Empireo: differenze tra le versioni

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La più celebre descrizione dell'Empireo è quella data da [[Dante]] nella [[Divina Commedia]]: dopo l'attraversamento dei nove cieli, che occupa i primi 29 canti (su 33) del [[Paradiso (Divina Commedia)|Paradiso]], il poeta immagina di salire in questo cielo, che [[Beatrice Portinari|Beatrice]] così gli descrive:
 
{{quote|«Noi siamo usciti fore<br/>del maggior corpo al ciel ch'è pura luce:
del maggior corpo al ciel ch'è pura luce:
 
luce intellettüal, piena d'amore;<br/>amor di vero ben, pien di letizia;<br/>letizia che trascende ogne dolzore.
amor di vero ben, pien di letizia;<br/>
letizia che trascende ogne dolzore.
 
Qui vederai l'una e l'altra milizia<br/>di paradiso, e l'una in quelli aspetti</br>che tu vedrai a l'ultima giustizia».|Paradiso [[Paradiso - Canto trentesimo|XXX]], 38-45}}
di paradiso, e l'una in quelli aspetti</br>
che tu vedrai a l'ultima giustizia».|Paradiso [[Paradiso - Canto trentesimo|XXX]], 38-45}}
 
Dante prosegue quindi a descrivere ciò che egli trova nell'Empireo: le tribune su cui siedono i beati, ognuno nel posto a lui destinato, a forma di [[anfiteatro]] che il poeta paragona ad una "candida rosa"; le gerarchie degli angeli, che egli raffigura disposti su nove cerchi concentrici, ad immagine dei nove cieli; e al centro di questi nove cerchi, un punto luminosissimo, che è Dio, la cui visione (in cui Dante arriva a scorgere i misteri della [[Trinità]] e dell'[[Incarnazione]]) costituisce l'oggetto del canto conclusivo del poema.