Legge Mancino: differenze tra le versioni

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Essa è oggi il principale strumento legislativo che l'ordinamento italiano offre per la repressione dei [[crimini d'odio]].
 
== Storia ==
Sebbene la paternità della legge 205/1993 sia ormai comunemente attribuita dalla opinione pubblica all'ex Ministro [[Nicola Mancino]], la sua responsabilità nella stesura finale del testo fu in realtà assai marginale e limitata alla proposta di un Decreto Legge in grado di perseguire penalmente la diffusione di ideologie relative al razzismo. Un contributo importante al testo finale della legge attualmente in vigore è da attribuirsi alla attività parlamentare svolta dell'allora Deputato [[Enrico Modigliani]] ([[Partito Repubblicano Italiano]]) <ref>Intervista video a Enrico Modigliani, parte IV, in ''Banca della memoria ebraica'', a cura del Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma (Modigliani ne parla a partire dal minuto 5:40 della suddetta quarta parte del video, reperibile su [[YouTube]]).</ref>.
 
Il partito politico di [[estrema destra]] [[Forza Nuova]] ha nel suo programma l'abolizione di questa legge<ref>http://www.milano.forzanuova.info/blog/i-punti-fermi-di-forzanuova</ref>.
 
La Lega Nord ha proposto nel 2014 un referendum per abrogarla.<ref>http://www.leganord.org/index.php/seguici/eventi/referendum</ref>
 
I critici della legge Mancino asseriscono fra l'altro che essa sarebbe incostituzionale, in quanto in contrasto con l'art. 21 della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]]{{Citazione necessaria}}, che garantisce la libertà di manifestazione del pensiero. La [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte costituzionale]], ad oggi, non ha avuto occasione di pronunciarsi su tale asserito contrasto fra l'art. 21 Cost. e la legge Mancino, tuttavia in due sentenze risalenti agli anni '50 (la n. 1 del 1957 e la n. 74 del 1958) dichiarò infondate le questioni di legittimità costituzionale di norme analoghe a quelle di cui si discute, contenute negli artt. 4 e 5 della sopra citata legge 645/52, con la motivazione che "il legislatore [...] dichiarando espressamente di voler impedire la riorganizzazione del disciolto partito fascista, ha inteso vietare e punire non già una qualunque manifestazione del pensiero, tutelata dall'art. 21 della Costituzione, bensì quelle manifestazioni usuali del disciolto partito che [...] possono determinare il pericolo che si è voluto evitare. [...] Il legislatore ha compreso che la riorganizzazione del partito fascista può anche essere stimolata da manifestazioni pubbliche capaci di impressionare le folle; ed ha voluto colpire le manifestazioni stesse, precisamente in quanto idonee a costituire il pericolo di tale ricostituzione."
 
Soggiacente all'impianto della legge Mancino è possibile rintracciare un argomento classico del [[liberalismo]] europeo, vale a dire quello secondo cui le opinioni che apertamente incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici o religiosi, non debbano godere della tutela riservata alla libertà di manifestazione del pensiero. Tale argomento fu formulato per la prima volta da [[John Locke]] il quale, con riferimento alle pratiche autoritarie del cattolicesimo a lui contemporaneo, asserì che "I papisti non devono godere del beneficio della [[tolleranza]], perché, dove hanno il potere, si ritengono obbligati a negare la tolleranza agli altri"<ref>John Locke, ''Saggio sulla tolleranza'', in: ''Lettera sulla tolleranza'', a cura di Carlo Augusto Viano, Laterza, Roma-Bari 2006, p. 82.</ref>. Nel secolo scorso una simile argomentazione fu riproposta da [[Jean-Paul Sartre]] il quale, polemizzando contro gli antisemiti, dopo aver rilevato con sfavore che "In nome delle istituzioni democratiche, in nome della ''libertà d'opinione'', l'antisemita reclama il diritto di predicare ovunque la crociata antiebraica", e dopo aver definito pericolosa e falsa tale pretesa, sapidamente commentò: "Ammetterei a rigore che si abbia un'''opinione'' sulla politica vinicola del governo [...]. Ma mi rifiuto di chiamare ''opinione'' una dottrina che prende di mira espressamente persone determinate, che tende a sopprimere i loro diritti e a sterminarle"<ref>Jean Paul Sartre, ''L'antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica'', Edizioni di Comunità, Milano 1964, pp. 7 e 8, corsivi nostri.</ref>.
 
