Simon Boccanegra: differenze tra le versioni

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|titoloitaliano=Simon Boccanegra
|immagine=[[Immagine:Boccanegra-costume_for_1881.png|150px]]
|didascalia=Costume di Simon Boccanegra, 1881
|titolooriginale=
|linguaoriginale=[[lingua italiana|italiano]]
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==La seconda versione==
[[File:Boito e Verdi.jpg|left|thumb|Arrigo Boito e Giuseppe Verdi]]
Nel [[1868]] l'editore [[Giulio Ricordi]] suggerì di realizzare una revisione della partitura, giacente da tempo nei suoi magazzini; ma il musicista rifiutò affermando che mancavano i cantanti adatti e che l'opera era «triste e di affetto monotono». Ricordi però non si diede per vinto e una decina d'anni più tardi spedì a Verdi un grosso pacco contenente la partitura da rivedere. Anche in questo caso la risposta del compositore fu secca e, all'apparenza, definitiva: «Se verrete a S. Agata di qui a sei mesi, un anno due, tre, ecc, la troverete intatta come me l'avete mandata. Vi dissi a Genova che io detesto le cose inutili.»
 
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Dal punto di vista musicale il rifacimento impegnò Verdi per quasi sei settimane, dall'inizio di gennaio alla terza settimana di febbraio del 1881. Ma già nel novembre 1880 il musicista aveva tracciato a grandi linee il piano di revisione. Originariamente suddivisa in quattro atti, l'opera venne ristrutturata in un prologo (l'antefatto del dramma: la tragica morte di Maria e l'elezione di Simone al trono dogale) e tre atti. Allo scopo di ravvivare il primo atto Verdi suggerì la citazione di due lettere di [[Francesco Petrarca]], una scritta a Boccanegra, Doge di Genova, l'altra al Doge di Venezia. Alla fine la revisione comportò la sostituzione di un intero quadro (il secondo dell'atto primo), il radicale mutamento del prologo, l'eliminazione del preludio (in luogo del quale Verdi compose una brevissima quanto memorabile introduzione strumentale), la sostituzione del duetto tra Gabriele e Fiesco (atto primo), la composizione di una nuova scena per il personaggio di Paolo (atto terzo) e inoltre un immenso numero di modifiche, tagli, ritocchi, inserzioni. In un tempo molto limitato e sotto la costante supervisione di Verdi - attestata dalle numerose lettere che i due si scambiarono durante il lavoro - Boito apportò le modifiche necessarie al vecchio libretto e avanzò personalmente alcuni validissimi suggerimenti. Per ovvie ragioni d'immagine (distinguere i nuovi versi dai vecchi sarebbe stato ben difficile) preferì tuttavia non firmare il libretto e mantenere l'anonimato.
[[File:Teatro alla Scala-Milano.jpg|thumb|Teatro alla Scala, Milano.]]
 
Il nuovo ''Simon Boccanegra'' andò in scena il 24 marzo 1881, alla Scala di Milano, sotto la direzione del più grande direttore d'orchestra italiano di quegli anni: [[Franco Faccio]]. La compagnia di canto era composta da nomi di grande prestigio: [[Victor Maurel]] (Simone), [[Francesco Tamagno]] (Gabriele), [[Anna D'Angeri]] (Amelia), [[Edouard de Reszke]] (Fiesco). L'opera ottenne un buon successo. Dalla [[Disposizione scenica]] del nuovo ''Simon Boccanegra'', pubblicata da Ricordi, possiamo ricavare molte notizie sull'allestimento scaligero, l'atteggiamento scenico del coro e degli interpreti, l'età dei personaggi e soprattutto conoscere il punto di vista di Verdi sulla realizzazione di uno spettacolo che gli stava molto a cuore e rappresentava per lui sia il recupero di un lavoro ingiustamente dimenticato che un ritorno in grande stile al palcoscenico.
 
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Opera avara di grandi arie, Simon Boccanegra si fa invece apprezzare per una straordinaria aderenza della musica al dramma, già riscontrabile nella versione originale ma notevolmente accresciuta dalla revisione, che elimina i brani più convenzionali e trasforma alcuni [[recitativo|recitativi]] in moderni declamati melodici. Unica pecca dell'opera - è stato detto - è la presenza di un secondo atto che, per ragioni di struttura narrativa, Verdi non ha potuto rielaborare se non in minima parte e che, nella sua brevità, schiacciato com'è tra la grandiosità della scena finale del primo atto e la commovente tragicità del terzo, ha quasi l'aspetto di una parentesi e di un ritorno al Verdi più convenzionale. Ma anche qui, la qualità della musica e la sintesi drammatica sono tali da giustificare la piena riabilitazione che la critica ha ormai accordato a questa partitura intensa e sottile, che, tra le altre cose, ha il merito di offrirci uno dei ritratti più autentici dell'uomo Verdi: pessimista, scuro ma – come la sua opera – sempre umano e profondo.
[[File:Simone Boccanegra (1881) 03.jpg|thumb|Scenario realizzato da Girolamo Magnani per la premiere al Teatro alla Scala, il 24 Marzo 1881.]]
 
==La trama==