Lingua franca: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|la lingua parlata dagli antichi Franchi|Antico franco}}
{{F|linguistica|luglio 2011}}
Una '''lingua franca (LF)''' è una [[Lingua (linguistica)|lingua]] che viene usata come strumento di [[comunicazione]] internazionale, o comunque fra persone di differente [[Madrelingua|lingua madre]] e per le quali è straniera.
 
== I primi studi ==
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== Etimologia ==
Sull'[[etimologia]] della locuzione, mutuata dal corrispettivo [[Lingua italiana|italiano]], si ritiene probabile l'ipotesi che derivi da un modo di dire diffuso presso la diplomazia [[africa]]na e levantina. L'aggettivo ''franco'' veniva impiegato dal mondo greco-bizantino (''Phrankoi'' in [[Lingua greca|greco]]) e arabo-islamico (''Faranji'' in [[Lingua Arabaaraba|arabo]]) per designare l'insieme dei popoli dell'Europa Occidentale con cui entrarono in contatto durante il Medioevo (in particolare dopo la IV crociata). Dopo il [[1204]] appunto, quando in particolare l'espansionismo veneziano prendeva piede nel Mediterraneo orientale (e non solo) a scapito di Costantinopoli, i contatti e relazioni tra i vari popoli rivieraschi s'intensificarono nuovamente; di conseguenza, l'inevitabile plurilinguismo poneva le basi per il nascere di un nuovo mezzo di comunicazione, usato in primo luogo proprio dalle flotte militari e dai mercanti, marinai e legati ''franchi''.
 
== Lingue ==
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tok pisin<br />
 
In epoche passate, furono lingue franche, almeno per l'[[Europa occidentale]] ed alcune zone rivierasche del [[Mar Mediterraneo]], il [[lingua greca antica|greco antico]] (per i commerci e le scienze), il [[Lingua latina|latino]] (diffusosi con l'espansione dell'[[Impero romano]]), il [[lingua ligure|ligure]], di cui si sa che anche i mercanti stranieri facevano uso, un dialetto derivato soprattutto dal [[dialetto veneziano|veneziano]] e parlato nel [[Medioevo]] in tutti i porti del Medio Oriente e il [[lingua francese|francese]] (a partire dal [[XVI secolo]]). Nell'Europa centro-orientale il tedesco costituì a lungo un'importante lingua franca (tanto da mantenervi tuttora il ruolo di seconda lingua straniera più studiata) così come il [[Lingua russa|russo]] era insegnato come materia obbligatoria in tutte le scuole del blocco orientale durante gli anni del comunismo. In aree del [[Medio Oriente]], l'[[lingua aramaica|aramaico]] fu lingua franca dell'[[Assiria|Impero assiro]], di quello [[persia]]no e delle aree circostanti.
 
Attualmente, per i commerci e per alcune scienze l'[[lingua inglese|inglese]] è di fatto la lingua franca prevalente nella maggior parte del mondo, così come l'[[lingua araba|arabo]] sta assumendo un ruolo analogo presso i paesi a maggioranza religiosa [[islam]]ica. Segue il [[lingua francese|francese]], che continua a essere utilizzato in alcuni ambiti culturali e in seno ad alcune organizzazioni internazionali e che costituisce la lingua franca delle comunicazioni interetniche in vaste zone del [[Africa francofona|continente africano]] e nell'insieme dei Paesi [[paesi Francofonia|francofoni]] in cui esso non costituisca la lingua madre predominante degli abitanti. Un'altra lingua franca a carattere sovranazionale è il [[lingua russa|russo]], che viene utilizzato nelle comunicazioni tra tutti gli stati formatisi dalla scissione dell'[[Unione Sovietica]].
 
== Lingua franca nel passato: i motivi della diffusione ==
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L'[[Elam]], ovvero la parte di terra iraniana agli sbocchi di Tigri ed Eufrate, fu invasa dai persiani durante il primo millennio a.C. Gli elamiti offrivano servizi di scrittura ai persiani, ed in questo contesto non fu l'elamitico ad evolversi in una lingua franca, in quanto i persiani si limitarono a sfruttare le capacità degli elamiti “bilingui” senza sforzarsi di impararne il linguaggio.
 
