Letteratura della Sardegna: differenze tra le versioni

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=== Il Settecento ===
Dal [[1720]], la corona del [[Regno di Sardegna]] passa ai [[Casa Savoia|Savoia]], e nel corso del secolo si ha un miglioramento dell'istruzione e della cultura, grazie anche alle riforme di [[Giovanni Battista Lorenzo Bogino]]. L'italiano, purtroppo, diviene [[lingua ufficiale]] a scapito dello spagnolo.
 
Nella seconda metà del Settecento prende consistenza in Sardegna la produzione del "genere" oratorio (in gran parte solo manoscritta) in sardo che ha il massimo rappresentante nel sacerdote Giovanni Battista Zonchello Espada di Sedilo. L'oratoria sacra, per qualità e per quantità di produzione (anche data alle stampe), si affermerà però solo nel secolo successivo con Angelo Maria De Martis, Salvatore Cossu, Salvatore Frassu, Antonio Soggiu (fondatore di una scuola oratoria in Oristano) e Salvatore Carboni. Nella prima metà del novecento la prosa sacra in sardo proseguirà con molti autori tra i quali Eugenuo Sanna di Milis, Pietro Maria Cossu di Escovedu, Aurelio Puddu di Barumini, Efisio Marras di Allai e il sacerdote romanziere e scrittore [[Pietro Casu]] di Berchidda.