Architettura neoclassica in Italia: differenze tra le versioni

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Per questo motivo il [[Neoclassicismo]] non si affermò allo stesso modo su tutto il territorio; l'assenza di una cultura unitaria e la grande povertà che attanagliava la penisola italiana nel Settecento non erano circostanze propizie per una florida produzione architettonica.<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 282">R. Middleton, D. Watkin, ''Architettura dell'Ottocento'', Martellago (Venezia), Electa, 2001, p. 282.</ref>
 
All'inizio dello stesso secolo si era manifestata una breve, ma straordinaria, stagione [[Architettura barocca|tardobarocca]]: a [[Roma]], si erano realizzati monumenti come [[piazza di Spagna]], [[Fontana di Trevi]] e [[piazza Sant'Ignazio]], mentre in [[Piemonte]] erano all'opera [[Filippo Juvara|Filippo Juvarra]] e [[Bernardo Antonio Vittone]]. L'attività si era poi spostata nel [[Regno di Napoli]], dove [[Ferdinando Fuga]] e [[Luigi Vanvitelli]] erano stati chiamati a innalzare rispettivamente il [[Real Albergo dei Poveri]] e la [[Reggia di Caserta]];<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 282"/> in particolare, la Reggia, malgrado all'esterno accenni ada una certa contenutezza neoclassica, è ritenuta l'ultima grande realizzazione e incarnazione della migliore tradizione del Barocco italiano.<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', Torino 1981, voce ''Vanvitelli, Luigi''.</ref><ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', Bari, Laterza, p. 450.</ref>
L'affermazione del Neoclassicismo fu pertanto lenta e faticosa, e risentì essenzialmente di apporti stranieri, in particolare [[Francia|francesi]].<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 288">R. Middleton, D. Watkin, ''Architettura dell'Ottocento'', cit., p. 288.</ref>
 
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Negli anni postunitari, il nuovo assetto politico-culturale del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] finì per prediligere lo stile [[architettura neorinascimentale|neorinascimentale]]. Le motivazioni possono essere ricercate, in primo luogo, nel carattere fortemente nazionale rappresentato dall'[[architettura rinascimentale]]; in secondo luogo, questo stile si adattava perfettamente alla realizzazione dei palazzi civili, che costituivano la tipologia edilizia più in voga all'epoca.<ref>R. De Fusco, ''L'architettura dell'Ottocento'', cit., p. 137.</ref>
In ogni caso, il clima celebrativo della capitale dello stato unitario, coincise con una serie di interventi fuori scala, non classificabili a rigore nella corrente neorinascimentale. Il [[Vittoriano|Monumento a Vittorio Emanuele II]], di [[Giuseppe Sacconi]], testimonia il livello medio della cultura architettonica dell'epoca; una cultura fondata, da un lato su una resistente base classicista tradizionale, e dall'altro protesa verso nuove ricerche, che guardavano, ad esempio, all'opera di [[Charles Garnier]]. Non è un caso che il monumento sia stato terminato solo nel 1911, nell'anno dell'[[Esposizione Universaleuniversale]] e dell'inizio dell'infaustodel sogno imperiale.<ref>R. De Fusco, ''L'architettura dell'Ottocento'', cit., p. 151.</ref>
 
===Napoli===
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Negli ultimi decenni del Settecento, la [[Lombardia]] era ancora soggetta all'[[Impero austriaco]]. Il clima riformistico avviato da [[Maria Teresa d'Austria|Maria Teresa]] gettò le premesse a un forte impulso in campo architettonico; furono richiamati numerosi artisti, si formarono scuole e studi professionali.
A [[Milano]] la scena è inizialmente dominata da [[Giuseppe Piermarini]] (1734-1808),<ref>R. Middleton, D. Watkin, ''Architettura dell'Ottocento'', cit., p. 295.</ref> il cui linguaggio, comunque, non può ancora essere considerato compiutamente neoclassico.<ref>R. De Fusco, ''L'architettura dell'Ottocento'', cit., p. 228.</ref> Formatosi a Roma, fu allievo di [[Luigi Vanvitelli|Vanvitelli]], di cui era stato aiuto nel cantiere della [[Reggia di Caserta]]; tra i suoi lavori più significativi si ricordano il [[Palazzo Belgioioso (Milano)|Palazzo Belgioioso]] (1772-1781), destinato a diventare paradigma per i palazzi milanesi, la [[Villa Reale (Monza)|Villa Reale di Monza]] (dal 1776), in cui si rifiuta la ricerca di fluenze spaziali e compenetrazioni dei diversi volumi, e il [[Teatro alla Scala]] (1776-1778), che diverrà il modello per i teatri neoclassici europei.
In generale il lessico di Piermarini ha un sapore internazionale, che lo avvicina a [[Ange-Jacques Gabriel]], alla scuola austriaca, ma soprattutto al Vanvitelli; affinità che si scorgono ad esempio nella facciata di Palazzo Belgioioso, il cui timpano centrale e l'uso di bugnato rimandano alla Reggia di Caserta.<ref>A.M. Matteucci, ''L'architettura del Settecento'', cit., p. 290.</ref>
 