L'impero persiano stava allargandosi sempre di più: alla fine del 522 a.C. aveva inglobato anche quello assiro-babilonese, l'[[Anatolia]] e la parte est dell'Iran. Mentre nelle zone meno civilizzate era più facile che il persiano si diffondesse da zero, è importante notare quanto questo fosse invece arduo nei territori più progrediti, dove era già diffusissimo l'[[Lingua aramaica|aramaico]]. Questa lingua era usata come lingua franca per comunicazioni interlinguistiche e commerciali. Il motivo principale per cui l'aramaico assunse un ruolo importante come lingua di pubblica utilità nell'impero persiano era questo: era possibile dettare messaggi nella lingua del mittente e scriverli in lingua ed alfabeto aramaici; la lettura sarebbe stata eseguita dall'[[araldo]] locale al destinatario nella lingua maggiormente compresa da quest’ultimo. Questo processo viene detto ''paraš'' in persiano. È possibile quindi affermare che l'aramaico è stata un’[[Lingua ausiliaria internazionale|interlingua]]: una codifica compresa e conosciuta da tutti gli araldi e scribi dell'Impero.
 
Ecco quindi uno dei motivi per cui il persiano non diventò immediatamente una lingua franca nonostante la sua potenza militare: la mancanza di una propria tradizione scritta lo rendeva inadatto all'amministrazione e coordinazione del territorio; quindi, pur essendo parlato dai conquistatori di un impero tanto vasto, rimase momentaneamente lingua d’élite.
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Durante questo periodo lungo qualche decina di secoli, fu proprio l'aramaico a subìre un forte declino come lingua franca, mentre il persiano - che nel frattempo aveva conosciuto un’evoluzione in [[Lingua pahlavi|pahlavi]] - aumentò proporzionalmente la sua diffusione.
 
Con l'uccisione dell'ultimo sovrano [[Sasanidi|sasanide]] [[YazdegerdYazdgard III]] nel 651 d.C., l'impero collassò sotto l'invasione araba. Essa rappresentò una vera e propria apertura ad un nuovo mondo, sebbene la rivoluzione linguistica non si scatenò subito. Lo scopo degli invasori era quella di promuovere la [[lingua araba]] come nuovo mezzo di comunicazione “ufficiale”, nonché ovviamente come lingua di fede: ma questo processo si trascinò per generazioni, principalmente per due motivi. Per prima cosa, l'arabo non era mai stato altro che la lingua di una società tribale, e dunque era naturale che l'amministrazione continuasse ad essere condotta in pahlavi. L'ordine del Califfo di utilizzare l'arabo come lingua ufficiale arrivò nel 697 d.C., ma solo nel 742 d.C. tale regola venne effettivamente applicata. Inoltre, le prime generazioni di parlanti arabi non avevano provato ad imporre attivamente la propria lingua, neanche per motivi di fede, in quanto avevano paura di un calo nelle entrate derivanti dalle tasse, da cui i credenti musulmani erano esenti. Ciononostante, l'arabo divenne un mezzo di comunicazione scritta ufficiale, religiosa e intellettuale di alto livello.
 
Gli effetti sul persiano, che continuò a mantenere comunque salde le sue radici, furono incredibilmente positivi. Prima di tutto, non c’era stata alcun tipo di resistenza politica al dominio arabo, e ovviamente l'élite religiosa svolgeva i suoi compiti in lingua araba. Questo causò un vero e proprio rinnovamento della lingua persiana (conosciuta poi come [[Lingua persiana antica#Evoluzione linguistica|nuovo persiano]]), che si arricchì di termini arabi, mentre i nativi iraniani arricchivano il proprio vocabolario con termini di cui non avevano avuto bisogno fino ad allora, necessitando solo del lessico lavorativo. Ciononostante, nel lungo periodo l'arabo perse sempre più terreno - eccetto nell'utilizzo come lingua forbita e di scienza, in cui il persiano mancava proprio di vocaboli - a favore della lingua nativa, a dimostrazione del fatto che una lingua franca perde forza nel momento in cui non serve più al suo scopo.
 
Se fino ad allora il persiano era servito più da [[Madrelingua|L1]] che da LF, la situazione cambiò radicalmente dal 1000 d.C. in poi, con le rivolte degli schiavi turchi nei territori di dominio iraniano. Difatti, sebbene il popolo turco riuscì a passare da schiavo a sovrano, non operò con l'intento di rivoluzionare la lingua del territorio iraniano. Così come l'utilità dell'aramaico era stata accettata millenni prima dalla sovranità persiana, adesso la lingua persiana veniva accettata e portata avanti dai turchi. Inoltre, essi erano ben propensi ad abbracciare la fede islamica (i suoi leader erano già stati convertiti), e questa resa religiosa fu cruciale per l'accettazione del persiano, sebbene l'uso del turco parlato venne comunque portato avanti da tribù come i [[d:Q32853|Ghaznavids]]. Più avanti, il (ormai nuovo) persiano e la sua cultura vennero globalmente accettati come standard di civilizzazione, e dunque la lingua madre dei turchi fu reimpiegata come base scritta per la letteratura.<ref>{{Cita|Ostler|pp. 66-113}}</ref>
 
=== Il greco ===
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Il greco era riuscito a diventare una lingua franca per tutta l'area ovest del Mediterraneo non solo perché chiave di una vasta commercializzazione, ma anche per motivi di prestigio culturale, letterario, scientifico e di intrattenimento.
 
