Jacques Bainville: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Autore di brillanti opere storiche, scrittore politico e commentatore di politica estera, fu eletto il 25 marzo 1935 membro per il seggio numero 34 dell'[[Académie françaisfrançaise]], ma morì prima di occuparlo.
 
Proveniente da una famiglia di idee repubblicane e patriottiche, Bainville aderì giovanissimo a convinzioni monarchiche e nazionaliste, antiliberali e antidemocratiche. Amico e seguace di [[Charles Maurras]], egli fu, sin dalla fondazione nel 1899, tra i più assidui collaboratori dell'[[Action Française]], organo del movimento monarchico nazionalista propugnante una riforma della [[Francia]] in senso autoritario. Al contrario di Maurras, egli era convinto dell'innocenza di Alfred Dreyfus. Collaborò regolarmente al giornale ''L'Action française'' e alla ''Revue de deux mondes''.
 
La sua lucida e profetica denuncia del [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] è contenuta nel celebre libro ''Les Conséquences Politiques de la Paix'', apparso nel 1920 come complemento al libro di [[John Maynard Keynes|Keynes]], ''The Economic Consequences of the Peace''. Tale giudizio fu abbracciato retrospettivamente anche da [[Raymond Aron]], secondo il quale Bainville vide giusto quando comprese, con largo anticipo sugli altri osservatori e contrastando le idee prevalenti all'epoca, che le durissime condizioni economiche imposte alla Germania dal Trattato avrebbero provocato nei tedeschi il desiderio di vendicarsi, vista l'impossibilità di liquidare l'enorme debito di guerra deciso dai vincitori in non meno di 30 anni. Secondo Bainville, i responsabili furono il presidente USA [[Thomas Woodrow Wilson]] e il primo ministro britannico [[David Lloyd George]] che col loro moralismo naïf punirono oltremodo i nemici sconfitti, dimenticando gli imperativi della geo-politica. Ad esempio, a Versailles si decise di smembrare l'ex Impero d'Austria-Ungheria, cacciando la dinastia degli Asburgo, che avrebbe potuto invece costituire un argine alle ambizioni continentali della Germania: veniva così balcanizzata l'Europa centrale, dove all'epoca vivevano importanti minoranze tedesche. La Germania venne invece conservata unita e centralizzata, creando le premesse per una sua rapida ripresa. Bainville riassunse la sua opinione sul Trattato con la seguente formula: «una pace troppo dolce per ciò che essa ha di duro e troppo dura per ciò che essa ha di dolce».
 
== Opere ==