Lo scrittore [[Wu Ming|Wu Ming 1]] ha formulato una critica "da sinistra" alla legge Mancino, sostenendo che la stessa ha fallito nel suo intento di contrastare l'estremismo di destra e si è anzi rivelata controproducente, in quanto, agli occhi di molti giovani, ha conferito ai neonazisti un'ingannevole attrattiva di martiri ribelli: secondo Wu Ming 1, già all'epoca della sua approvazione era possibile prevedere che "la legge avrebbe contribuito a peggiorare le cose, conferendo ancor più fascino maligno a naziskin e camerateria. Chi va in cerca di un'attitudine 'antisistema' non si scoraggerà per la sua messa al bando, anzi, è probabile che la cosa lo entusiasmi. Al primo riluttante sequestro di volantini, alla prima perquisizione all'acqua di rose in una sede d'ultradestra, la legge avrebbe trasformato in ribelle e finto martire anche il più scalzacane dei nazistelli di quartiere [...] Se ad impedire a [[David Irving]] di tenere una conferenza non sono i compagni, la gente, gli ebrei autorganizzati, ma la Polizia che lo blocca all'aeroporto, allora l'ultimo dei cretini rapati lo penserà un reietto, un perseguitato, etc... E si crederà antagonista e trasgressivo per il fatto di stare dalla sua parte"<ref>Wu Ming 1, ''Chi fabbrica i nazisti? Violenza nera, fascino del male e fallimento della Legge Mancino'', http://www.carmillaonline.com/archives/2006/12/002046.html</ref>.
 
== Contenuto ==
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Un tentativo di estensione della legge Mancino ai reati di [[omofobia]] e [[transfobia]] è tuttora in corso<ref>{{cita web|url=http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0003090.pdf|titolo=Proposta di legge presentata il 15 marzo 2013|editore=Camera dei Deputati}}</ref>, grazie all'accordo PD PDL e Scelta Civica, il dibattito in aula inizia il 26 luglio 2013 e trova la forte opposizione di tutta la [[Lega Nord]].
La proposta è stata presentata da più di 220 parlamentari e porta la prima firma dei deputati Scalfarotto (PD), Chimienti (M5S), Tinagli (Scelta civica), Zan (SEL). (rif. http://www.retelenford.it/node/895). La legge è stata approvata alla Camera il 19 settembre 2013 con 228 voti favorevoli e 57 contrari<ref>[http://www.repubblica.it/politica/2013/09/19/news/omofobia_boldrini_aula_voto-66870022/ Omofobia, sì alle aggravanti. Ma è scontro nella maggioranza - Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, ed è attualmente in discussione al Senato.
 
== Storia ==
Sebbene la paternità della legge 205/1993 sia ormai comunemente attribuita dalla opinione pubblica all'ex Ministro [[Nicola Mancino]], la sua responsabilità nella stesura finale del testo fu in realtà assai marginale e limitata alla proposta di un Decreto Legge in grado di perseguire penalmente la diffusione di ideologie relative al razzismo. Un contributo importante al testo finale della legge attualmente in vigore è da attribuirsi alla attività parlamentare svolta dell'allora Deputato [[Enrico Modigliani]] ([[Partito Repubblicano Italiano]]) <ref>Intervista video a Enrico Modigliani, parte IV, in ''Banca della memoria ebraica'', a cura del Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma (Modigliani ne parla a partire dal minuto 5:40 della suddetta quarta parte del video, reperibile su [[YouTube]]).</ref>.
 
Il partito politico di [[estrema destra]] [[Forza Nuova]] ha nel suo programma l'abolizione di questa legge<ref>http://www.milano.forzanuova.info/blog/i-punti-fermi-di-forzanuova</ref>.
 
