Capriata: differenze tra le versioni

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La capriata è soggetta a sforzi di [[Trazione (fisica)|trazione]] (il monaco e soprattutto la [[Tirante|catena]]), [[Compressione (meccanica)|compressione]] (le saette) e [[pressoflessione]] (i puntoni).
 
Nell'[[XIX secolo|Ottocento]] la nascita della teoria classica delle reticolari ha fornito alcuni metodi grafici per la quantificazione (a costo di numerose semplificazioni) delle azioni negli elementi componenti la capriata (metodo delle sezioni o di [[Georg Dietrich August Ritter|Ritter]], metodo di equilibrio dei nodi<ref>{{cita web|url=http://travereticolare.blogspot.it/2015/02/studio-statico-della-struttura.html|titolo=Risoluzione con il metodo dell'equilibrio dei nodi|accesso=25 marzo 2015}}</ref>, metodo di [[Luigi Cremona|Cremona]]).
 
Già dalla fine dell'[[XIX secolo|Ottocento]] gli studi sulla teoria dell'elasticità (in particolare il teorema di [[Carlo Alberto Castigliano|Castigliano]]) avevano fornito strumenti adatti a un'analisi più corretta del problema. La complessità dell'impostazione fisico-matematica dello schema statico ne limitava però l'applicazione a casi eccezionali. Alcuni studi proposero formule pre-elaborate per determinate tipologie di capriata per eliminare l'onere dell'impostazione del problema, senza però poter eliminare la laboriosità dei calcoli.