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Figura di riferimento dell'Accademia fu l'architetto veronese [[Paolo Pozzo]], il cui neocinquecentismo traeva origine da una profonda riflessione sull'opera di [[Giulio Romano]]. Sotto gli insegnamenti di Pozzo si formarono [[Leandro Marconi]], attivo nel [[Cesena|cesenate]] con opere significative nell'ambito della decorazione parietale, e [[Antonio Colonna (architetto)|Antonio Colonna]], autore del [[Palazzo d'Arco]] a Mantova.<ref>A.M. Matteucci, ''L'architettura del Settecento'', cit., pp. 294-295.</ref>
 
[[File:Milano Villa Reale vista.JPG|thumb|left|[[Leopoldo Pollack]], [[Villa Reale (di Milano)|Villa Belgioioso]], Milano]]
 
A [[Leopoldo Pollack]] (1751-1806) e [[Luigi Canonica]] (1764-1844), allievi del Piermarini, va il merito di aver affermato le nuove tendenze architettoniche, conferendo loro un tono più unitario e coerente.<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 296">R. Middleton, D. Watkin, ''Architettura dell'Ottocento'', cit., p. 296.</ref>
Pollack, di origine e formazione [[Vienna|viennese]], lavorò soprattutto per la nobiltà milanese. La sua fama è legata alla [[Villa Reale (di Milano)|Villa Reale]] di Milano (1790-1796), che pur rifacendosi a modelli francesi e [[Palladianesimo|palladiani]],<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Pollack, Leopoldo''.</ref> presenta il carattere compatto della facciata di Palazzo Belgioioso.<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 298">R. Middleton, D. Watkin, ''Architettura dell'Ottocento'', cit., p. 298.</ref>
Tra le altre opere di Pollack si segnalano la [[Villa Casati Stampa (Muggiò)|Villa Casati]] a [[Muggiò]] e la Rotonda di via Borgovico, a Como, nelle quali l'elemento dominante è il salone centrale ovale. Tuttavia, come quelle del Piermarini e del Canonica, le piante di Pollock non risultano particolarmente interessanti.<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 298"/>
 
Durante l'occupazione francese, Piermarini tornò nella nativa [[Foligno]] e il [[Canton Ticino|ticinese]] Canonica fu nominato "Architetto di Stato" e posto a capo della Commissione di ornato. Alla Commissione, istituita nel 1807, si deve la stesura del piano regolatore di Milano, uno strumento finalizzato a disciplinare l'edilizia privata e a espropriare i terreni per realizzare i nuovi assi viari. In questo contesto, Canonica ebbe modo di seguire diversi interventi urbanistici e di costruire molti edifici pubblici: in particolare, suo è l'ampliamento del [[Palazzo del Senato (Milano)|Collegio Elvetico]] per Senato. Esperto di architettura dei teatri, seguì l'ampliamento della Scala e ne realizzò altri in diverse città dell'Italia settentrionale. Suo è il progetto per l'[[Arena Civica|Arena]], frutto di un disegno più vasto, promosso anche da [[Giovanni Antonio Antolini]], per la sistemazione delle aree attorno al [[Castello Sforzesco (Milano)|Castello Sforzesco]].<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 296"/>
 
[[File:464GhisalbaSLorenzo.jpg|thumb|[[Luigi Cagnola]], [[Chiesa di San Lorenzo Martire (Ghisalba)|chiesa di San Lorenzo Martire]], Ghisalba]]
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Costruì la [[Porta Ticinese]] (1801-1813) e l'[[Arco della Pace]] a Milano, la massiccia e vistosa [[Rotonda di Inverigo]] (1814-1830), in stile [[architettura neogreca|neogreco]] e che può essere considerata il suo capolavoro, e la [[Chiesa di San Lorenzo Martire (Ghisalba)|chiesa di San Lorenzo]] a [[Ghisalba]] (1822), un edificio pregevole ispirato al tema del [[Pantheon (Roma)|Pantheon]].<ref>R. De Fusco, ''L'architettura dell'Ottocento'', cit., p. 31.</ref>
 
L'edificio che chiude il Neoclassicismo milanese è la [[Chiesa di San Carlo al Corso (Milano)|chiesa di San Carlo al Corso]], di [[Carlo Amati]], un'opera, ultimata nel 1847, in cui si innestano accenti palladiani e [[Donato Bramante|bramanteschibramante]]schi,<ref>R. De Fusco, ''L'architettura dell'Ottocento'', cit., p. 33.</ref> ritenuta tuttavia troppo imponente nelle sue dimensioni.<ref name="Middleton Watkin, Architettura dell'Ottocento, p. 291"/>
 
===Piemonte===
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==Altre immagini==
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File:RomaVillaTorloniaCasinoNobile.jpg|[[Giuseppe Valadier]], [[Villa Torlonia (Roma)|Villa Torlonia]], Roma
File:Burzovní palác, Terst.jpg|Antonio Mollari, [[Borsa merci di Trieste|Borsa merci]], Trieste
File:023GorgonzolaSsGervasioProtasio.JPG|[[Simone Cantoni]], [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Gorgonzola)|chiesa dei Santi Gervasio e Protasio]], Gorgonzola