Scudiero: differenze tra le versioni
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L'altro significato era quello di scudiero nobile, o per meglio dire, allievo cavaliere, ed indicava il nobiluomo che si metteva alle dipendenze di un cavaliere provetto per apprendere l'uso delle armi e del [[cavallo]], onde a sua volta diventare cavaliere. A seconda poi che questo scudiero era agli ordini di un personaggio più o meno elevato nella gerarchia nobiliare del medio evo, assumeva di riflesso luce ed importanza di grado, tanto che presso le grandi monarchie gli scudieri dei re e dei principi avevano precedenza sugli stessi grandi condottieri e generali.
Lo scudiero in [[battaglia|combattimento]] pugnava contro lo scudiero dell'avversario, e contro tutti quelli del seguito di esso che non erano cavalieri, sebbene non fosse agevole nelle mischie osservare tali formalità.
In [[Germania]] gli scudieri venivano spesso riuniti in [[squadrone|Squadroni]] e adoperati come [[cavalleria leggera]], a frotte, od a gruppi alla spicciolata, dopo il primo scontro dei cavalieri, e dopo il loro [[caracollo]]. Essi diedero origine ai [[raitri]].
La voce scudiero passò successivamente per ragioni araldiche ad indicare la carica di un gentiluomo di corte il quale aveva anche cura delle scuderie reali; viene anche indicato con il termine più proprio di cavallerizzo (francese ''[[:fr:Écuyer (cavalier)|écuyer]]'') e il suo ruolo è illustrato da [[Claudio Corte]] ne ''Il cavallarizzo''. Tale carica continua ad essere in vigore presso le corti attuali, dove oltre al Grande Scudiere vi sono quelli di sottordine.
== Bibliografia ==
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