Anna Maria Luisa de' Medici: differenze tra le versioni

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[[File:Justus Sustermans 008.jpg|thumb|left|[[Ferdinando de' Medici|Ferdinando]] ed Anna Maria Luisa de' Medici con la loro governante, [[Justus Sustermans]].]]
 
Anna Maria Luisa nacque l'11 agosto del 1667 da [[Cosimo III de' Medici]], Granduca di Toscana, e dalla consorte [[Margherita Luisa d'Orléans]], duchessa di Montpensier, quando ormai le relazioni tra i genitori erano così deteriorate che la madre, accortasi di essere rimasta incinta, tentò di procurarsi un aborto andando a cavallo a rotta di collo<ref>{{Cita|Acton|p.101}}.</ref>.
 
La nascita della bambina, secondogenita ed unica figlia della coppia, non migliorò il rapporto tra i coniugi: Cosimo continuò a disinteressarsi della moglie per dedicarsi alla preghiera e agli affari pubblici, Margherita Luisa non cessò di umiliare il marito in tutte le occasioni possibili fino a denominarlo, alla presenza del nunzio apostolico, come un "povero sposo"<ref>{{Cita|Acton|p.93}}.</ref>.
 
Tale situazione continuò fino al 26 dicembre del 1674, quando, fallito ogni tentativo di conciliazione, Cosimo, asceso al trono da quattro anni, acconsentì alla partenza della moglie per il convento di Saint Pierre in Montmare dietro la rinuncia, da parte di lei, dei privilegi connessi al suo status di ''[[fils de France|petite fils de France]]'' e con l'onere che alla morte l'intero patrimonio sarebbe passato ai figli; in compenso Cosimo concesse una pensione di 80.000 livres<ref>{{Cita|Acton|pp. 133-135}}.</ref>.
 
Margherita Luisa abbandonò Toscana nel mese di giugno 1675: Anna Maria Luisa non rivide mai più la madre<ref>{{Cita|Strathern|p.389}}.</ref> e fu cresciuta dalla nonna paterna, la granduchessa vedova Vittoria della Rovere ma in ogni caso non le mancò la stima e l'affetto del padre<ref>{{Cita|Young|p.471}}.</ref>.
 
=== Elettrice Palatina ===
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Nel 1669, Anna Maria Luisa fu considerata come potenziale sposa del delfino [[Luigi il Gran Delfino|Luigi]], l'erede apparente di [[Luigi XIV di Francia]] ma Cosimo III non voleva un secondo matrimonio francese e declinò l'offerta, preferendo intavolare trattative per maritare la figlia a re [[Pietro II del Portogallo]]<ref>{{Cita|Acton|p. 151}}.</ref>.
 
I ministri portoghesi, tuttavia, temendo che avesse ereditato il carattere capriccioso della madre o che potesse influenzare eccessivamente il debole sovrano, rifiutarono la proposta; va notato, tuttavia, che Anna Maria Luisa, secondo l'opinione dei contemporanei, aveva ereditato il carattere rigido, freddo, autoritario del padre e della nonna Vittoria della Rovere piuttosto che quello della madre<ref>{{Cita|Acton|p. 165}}.</ref>.
 
A seguito di rifiuti provenienti da Spagna, Portogallo, Francia e [[Vittorio Amedeo II di Savoia|Savoia]], l'imperatore [[Leopoldo I del Sacro Romano Impero]], propose l'Elettore del Palatinato [[Giovanni Guglielmo del Palatinato|Giovanni Guglielmo]] mentre il re inglese, [[Giacomo II Stuart]] indicò il cognato [[Francesco II d'Este|Francesco d'Este]], figlio del duca Alfonso IV di Modena: la principessa, ritenendo che, maritandosi con il figlio di un duca avrebbe sminuito il suo rango di principessa granducale, diede la sua preferenza all'elettore Giovanni Guglielmo<ref>{{Cita|Acton|pp. 181-182}}.</ref>.
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[[File:Anna Maria Luisa child.jpg|thumb|Ritratto di Anna Maria Luisa con i Fiori, opera di [[Antonio Franchi]], c. 1682–1683.]]
 
Lei partì per [[Düsseldorf]], la capitale del marito, il 6 maggio 1691, accompagnata dal fratello minore, [[Gian Gastone de' Medici]] ma Giovanni Guglielmo la raggiunse di sorpresa a [[Innsbruck]], dove si sposarono ufficialmente; nel frattempo il Palatinato era divenuto [[Guerra della Grande Alleanza|campo di battaglia]] tra Luigi XIV, che, a nome del fratello [[Filippo I d'Orléans|Filippo]], aveva occupato la città di [[Philippsburg]] mentre l'imperatore Leopoldo difendeva i diritti di Giovanni Guglielmo<ref>{{Cita|Wilson|p. 88}}.</ref><ref>{{Cita|Previtt|p. 14}}.</ref>.
 
Nel 1692, giunti nel Palatinato, l'elettrice rimase incinta ma abortì; in merito si pensa che avrebbe contratto la [[sifilide]] dal marito cosa che avrebbe cagionato una sterilità<ref>{{Cita|Hale|p. 188-189}}.</ref><ref>{{Cita|Hibbert|p. 304}}.</ref>.
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Durante la sua permanenza nel Palatinato, Anna Maria Luisa non trascurò, tuttavia, di mantenersi in rapporti epistolari sia con il padre sia con lo zio, il cardinale [[Francesco Maria de' Medici]], governatore di [[Siena]], che spesso rimproverò per i suoi vizi<ref>{{Cita|Acton|p. 246}}.</ref>.
 
