Falso filatelico: differenze tra le versioni

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Generalmente il falso per posta è un oggetto ricercati dai collezionisti in quanto considerato alterazione utile al confronto con un documento autentico. Il primato in termini di comparsa temporale dei francobolli falsi spetta all'[[Italia]]<ref>[http://digilander.libero.it/danielefocosi/acs/falsiasi.htm Antichi Stati Italiani : la falsificazione dei francobolli non ha età<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>: il [[Regno Lombardo-Veneto]] emise la prima serie di francobolli nel [[1850]], che venne ben presto falsificata in alcuni suoi esemplari. In questo Stato furono realizzati due tipi di falsi, quelli di [[Verona]] e quelli di [[Milano]]. I falsi di Verona riguardavano i valori da 15 e 30 centesimi della prima emissione del Lombardo Veneto e vennero eseguiti nel [[1853]] da un certo Gaetano Alberti, un tipografo che venne scoperto e processato per questo reato ed il 10 luglio [[1854]] condannato a due anni di carcere. Prima di essere scoperto, Alberti riuscì a smerciare almeno 3.700 esemplari del taglio da 15 centesimi e altrettanti da 30 centesimi sia in [[Veneto]] che in [[Lombardia]]. I falsi di Milano furono realizzati da uno o più autori mai scoperti (furono falsificati i valori da 15, 30 e 45 centesimi, in tempi diversi, dando origine a diversi tipi), tra il [[1857]] ed il [[1859]].
 
Il [[Regno di Napoli]] venne particolarmente funestato per i francobolli falsi recanti l'effige del sovrano, re [[Francesco II delle Due Sicilie]]. I valori emessi nel [[1858]] vennero facilmente falsificati da uno o più tipografi che - con ogni probabilità - si ripeterono il lustro successivo falsificando il valore che riportava l'effige di [[Vittorio Emanuele II]] re d'[[Italia]]. Circa l'emissione del 1858 i falsi riguardarono i valori da 1, 2, 10 e 20 grana: furono così tanti che si pensa che i falsari agissero con la complicità degli stessi impiegati postali. Il francobollo da 20 grana, in particolare, fu falsificato in così grande quantità da detenere un singolare primato filatelico internazionale: è l’unico caso in cui il falso per posta è più comune dell’originale.
I primi francobolli falsi comparsi per frodare le poste del neonato [[Regno d'Italia]] risalgono al [[1863]] e comparvero a [[Napoli]] (due tipi) e [[L'Aquila]] (un solo tipo). I falsari presero di mira un francobollo che recava l'effigie di Re [[Vittorio Emanuele II]] di [[Casa Savoia|Savoia]]. Curiosamente, il francobollo falsificato è pure il primo valore bollato a riportare la dicitura "Italia" delle emissioni nazionali. I falsari vennero scoperti e processati tra il dicembre 1863 e la primavera del [[1864]].
 
I primi francobolli falsi comparsi per frodare le poste del neonato [[Regno d'Italia]] risalgono al [[1863]] e comparvero a [[Napoli]] (due tipi) e [[L'Aquila]] (un solo tipo). I falsari presero di mira un francobollo che recava l'effigie di Re [[Vittorio Emanuele II]] di [[Casa Savoia|Savoia]]. Curiosamente, il francobollo falsificato è pure il primo valore bollato a riportare la dicitura "Italia" delle emissioni nazionali. Il francobollo originale venne emesso nel febbraio 1863 e già due mesi dopo il napoletano fu invaso da una doppia falsificazione del valore bollato. Probabilmente per sfuggire alle indagini della [[Polizia]] il falsario (od i falsari) si trasferirono in [[Abruzzo]] tra giugno e luglio di quell'anno. A settembre iniziarono ad allestire il terzo falso che - tra ottobre e dicembre - venne prodotto in almeno 5.000 unità. Leautorità postali, allarmate, il 26 dicembre bloccarono tutta la corrispondenza in uscita dall'Abruzzo e la verificarono una ad una. I falsari napoletani vennero scoperti e processati tra il dicembre 1863 e la primavera del [[1864]]. Del falsario abruzzese non si seppe più alcunchè, ma non fu rintracciato.
 
Un falso non con scopo di frode, bensì d'ammonimento, fu un'imitazione realizzata da Giuseppe Re nel 1863, Segretario del Ministero dei lavori Pubblici e tipografo di professione, per allertare la Direzione delle Poste del pericolo delle contraffazioni dei valori allora in corso stampati dalla tipografia britannica "De La Rue". Ne esistono soltanto tre esemplari due dei quali affrancavano una lettera regolarmente recapitata al Ministro delle Finanze [[Quintino Sella]].