Battaglia di Jena: differenze tra le versioni

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=== L'esercito prussiano ===
L'esercito prussiano godeva ancora di grande fama in Europa; ritiratosi dalle guerre rivoluzionarie nel [[1795]] non era stato coinvolto nelle ripetute sconfitte dei coalizzati e manteneva l'elevata reputazione di efficienza e disciplina guadagnata durante le guerre di [[Federico il Grande]] dove si era dimostrato il più temibile strumento militare del continente. In apparenza la macchina da guerra della Prussia appariva ancora pericolosa e agguerrita. Imperniato sulla casta degli ufficiali ''Junker'' e sul reclutamento dei contadini, essendo la borghesia e la nobiltà esentati dal servizio militare, l'esercito rimaneva un' apparato estremamente disciplinato dove il sistema del ''drill'' addestrava i soldati ad eseguire passivamente gli ordini ed a combattere secondo le tattiche settecentesche in ordine lineare allo scoperto, seguendo rigide procedure meccanicamente ripetute<ref>{{Cita|Lefebvre 2009| pp. 260-261|Lefebvre2009 }}</ref>. Alle truppe prussiane erano aggregati anche 20.000 soldati sassoni di fanteria e cavalleria che furono incorporati forzatamente e inseriti nelle forze campali.
[[File:Knötel II, 16.jpg|thumb|upright|Cavalleria e ufficiali prussiani nel 1806.]]
In realtà, secondo la celebre espressione di [[Karl von Clausewitz]]<ref>"Dietro la bella facciata c'era solo muffa", in {{Cita|Chandler 1992| vol. I, p. 560|Chandler1992 }}.</ref>, la spettacolare facciata esterna mascherava gravi carenze organizzative e dottrinali; le forze campali erano numerose, 121.000 fanti, 35.000 cavalieri e 15.000 artiglieri con 550 cannoni, ma la struttura organica era arretrata e inefficiente; i reggimenti non erano raggruppati in divisioni ma venivano assemblati sul momento in formazioni composite senza adeguate strutture di comando e controllo; non esistevano corpi d'armata e mancavano riserve<ref>{{Cita|Chandler 1993| pp. 38-39|Chandler1993 }}</ref>. Erano stati costituiti reggimenti di fanteria leggera, ''jäger'' e ''schützen'', ma non erano addestrati a combattere in ordine sparso come i ''tirailleur'' francesi; le tattiche, pur prevedendo le scariche di fucileria, erano ancora basate sull'ordine obliquo e mancava la coordinazione tra fanteria leggera e di linea. I movimenti dell'esercito, resi difficoltosi dalla mancanza di adeguate strutture di comando, erano inoltre intralciati da pesanti traini di rifornimenti e vettovaglie; il servizio sanitario e il genio erano molto carenti<ref name="G.Lefebvre, Napoleone, p. 261">{{Cita|Lefebvre 2009| p. 261|Lefebvre2009 }}</ref>.