La Lega Nord ha proposto nel 2014 un referendum per abrogarla.<ref>http://www.leganord.org/index.php/seguici/eventi/referendum</ref>
 
I critici della legge Mancino asseriscono fra l'altro che essa sarebbe incostituzionale, in quanto in contrasto con l'art. 21 della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]]{{Citazione necessaria}}, che garantisce la libertà di manifestazione del pensiero. La [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte costituzionale]], ad oggi, non ha avuto occasione di pronunciarsi su tale asserito contrasto fra l'art. 21 Cost. e la legge Mancino, tuttavia in due sentenze risalenti agli anni '50 (la n. 1 del 1957 e la n. 74 del 1958) dichiarò infondate le questioni di legittimità costituzionale di norme analoghe a quelle di cui si discute, contenute negli artt. 4 e 5 della sopra citata legge 645/52, con la motivazione che "il legislatore [...] dichiarando espressamente di voler impedire la riorganizzazione del disciolto partito fascista, ha inteso vietare e punire non già una qualunque manifestazione del pensiero, tutelata dall'art. 21 della Costituzione, bensì quelle manifestazioni usuali del disciolto partito che [...] possono determinare il pericolo che si è voluto evitare. [...] Il legislatore ha compreso che la riorganizzazione del partito fascista può anche essere stimolata da manifestazioni pubbliche capaci di impressionare le folle; ed ha voluto colpire le manifestazioni stesse, precisamente in quanto idonee a costituire il pericolo di tale ricostituzione."
 
Soggiacente all'impianto della legge Mancino è possibile rintracciare un argomento classico del [[liberalismo]] europeo, vale a dire quello secondo cui le opinioni che apertamente incitano alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici o religiosi, non debbano godere della tutela riservata alla libertà di manifestazione del pensiero. Tale argomento fu formulato per la prima volta da [[John Locke]] il quale, con riferimento alle pratiche autoritarie del cattolicesimo a lui contemporaneo, asserì che "I papisti non devono godere del beneficio della [[tolleranza]], perché, dove hanno il potere, si ritengono obbligati a negare la tolleranza agli altri"<ref>John Locke, ''Saggio sulla tolleranza'', in: ''Lettera sulla tolleranza'', a cura di Carlo Augusto Viano, Laterza, Roma-Bari 2006, p. 82.</ref>. Nel secolo scorso una simile argomentazione fu riproposta da [[Jean-Paul Sartre]] il quale, polemizzando contro gli antisemiti, dopo aver rilevato con sfavore che "In nome delle istituzioni democratiche, in nome della ''libertà d'opinione'', l'antisemita reclama il diritto di predicare ovunque la crociata antiebraica", e dopo aver definito pericolosa e falsa tale pretesa, sapidamente commentò: "Ammetterei a rigore che si abbia un'''opinione'' sulla politica vinicola del governo [...]. Ma mi rifiuto di chiamare ''opinione'' una dottrina che prende di mira espressamente persone determinate, che tende a sopprimere i loro diritti e a sterminarle"<ref>Jean Paul Sartre, ''L'antisemitismo. Riflessioni sulla questione ebraica'', Edizioni di Comunità, Milano 1964, pp. 7 e 8, corsivi nostri.</ref>.
 
Lo scrittore [[Wu Ming|Wu Ming 1]] ha formulato una critica "da sinistra" alla legge Mancino, sostenendo che la stessa ha fallito nel suo intento di contrastare l'estremismo di destra e si è anzi rivelata controproducente, in quanto, agli occhi di molti giovani, ha conferito ai neonazisti un'ingannevole attrattiva di martiri ribelli: secondo Wu Ming 1, già all'epoca della sua approvazione era possibile prevedere che "la legge avrebbe contribuito a peggiorare le cose, conferendo ancor più fascino maligno a naziskin e camerateria. Chi va in cerca di un'attitudine 'antisistema' non si scoraggerà per la sua messa al bando, anzi, è probabile che la cosa lo entusiasmi. Al primo riluttante sequestro di volantini, alla prima perquisizione all'acqua di rose in una sede d'ultradestra, la legge avrebbe trasformato in ribelle e finto martire anche il più scalzacane dei nazistelli di quartiere [...] Se ad impedire a [[David Irving]] di tenere una conferenza non sono i compagni, la gente, gli ebrei autorganizzati, ma la Polizia che lo blocca all'aeroporto, allora l'ultimo dei cretini rapati lo penserà un reietto, un perseguitato, etc... E si crederà antagonista e trasgressivo per il fatto di stare dalla sua parte"<ref>Wu Ming 1, ''Chi fabbrica i nazisti? Violenza nera, fascino del male e fallimento della Legge Mancino'', http://www.carmillaonline.com/archives/2006/12/002046.html</ref>.
 
== Note ==