Inoltre, su impulso del padre, Anna Maria Luisa organizzò il matrimonio di suo fratello Gian Gastone con l'erede del ducato di Sassonia Lauenburg, [[Anna Maria Francesca di Sassonia-Lauenburg|Anna Maria Francesca]]: si sposarono il 2 luglio 1697 a Düsseldorf<ref>{{Cita|Acton|pp. 208-211}}.</ref> ma non andarono mai d'accordo e, infine, si separarono nel 1708<ref>{{Cita|Strathern|p. 404}}.</ref>.
 
Nello stesso anno, infine, si concluse la Guerra dei Nove Anni con la [[pace di Ryswick]] che sancì il ritiro delle truppe francesi dal Palatinato e compensò Giovanni Guglielmo con la contea di [[Megen]]; ogni questione religiosa, lascito della guerra, fu risolta nel 1705 quando Giorgio Guglielmo, su richiesta del principe elettore di Brandeburgo, concesse la ''Religionsdeklartion'', un atto che sanciva la libertà religiosa per gli oltre 2.000 ugonotti che si erano rifugiati nel Palatinato dopo la revoca dell'[[Editto di Nantes]]<ref>{{Cita|Otterness|pp. 14-15}}.</ref>.
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Nel maggio 1716, Carlo VI, la cui posizione riguardo alla successione oscillava, accettò che Anna Maria Luisa potesse succedere al fratello ma aggiunse che Austria e Toscana avrebbero dovuto trovare un accordo sulla dinastia che avrebbe seguito i Medici<ref>{{Cita|Acton|p. 262}}.</ref> offrendo come compenso anche lo [[Stato dei Presidi]].
 
Nel giugno 1717 , Cosimo sancì che alla morte di Anna Maria Luisa e di Gian Gastone, la corona di Toscana sarebbe passata alla casa d'Este alla condizione che gli stati, ancorché governati dal medesimo sovrano, restassero amministrativamente separati ma tale scelta fu rigettata dall'imperatore che dichiarò inaccettabile l'unione dinastica tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena<ref>{{Cita|Acton|pp. 267}}.</ref>.
 
=== Ritorno a Firenze ===
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Il 4 aprile del 1718, Inghilterra, Francia, la [[Repubblica delle Sette Province Unite]] e l'Austria, selezionarono come erede di Gian Gastone il figlio primogenito di Elisabetta Farnese e Filippo V di Spagna, l'infante Carlos senza fare alcun riferimento ad Anna Maria Luisa<ref>{{Cita|Solari|pp. 261-282}}.</ref>.
 
Nel 1722, le grandi potenze, nonostante le proteste di un impotente Cosimo, negarono ogni riconoscimento ad Anna Maria Luisa<ref>{{Cita|Acton|pp. 275}}.</ref>; poco tempo prima, inoltre, era morta Margherita Luisa la quale, piuttosto che lasciare i suoi beni ai figli superstiti, Gian Gastone ed Anna Maria Luisa, li devolse alla Principessa di Epinoy, una lontana parente<ref>{{Cita|Acton|pp. 272-273}}.</ref>.
 
Il 25 ottobre 1723 sei giorni prima della sua morte, Cosimo III divulgò un proclama finale in cui ribadiva che la Toscana sarebbe rimasta indipendente e che, alla mote di Gian Gastone, sarebbe salita al trono Anna Maria Luisa la quale avrebbe provveduto ad adottare il suo successore; in ogni caso, tale proclama rimase inevaso<ref>{{Cita|Acton|pp. 275-276}}.</ref>.
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=== L'Ultima Medici ===
 
Gian Gastone morì il 9 luglio 1737, circondato dalla sorella e dai prelati<ref>{{Cita|Young|p. 494}}.</ref> e pertanto, secondo gli accordi, il titolo granducale passò al duca di Lorena mentre ad Anna Maria Luisa sarebbero spettati i possedimenti allodiali, le vesti di stato, le gallerie d'arte, le proprietà nel Ducato d'Urbino, lascito di Vittoria della Rovere ed il danaro liquido di casa Medici, oltre 2 milioni di fiorini<ref>{{Cita|Young|p. 502 e 508}}.</ref>.
 
Il [[Marc de Beauvau, principe di Craon|principe di Craon]], inviato del nuovo granduca, offrì a suo nome ad Anna Maria Luisa la reggenza sul Granducato ma costei rifiutò preferendo vivere in Palazzo Pitti e continuare a dedicarsi al riordino delle collezioni d'arte.
 
Fu proprio questa passione per l'arte a portarla a compiere il gesto per cui è rimasta famosa e che fu la vera fortuna della città di Firenze: il 31 ottobre 1737<ref>{{Cita|Napier|p. 595}}.</ref> Anna Maria Luisa stipulò con la nuova dinastia regnante il cosiddetto "Patto di Famiglia" che stabiliva che i Lorena non potessero trasportare «o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato ... Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose... della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri.»<ref>{{Cita|Young|pp. 502-503}}.</ref>.
 
Con questo patto Anna Maria Luisa permise che Firenze non perdesse nessuna opera d'arte e che non subisse la sorte di [[Ferrara]], di [[Urbino]], di [[Mantova]] o di [[Parma]], che all'estinzione o all'allontanarsi delle loro casate regnanti erano state letteralmente svuotate dei tesori artistici e culturali assicurando nel contempo le basi per il moderno sviluppo turistico della regione<ref>{{Cita|Lawrence|p. 235}}.</ref>
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[[Categoria:Sepolti nelle Cappelle medicee]]
[[Categoria:Elettrici Palatine|Anna Maria Luisa]]
 
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