Dylan Thomas: differenze tra le versioni

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All'indiscusso valore poetico di Thomas, si accompagna però una vita di grande dissolutezza, fatta di sperperi e di [[alcolismo]], che spinse la sua famiglia sull'orlo della povertà. Malgrado la sua dipendenza dall'alcol e perennemente ossessionato dalla mancanza di denaro e dai debiti, ebbe sempre la solidarietà del mondo intellettuale che, riconoscendone il genio, non gli fece mancare sostegni economici e morali.
 
Comparso come una meteora, appena ventenne, a sconvolgere scuole e teorie, Thomas fa vivere alla poesia inglese, fra gli anni Trenta e Quaranta, un'incantevole stagione di vigore creativo. Fin dai suoi esordi, con la forza del provinciale che resta legato alle sue origini, ignora il dibattito intellettuale e, con suprema maestria e abilità da funambolo, sembra scavalcare ogni tradizione poetica. La sua opera, oscura e labirintica, porta alle estreme conseguenze le tecniche dell'analogia, dell'associazione e dell'enumerazione caotica, con l'unico limite della forma stilistica: una struttura che comunque - come egli ebbe a dire - "nasce da sé, dalle parole e dalle espressioni di esse, e non è mai sovraimposta".
 
[[File:The Shed.JPG|thumb|left| Il capanno della Boathouse, Laugharne]]
Dalle poesie ai racconti, le suggestioni sono quelle assolutamente concrete e insieme favolose della propria piccola patria, Swansea e il Galles: con gli interni gremiti, le stradine tortuose, le colline di orti e di fattorie, il vento dell'oceano e gli aromi selvatici della campagna. La poesia di Thomas, come quella di un antico bardo, si nutre infatti di miti: il folclore locale, la religione biblico-contadina e panteista, la saga familiare e le leggende della propria giovinezza si confondono in un vortice inebriante di immagini. Il suo linguaggio variopinto è un concentrato semantico e sonoro e viene descritto dallo stesso autore come un "metodo dialettico": "un costante sorgere e crollare delle immagini che si sprigionano dal germe centrale, esso stesso distruttivo e costruttivo insieme". Thomas si colloca innanzitutto sulla linea di [[William Blake]] e di G.M. [[Gerard Manley Hopkins|Hopkins]], ma il carattere vorticoso, furiosamente visionario e aggrovigliato della sua ispirazione ne fanno una sorta di unicum nel panorama della poesia contemporanea.
 
Nel corso di un suo viaggio negli Stati Uniti, gli fu commissionato da [[Igor Stravinsky]] un libretto per un'[[opera lirica]] che però non vide mai la luce. Il quarto viaggio negli Stati Uniti fu anche l'ultimo: arrivò il 20 ottobre 1953, già piuttosto malandato, per un ciclo di conferenze sulla poesia organizzato da Malcom Brinnin. Qualche giorno dopo, il 26 ottobre, solo grazie ad una iniezione del dottor Feltenstein Thomas riuscì a fare due performance di Under Milk Wood, dopo le quali ebbe un crollo. Il giorno seguente non poté neanche trattenersi a un party organizzato in suo onore. A New York il 2 novembre si erano registrati livelli di smog elevatissimi - alla fine del mese le persone morte a causa di problemi respiratori legati allo smog ammontavano a circa duecento. Thomas, che già soffriva di problemi respiratori ne risentì molto.
 
Il 4 novembre, sempre più affannato fu visitato dal dottor Feltenstein che gli iniettò una robusta dose di morfina. I risultati furono pessimi tanto che dopo poco divenne cianotico, riuscendo a respirare con sempre maggiori difficoltà. Quando arrivò l'ambulanza era già in coma. Morì in ospedale il 9 novembre. L'autopsia rivelò che, benché il poeta fosse morto di polmonite, il problema principale era un grosso edema al cervello causato da una sacca di liquido cerebrospinale. Il fegato mostrava invece solo lievi segni di cirrosi.
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