti dai francesi, secondo un piano operativo messo a punto dal generale [[Maurice Challe]]<ref>{{Cita|Chappell 1998|p. 24|Chappell1998}}.</ref>: unità di ricognitori, molto spesso formate da reparti algerini fedeli (''[[Harki]]''), erano inviate ad individuare le unità dell'ALN nelle aspre zone montuose dell'interno dell'Algeria (il djebel), dopo di che contingenti di parà erano portati in posizione in modo da isolare completamente uno specifico settore, collaborando poi con le altre unità francesi e della Legione inviate a "snidare e distruggere" il nemico. Le unità erano tenute in una zona per tutto il tempo necessario (anche due mesi), fino a che ogni gruppo di nemici era stato distrutto o ridotto ad un livello tale che la sua eliminazione poteva essere lasciata alle truppe di guarnigione; quindi l'intero dispositivo si spostava in un'altra regione, ricominciando tutto da capo. Rispetto all'Indocina i REP eseguirono pochissimi lanci con il paracadute (nessuno a livello di reggimento), venendo impiegati per lo più come "cavalleria aerea" elitrasportata<ref name=Braby-p21>{{Cita|Braby 1999|p. 21|Braby1999}}.</ref>.
 
Tra il 1956 ed il 1961 il {{nfr|2}} REP servì in lungo e largo per il djebel algerino: da marzo a giugno del 1956 fu impegnato in duri combattimenti nel massiccio dell'[[Aurès]], mentre a novembre fu spostato a [[Tébessa]] con il compito di vigliare sulla frontiera con la [[Tunisia]], da poco indipendente. Nell'aprile del 1957 tornò a Philippeville, per poi operare a partire dal 30 maggio nella [[provincia di Jijel]]; sul finire di agosto tornò a [[Tébessa]], con il compito di contribuire al presidio della "linea Morice": questo sbarramento di [[filo spinato]], sensori e [[Campo minato|campi minati]] copriva l'intera frontiera con la Tunisia, dove erano collocati i principali campi d'addestramento dell'ALN, ed era pattugliato giorno e notte dalle unità meccanizzate ed aeromobili francesi e della Legione<ref>{{Cita|Chappell 1998|p. 23|Chappell1998}}.</ref>. Nei sette mesi della "battaglia delle frontiere" (settembre 1957 – marzo 1958) entrambi i REP furono impegnati in scontri quasi giornalieri con piccoli contingenti di guerriglieri dell'ALN che cercavano di attraversare la frontiera tunisina: quasi tutti furono intercettati entro 48 ore dall'attraversamento, prima che potessero trovare rifugio sulle montagne<ref name=Braby-p21 />. L'ALN subì una dura sconfitta, perdendo quasi 6.000 uomini ed ingenti quantità di armi e rifornimenti<ref name=Braby-p21 />. Il 26 ed il 27 aprile 1958 il reggimento fu impegnato in un duro scontro presso [[Beni Sbihi]], infliggendo circa 200 morti all'ALN al prezzo di 5 caduti e 26 feriti tra i legionari<ref name=Braby-p24-25>{{Cita|Braby 1999|pp. 24 - 25|Braby1999}}.</ref>.