Cisternino di Pian di Rota: differenze tra le versioni

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==Architettura==
 
Il Cisternino di Pian di Rota è definito, così come le altre opere dell'Acquedotto Leopoldino, dal semplice incastro di volumetrie pure, richiamando quindi le [[Architettura rivoluzionaria|architetture rivoluzionarie]] di fine [[XVIII secolo|Settecento]]. Se da un lato l'impostazione della facciata principale, con il portico tuscanico, sembra volgere verso temi [[neopalladianesimo|neopalladiani]], dall'altro, l'assenza di un apparato decorativo e le proporzioni severe accostano l'edificio alla corrente strettamente [[Architettura neoclassica|neoclassica]].
 
Non meno evidenti sono tuttavia le derivazioni dai modelli dell'[[architettura romana]], dove al portico architravato si sommano le finestre [[Terme romane|termali]] semicircolari. Infine un particolare interessante è rappresentato dalle strette aperture a feritoia che si estendono per tutto l'avancorpo e che rappresentano un omaggio all'architettura toscana del [[XV secolo|Quattrocento]].