Khadīja bint Khuwaylid: differenze tra le versioni

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Venne presto a sapere delle capacità e dell'onestà del giovane Maometto (che lavorava in piccolo alle dipendenze dello zio-tutore [[Abu Talib|Abū Tālib ibn ʿAbd al-Muṭṭalib]]) e ne richiese i servigi professionali in veste di fiduciario, rincuorata dal soprannome che gli era normalmente attribuito di al-Amīn (il Fidato).
 
Dopo un certo numero di viaggi d'affari che portarono MuhammadMaometto in [[Siria]] e in [[Yemen]], la donna s'innamorò del suo valido sottoposto, più giovane di lei di circa 15 anni (Khadīja ne aveva al momento 40).
 
L'intatta grande bellezza di Khadīja - rinomata fra gli abitanti di Mecca - ma anche la sua ricchezza convinsero MuhammadMaometto all'impegno matrimoniale, trattato per il tramite di un'intermediaria, secondo l'uso consuetudinario.
 
Col matrimonio Khadīja abbandonò la cura della sua impresa, totalmente affidata da quel momento al marito, dedicandosi alla cura della prole che era riuscita finalmente ad avere grazieda al ProfetaMaometto: due maschi (morti in tenera età) di nome al-Qāsim e, forse, ʿAbd Allāh e quattro femmine ([[Zaynab bint Muhammad|Zaynab]], Ruqayya, Umm Kulthūm e [[Fatima bint Muhammad|Fāṭima]]).
 
Condivise per prima in assoluto fra gli esseri umani l'esperienza religiosa del marito quando questi le riferì di essere stato scelto da Dio per la Sua Rivelazione, trasmessagli dall'[[Gabriele (arcangelo)|arcangelo Gabriele (Jibrīl)]], e lo sostenne psicologicamente allorché MuhammadMaometto temette di essere stato vittima dei ''[[jinn]]'' che potevano invasare l'uomo a loro dispettoso piacimento.
 
Patì con lui le difficoltà inflitte dai pagani di Mecca all'esiguo gruppo dei musulmani e alla misura di boicottaggio dei Quraysh politeisti (reso tuttavia abbastanza presto inefficace dai troppi vincoli parentali esistenti fra i primi e i secondi).