Gioacchino Piccolomini: differenze tra le versioni

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Gioacchino nacque in una famiglia nobile senese Pelacani (più tardi aggregato dalla famiglia Piccolomini per motivi devozionali e di prestigio dinastico). Da giovane era particolarmente devoto alla Beata Vergine Maria: il suo più grande piacere era a pregare l'Ave Maria davanti ad un'immagine della Beata Vergine Addolorata. Era anche conosciuto fin dalla tenera età per manifestare estrema sensibilità alla condizione dei poveri; diede loro i suoi vestiti e faceva regolarmente l'elemosina.
 
Gioacchino si unì ai [[Servi di Maria]] come un fratello laico, all'età di quattordici anni, divenendo allievo spirituale di [[Filippo Benizi]]. Gioacchino era un perfetto modello di virtù e di umiltà, ma fu sollecitato dai suoi fratelli a studiare per essere ordinato sacerdote: lui si sentiva indegno, reputando niente di più grande che essere un chierichetto.
 
Secondo la leggenda Gioacchino morì quando lui non riuscì a consolare un epilettico con le parole e così pregò Dio che egli potesse prendere la malattia su di sé. Morì di epilessia nel 1305.