Tomaso Albinoni: differenze tra le versioni

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Studiò [[violino]] e [[Canto (musica)|canto]], e già in età precoce divenne un bravo cantante e soprattutto un valente violinista. Probabilmente ebbe come maestro [[Giovanni Legrenzi]]. Diversamente da autori del suo tempo, Albinoni coltivò l'arte della composizione musicale soltanto per diletto e non per esigenze di affermazione professionale, mantenendosi quasi sempre su atteggiamenti di forte indipendenza personale, e si rifiutava costantemente di avere mecenati al suo seguito. Mecenati che nel suo tempo potevano avere più referenti: la [[Chiesa cattolica|Chiesa]] nei molti ruoli che essa offriva, le [[corte (storia)|corti]] della [[nobiltà]] o le famiglie reali. Forse per sua scelta non si iscrisse mai alla corporazione veneziana degli strumentisti professionisti (l'Arte dei Sonatori) privandosi così di esibirsi in pubblico, cosa che non amava, e di ottenere dei guadagni; si orientò quindi verso la composizione.
 
Visse sempre a Venezia anche se viaggiò molto; si ricordano almeno due suoi viaggi a Firenze nel [[1703]] e nel [[1722]]. Recentemente è stata scoperta - grazie al ritrovamento di documenti dell'epoca - una sua permanenza nella città di [[Clusone]], nella bergamasca, allora appartenente alla Repubblica di Venezia. Compose la sua prima opera ''Zenobia regina de Palmireni'' nel [[1694]] su libretto di Antonio Marchi, anno in cui uscì anche la sua prima raccolta di musica strumentale le 12 Sonate a tre Op.1. Da allora divise equalmente la sua attività tra le composizioni per canto (melodrammi, serenate e cantate) e per strumenti (sonate e concerti). Fino al [[1709]] anno della morte del padre, poté dedicarsi alla musica senza la necessità economica. Poi anche grazie alla volontà testamentaria paterna fu sollevato dal dover continuare l'attività affaristica familiare in quanto figlio maggiore lasciando tale compito ai fratelli minori. Questo gli permise di dedicarsi alla musica a tempo pieno e di raggiungere una certa notorietà abbastanza rapidamente.
 
Sposò una cantante d'opera, Margherita Raimondi, nel [[1721]] e fu anche grazie a lei che cantò a Monaco, nel [[1722]]. [[Massimiliano II Emanuele di Baviera|Massimiliano Emanuele II]], [[Principe elettore|Elettore]] di [[Baviera]], cui Albinoni dedicò dodici [[concerto (composizione musicale)|concerti]], lo invitò a Monaco per dirigere l'[[Opera lirica|opera]] durante le celebrazioni per le nozze del Principe Elettore [[Carlo Alberto di Baviera]] con [[Maria Amalia d'Asburgo]], figlia dell'ultimo Imperatore [[Giuseppe I d'Asburgo|Giuseppe I]]. In tale occasione compose l'opera "I veri amici" e la serenata "Il trionfo d'amore".
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Oltre a musica concertistica barocca, per cui ha la notorietà odierna, famosi in particolare i suoi concerti per [[oboe]], compose circa una cinquantina di opere liriche quasi tutte andate perdute e di cui rimangono poche arie. Solo del ''[[Radamisto]]'' del [[1698]] rimane la partitura completa. Non conosciamo le sue opere ma sappiamo che esse rivaleggiarono con quelle di [[Francesco Gasparini]], compositore attivo nella città lagunare.
 
La sua musica strumentale attrasse fortemente l'attenzione di [[Johann Sebastian Bach]], che scrisse almeno due [[fuga (musica)|fughe]] su temi di Albinoni e usò i suoi [[basso continuo|bassi]] per [[armonia (musica)|armonia]] (vedi [[basso continuo]]) come esercizio per i suoi studenti. Le sue opere inoltre furono sempre considerate all'altezza di altrettanto famosi compositori contemporanei come [[Arcangelo Corelli|Corelli]] e [[Antonio Vivaldi|Vivaldi]]. Le sue dieci raccolte strumentali furono pubblicate con molto successo in Italia, ad Amsterdam e a Londra, riscuotendo un notevole successo in molte corti e famiglie nobili dell'Europa meridionale.
 
Fu particolarmente attratto dall'[[oboe]], uno strumento relativamente poco usato in Italia fino ad allora, tanto che il suo è stato il primo concerto per oboe scritto in Italia. Mentre i concerti per oboe solo furono per la prima volta composti in Germania da [[Telemann]] e [[Haendel]]. Albinoni dopo aver composto quattro concerti per oboe solo (N. 3, 6, 9, 12) compose quattro concerti con due oboi (N. 2, 5, 8, 11) (Op.7) che furono i primi ad essere pubblicati e che riscossero un tale successo che Albinoni ripeté questa formula nel 1722 con l'Op.9.
 
A parte alcuni lavori strumentali datati 1735 poco si sa della vita e delle opere di Albinoni dopo la metà degli anni 1720.
 
Molti dei lavori di Albinoni andarono perduti durante la [[Seconda guerra mondiale]] per la distruzione da parte degli alleati della [[Libreria di Stato di Dresda]]. Forse dopo il [[1740]] si ritirò a Venezia e smise di comporre dedicandosi alla scuola di canto.