Giorgio Pisanò: differenze tra le versioni
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A 18 anni ebbe il comando della Compagnia di pronto intervento della [[Gioventù italiana del littorio|GIL]], addestrata per soccorrere la popolazione durante i bombardamenti. In seguito il padre venne inviato alle prefetture di [[Messina]], [[Pescara]] e [[Pistoia]]. Dopo l'[[armistizio dell'8 settembre 1943]] Pisanò si trovava proprio nella città toscana, dove con altri ragazzi organizzò la riapertura della casa del fascio e l'occupazione della Caserma Gavinana, abbandonata dai soldati, in attesa di un reparto tedesco. Ben presto si arruolò volontario nella [[Xª Flottiglia MAS (RSI)|Xª Flottiglia MAS]] chiedendo di far parte degli NP<ref>{{cita|Pisanò Io fascista|p. 106}}</ref>. L'addestramento fu svolto a Jesolo mentre a Tradate furono effettuati i lanci con il paracadute<ref>{{cita|Pisanò Io fascista|p. 106}}</ref>. Destinato alla raccolta informazioni oltre le linee nemiche operò insieme al pistoiese [[Ruy Blas Biagi]]<ref>{{cita|Pisanò Io fascista|p. 107}}</ref>.
Verso la fine della guerra si trovò in Valtellina, come tenente
[[File:Brigata Nera di Pistoia a Grosio Valtellina.jpg|right|thumb|La Brigata Nera di Pistoia a Grosio Valtellina, reparto di cui faceva parte Pisanò]]
Il 20 aprile 1945 raggiunse la Valtellina dove si stava organizzando il [[Ridotto Alpino Repubblicano]] e il 27 aggregato alla colonna guidata dal maggiore [[Renato Vanna]] della [[Guardia Nazionale Repubblicana di Frontiera]] ne condivise le vicende fino allo scioglimento.
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