Chiesa di San Giovanni di Verdara: differenze tra le versioni

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La '''chiesa di San Giovanni di Verdara''' è un edificio di origine medievale che fu luogo di culto sino al [[1866]]. Si affaccia su contrà Verdara ora via San Giovanni di Verdara a [[Padova]]. Fu per secoli la chiesa del vicino monastero dei [[canonici regolari lateranensi]] e grande centro artistico della città. Oggi l'antica struttura, con gli annessi edifici monastici, è [[ospedale militare]].
 
== Storia ==
 
La chiesa sorse agli inizi del [[XIII secolo]] - già esistente nel [[1219]] - come edificio di culto di un cenobio di [[monaci benedettini]] ''albi'': questo priorato, sorto in una zona della città "viridaria" caratterizzata dalla rigogliosa vegetazione, era per questo denominato "in viridario" poi "di Verdara". Il monastero si fece centro religioso rilevante tra il [[XIV secolo]] ed il [[XV secolo]] ed i monaci ingrandirono ed ampliarono la chiesa e gli edifici annessi.
 
Nel [[1431]] [[papa Eugenio IV]] consegnò a commenda tutto il monastero al nipote cardinale [[Antonio Correr]], vescovo di [[Ostia]] che la affidò nel [[1436]] ad una fiorente comunità di [[canonici regolari lateranensi]] che intrapresero una ampia campagna di restauro affidando i lavori a [[Lorenzo da Bologna]] e [[Giuliano da Porlezza]]. Tra il 1519 e il 1527 fu la residenza di [[Pietro Martire Vermigli]] e di [[Reginald Pole]]. Nel [[1566]] acquisì il titolo di abbazia. Tra il XV e XVII secolo i canonici raccolsero importanti opere artistiche e librarie tra cui il fondo di [[Pietro Montagnana]], sviluppando una delle più importanti collezioni di stampo rinascimentale che richiamarono l'attenzione di umanisti del calibro di [[Pietro Bembo]], assiduo frequentatore del complesso. Il "museo" di San Giovanni di Verdara divenne una delle attrazioni principali della città tra il XVI ed il XVIII secolo, soprattutto dopo il lavoro dell'Abate [[Ascanio Varese]] che aggiunse alla raccolta la ricca collezione di [[Marco Mantova Bonavides]], confluita nel monastero nel [[1711]]. Alla cura contribui incessantemente pure [[Ludovico Antonio Muratori]], attento catalogatore della biblioteca.
 
Nel [[1783]] la [[Repubblica veneta]] soppresse l'ordine dei Canonici Lateranensi. La collezione dei religiosi divenne fondo del successivo Museo Civico mentre il resto fu convogliato presso la [[Biblioteca nazionale Marciana]]. La chiesa continuò ad essere officiata da sacerdoti secolari che ne mantennero l'arredo, mentre nelle strutture monastiche si installò la ''Ca' di Dio'' ([[brefotrofio]]) che lasciò spazio - dopo una breve occupazione dei [[piaristi]] - a tremila soldati austriaci con i loro duecento cavalli che vi crearono caserma nel [[1847]]. La chiesa fu officiata sino al [[1866]] (nell'ultimo periodo da una comunità di gesuiti) poi tutto fu trasformato in ospedale. La chiesa a tre navate fu suddivisa piano piano in strutture precarie, spazi utili all'attività ospitaliera che ancora oggi viene praticata dall'[[esercito italiano]].
 
Le numerose opere d'arte che decoravano la chiesa sono oggi in gran parte esposte presso i Musei Civici agli Eremitani
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=== Esterno ===
[[File:Verdara.gif|miniatura|destra|Il complesso in un'incisione del 1640]]
Sulla facciata a salienti, rivolta a levante, si scorgono ancora le aperture gotiche, tra cui il bel rosone decorato da archetti polilobati; il resto dell'impianto architettonico è successivo, forse seicentesco. Sull'arcata sopra il portale maggiore stava un affresco di Giacomo Ceruti raffigurante "la Vergine con san Giuseppe e San Giovanni", mentre sulla sinistra stava il monumento sepolcrale di Andrea Briosco con tondo bronzeo recante l'effigie dell'artista (disperso dopo il 1797) e memoriale dettata dal Canonico Girolamo Negri. Le fiancate sono mosse da numerosi e profondi archetti ciechi che denotano il carattere di una costruzione gotica, del XIV o XV secolo. L'abside rivolta a ponente sporge notevolmente dall'edificio e si conclude in pianta poligonale. A fianco sorge la base del campanile quasi del tutto atterrato dopo il 1866. A meridione si elevano le strutture monastiche ancora ben conservate caratterizzate dai due chiostri monumentali.
 
=== Interno ===