Berlusconismo: differenze tra le versioni

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==== ''Mi consenta!'' ====
 
Per evocare il «linguaggio intenzionalmente basso»<ref name="Simone1997"/> di [[Silvio Berlusconi]] è d'obbligo citare il famoso «''mi consenta''»<ref name="Simone1997"/> che, tra i luoghi comuni del suo stile comunicativo, assume un rilievo particolarmente connotante<ref name="Amadori110"/>, tanto da essere facilmente associato alla figura di Berlusconi, in virtù del fatto che egli se ne è avvalso frequentemente nella comunicazione politica, accompagnando l'espressione con una singolarissima [[fonologia|pronuncia]] ''non [[Lingua Italiana Standard|standard]]'', caratterizzata, secondo il [[linguista]] [[Raffaele Simone]], «da una ''[[s]]'' particolarmente [[Consonante sibilante|sibilante]], una ''[[e]]'' [[vocale tonica|tonica]] e particolarmente [[Vocale chiusa|chiusa]]»<ref name="Simone1997"/>, un modo di pronunciare «che ancora adesso si usa per evocare il personaggio»<ref name="Simone1997"/><ref>Felice Froio, ''Il cavaliere incantatore: chi è veramente Berlusconi'', [[Edizioni Dedalo]], Bari, 2003 ISBN 978-88-220-6266-6 p. 112</ref>. Secondo Augusta Forconi, l'espressione «mi consenta», pur non essendo il [[luogo comune]] da lui più frequentato, era diventata, all'epoca (1997), così connotante del personaggio politico da non poterla più «''pronunciare in modo "neutro"''»<ref name="AForconi, 30">Augusta Forconi, ''Parola da Cavaliere'', [[Editori Riuniti]], Roma, 1997, ISBN 88-359-4271-3 (p. 30)</ref>. L'occorrenza frequente di questo tic linguistico ha trasformato il "mi consenta" nel "più noto" di tutto il repertorio di [[intercalare|intercalari]] e tormentoni del panorama della comunicazione politica tra gli [[anni 1990|anni novanta]] e i primi [[anni 2000|anni duemila]]<ref>Riccardo Gualdo e Maria Vittoria Dell'Anna, ''La faconda Repubblica: la lingua della politica in Italia (1992-2004)'', [[Manni editori]], 2004 ISBN 88-8176-168-8 (p. 20)</ref>.
 
== Note ==