A est, invece, la situazione era differente. Le colonie intorno al Mar Nero vennero fondate tutte nei pressi della città di [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], in cui il greco parlato era simile alla parlata comune (“''koine dialektos''”, diffusa ad Atene, sarebbe diventata lo standard universale dal terzo secolo a.C.). In questa area, tuttavia, la diffusione del greco non portò alla creazione alcuna di comunità di parlanti greci in zona; rimase semplicemente una lingua parlata da commercianti e viaggiatori, influenzando ben poco la linguistica locale.<ref>{{Cita|Ostler|pp. 116-123}}</ref>
 
=== Il latino ===
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Gli usi dell'italiano non si limitano al settore commerciale. Nel '500, l'area centro-settentrionale italiana era una delle più ricche d'Europa in termini di cultura, letteratura, musica: la lingua italiana si diffonde quindi come mezzo di comunicazione tra i parlanti europei più altolocati, quasi al pari col francese, proprio per la sua "musicalità".
 
La diffusione dell'italiano proseguì fino al Settecento come lingua della corrispondenza diplomatica tra occidentali di diverse nazioni, nonché come forma di contatto diplomatico tra la [[Sublime Portaporta]] e l'Europa. Degna di nota è la presenza dell'italiano - in assenza di italiani - nella diplomazia internazionale, da considerare possibile non solo grazie alle attività delle città marinare nel Mediterraneo, ma anche all'assorbimento di una quota importante di giovani greci che il patriziato manda dalla Turchia a studiare in Occidente. Al ritorno, questi sono in grado di produrre testi elaborati, di natura commerciale e diplomatica.<ref>{{Cita|Bruni|pp. 178-180}}</ref> Tra i documenti internazionali redatti anche in lingua italiana, ricordiamo:
* il trattato di pace tra Russia e Turchia (21 luglio 1711)<ref>{{Cita|Bruni|p. 181}}</ref>;
* il trattato di pace di Austria e Russia con la Turchia (1736)<ref>{{Cita|Bruni|p. 189}}</ref>;
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==== Tanzania ====
In Tanzania la lingua franca principalmente diffusa era lo swahili, rinforzato anche dall'impegno dei missionari europei nelle scuole, e portato avanti fino alla conquista degli inglesi nel 1918. Nel periodo dal 1961 al 1964, con l'ottenimento dell'indipendenza, lo [[Lingua swahili|swahili]] è stato prepotentemente reintegrato al posto dell'inglese, mettendo d’accordod'accordo tutte le piccole comunità del Paese (nessuna delle quali è più o meno potente delle altre).<ref>{{Cita|Ostler|pp. 13-14}}</ref>
 
==== Brunei ====
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==== India ====
Il Paese dell'India è suddiviso in numerose regioni, più precisamente diciotto, ognuna delle quali si differenzia dalle altre per la lingua ufficiale utilizzata. Una di queste, l'[[Lingua hindi|hindi]], è anche la lingua ufficiale dell'intera India, affiancata dall'inglese come "lingua sussidiaria" per mantenere i contatti con le regioni indiane che non hanno scelto l'hindi come lingua ufficiale. L'[[Languages with official status in India|Official Languages Act]] del 1963 garantisce che l'inglese non possa essere eliminato come lingua sussidiaria, a meno che la proposta non venga varata da tutte le regioni indiane che non hanno l'hindi come lingua ufficiale.
 
==== Zambia, Malawi, Uganda, Kenya (Africa Orientale) ====
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=== L'inglese in Europa ===
Nell'[[Unione europea]] (UE) sono presenti circa 60 lingue parlate, di cui 23 sono riconosciute come “[[lingua ufficiale|lingue ufficiali]]”, ovvero che ricoprono uno status ufficiale in un determinato Paese.<ref>{{Cita|Ostler|p. 23}}</ref>
 
In teoria, è possibile sfruttare una qualunque di queste 23 lingue per comunicare con le autorità dell'UE. In pratica, le lingue franche effettivamente utilizzate sono ben poche. Inizialmente erano solo il [[lingua francese|francese]] ed il [[lingua tedesca|tedesco]], ma dal [[1973]] - mentre i Paesi entravano man mano a far parte dell'UE ed il numero di lingue ufficiali aumentava - venne introdotto anche l'inglese.<ref>{{Cita|Ostler|p. 24}}</ref>
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Storicamente, l'inglese non è mai stato lingua franca in Europa. Nell'area centro-occidentale dell'Europa c’era stato il latino, seguito dal più moderno francese grazie alla famosa [[rivoluzione francese|rivoluzione]] del 1789, ed infine seguito dall'inglese a partire dai primi del 1919, quando col Trattato di Versailles la Gran Bretagna e gli USA giocarono un ruolo chiave come potenze vincitrici in Europa.
 
