Regno del Funan: differenze tra le versioni

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Il Funan è considerato il primo tra i "regni indianizzati" del Sudest asiatico. Con questa definizione si indicano quelle entità statuali sorte nella regione e rispondenti agli stimoli della civilizzazione che ebbe luogo nell'India settentrionale nel millennio precedente. A differenza di altre civilizzazioni avvenute, ad esempio, in Europa ad opera dell'Impero Romano, l'indianizzazione del Sudest Asiatico fu un processo molto più lento e graduale, visto che mancò ogni forma di dominio diretto. Nonostante questo elemento, la religione, il pensiero politico, la letteratura, la mitologia e l'arte indiana penetrarono nei secoli le culture autoctone, divenendone parte integrante<ref name=atlante>{{Cita |Donatella Mazzeo||010w}}</ref>. La religione, la cultura, la corte, la struttura e l'ordinamento politico furono ispirati ai modelli indiani, la lingua di corte era il [[sanscrito]], furono adottate le [[Leggi di Manu]] e fu introdotto un alfabeto basato sulla scrittura indiana.<ref name=cou.stu>{{en}}{{Cita web |url=http://www.country-studies.com/cambodia/early-indianized-kingdom-of-funan.html |titolo=Early Indianized Kingdom of Funan |editore=''country-studies.com'' |accesso=13 luglio 2009}}</ref> Dall'India furono inoltre importate tecniche d'irrigazione più avanzate e si svilupparono anche tecniche di drenaggio dell'acqua.<ref name=atlante />
 
Se il ruolo dell'India nella cultura e nella storia del Funan fu indubitabilmente centrale, resta il fatto che dobbiamo ai cinesi la conoscenza delle notizie storiche pervenuteci. Le notizie più antiche sono quelle riportate nel ''Sānguó zhì'' (''[[Cronache dei Tre Regni|Storia dei tre regni]]''), opera annalistica redatta nel 289 d.C. da Chèn Shòu (233-297), in cui sono ricordate due ambascerie funanesi intorno agli anni 225-230 e 243.
 
Un'opera annalistica cinese più tarda (la ''Storia della dinastia Liáng'' o ''Liáng shū'', redatta da Yáo Chá e Yáo Sīlián entro il 636) riporta invece come gli inviati Cinesi Kāng Tài e Zhū Yīng visitarono nel III secolo d.C. una terra da loro battezzata Funan. Benché composti prevalentemente da citazioni di altri testi, è grazie al racconto di questi viaggiatori cinesi che sappiamo come i villaggi e i palazzi fossero fortificati, la zona fosse attiva nella costruzione di navi e navigli, gli utensili fossero a volte realizzati in argento, le tasse pagate in oro, gemme o essenze profumate, fosse praticata la schiavitù e la giustizia amministrata mediante riti ordalici. Gli annali di Liang menzionano inoltre edifici costruiti su palafitte e statue di dei dalle molte braccia, confermando la tesi per cui lo scambio con l'India non fosse limitato al solo commercio ma includesse anche idee e manufatti religiosi.