Uno dei primi ed importanti cambiamenti linguistici fu quello applicato nella [[Germania nazista]] nel 1937, quando si decise di insegnare l'inglese come prima lingua straniera, al posto del francese. La situazione cambiò ulteriormente alla fine della [[Seconda Guerraguerra Mondialemondiale]], quando tutti i Paesi che avevano come lingua straniera il tedesco lo sostituirono con l'inglese per ovvie ragioni. La disfatta di sicuro non giovò alla lingua tedesca, che venne prontamente abbandonata e sostituita, mentre la lingua inglese dei vittoriosi [[Regno Unito]] e [[Stati Uniti d'America]] conobbe una notevole diffusione a discapito di altre lingue, grazie all'introduzione nei sistemi scolastici di numerosi Paesi europei.
 
Il prestigio globale dei suoi parlanti; la posizione dominante di Regno Unito e Stati Uniti come potenze politiche ed economiche, nonché nelle tecnologie di produzione e comunicazione; il desiderio dei commercianti esteri di approfittare ed inserirsi nel mercato anglo-americano: tutto ciò ha reso l'inglese la lingua franca su cui scommettere globalmente in Europa dal 1950 in poi.<ref>{{Cita|Ostler|pp. 25-28}}</ref>
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Se fino a non molti anni fa le traduzioni da una lingua all'altra potevano essere effettuate solo consultando dizionari, o al massimo specializzandosi frequentando scuole per interpreti, l'introduzione della [[Traduzione automatica|MT]] (“traduzione automatica”, dall'inglese “machine translation”) ha fornito un primo strumento informatizzato più veloce ma meno preciso. Anche oggi, sebbene questi strumenti siano in continuo perfezionamento e forniscano la possibilità di fare traduzioni tra molte coppie di lingue, possono difficilmente sostituire le traduzioni eseguite da esseri umani. Il problema sta nel fatto che la MT viene approcciata da un punto di vista monolinguistico, ovvero si tenta di tradurre qualunque linguaggio straniero nella lingua desiderata. Anche la lingua franca è basata su questo, ed è una pratica ed efficace soluzione. Invece, la MT ha fallito nel raggiungere un risultato reputabile consistente ed affidabile, qualcosa di cui l'utilizzatore può essere soddisfatto.
 
Ovviamente, col passare del tempo, l'evoluzione tecnologica del linguaggio porta a spostare sempre più in là i limiti che un tempo sarebbero sembrati invalicabili. Infatti, una volta capito che una traduzione eseguita sul modello MT non porta a risultati soddisfacenti, ci si è concentrati sulla possibilità di “insegnare” ad un [[traduttore automatico]] sulla base di esperienze, fornitegli in input. Questi procedimenti di ''automatic processing'' vengono eseguiti sui [[corporacorpus]] (ma anche su discorsi registrati, ed in tal caso è necessario uno strumento di [[Riconoscimento vocale|speech recognition]]), ovvero un largo quantitativo di testo che vengono forniti in modo da essere trattabili in un’analisi digitale. Da questi file è quindi possibile trarre indici, glossari, sinonimi e contrari, che possono fare da base per veri e propri dizionari. È anche possibile derivare modelli statistici del linguaggio, nonché modelli di equivalenza tra linguaggi.
 
Il risultato nel lungo termine, secondo Ostler, è proprio quello che ci si aspetta: la distruzione delle barriere linguistiche fra lingue senza la distruzione delle lingue stesse.<ref>{{Cita|Ostler|p. 266}}</ref> Nonostante questa generazione stia continuando a studiare l'inglese per non essere esclusa dalla cultura e dal lavoro, la prospettiva di una mutuale accessibilità tra diverse L1 sta diventando reale: nel dicembre 2014 è stata rilasciata da [[Microsoft]] la prima versione di Skype Translator, un tool di traduzione simultanea che permette di comunicare in tempo reale con interlocutori stranieri parlando la propria lingua.
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* [[Globish]]
* [[Lingua volgare]]
* [[Lingua sabir]]
 
== Altri progetti ==