Moldavia (regione storica): differenze tra le versioni

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Il nome ''Moldavia'' deriva dal fiume [[Moldavia (fiume)|Moldavia]], in [[Romania]].
* L'origine del nome del fiume non è certa, ma si crede che derivi dalle parole dace "molta" (molte) e "dava" (città).
Un'altra variante presuppone il nome di questo fiume come originario da quello di un nobile di [[MaramureşMaramureș]].
 
== La Moldavia storica ==
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[[File:Humorstefan.jpg|thumb|Stefano il Grande (quadro 1473)]]
 
Il Principato si espanse progressivamente sotto [[Roman I]] e i suoi successori; sotto [[ŞtefanȘtefan cel Mare]] (Stefano il Grande) ([[1457]]-[[1504]]), il più conosciuto principe moldavo, arrivò a formare un vasto dominio che comprendeva il territorio tra i Carpazi a ovest, il fiume Nistro a est, il Mar Nero a sud, e la Bucovina a nord.
 
Stefano spronò i contadini della Moldavia organizzando un'armata di 55.000 uomini, e respinse un attacco da parte delle forze del re ungherese [[Mattia Corvino]] in un azzardato assalto notturno. Insieme ad un'armata di nobili e piccoli proprietari lottò contro i [[Polacchi]] e i [[Tatari]]. L'armata di Stefano invase poi la Valacchia nel [[1471]] e sconfisse i Turchi, anche se questi contrattaccarono nel [[1473]] e [[1474]]. Dopo queste battaglie, Stefano implorò [[papa Sisto IV]] di formare un'alleanza cristiana contro i [[Turchi]]. Il Papa rispose con una lettera in cui nominava Stefano "Atleta di Cristo", ma non badò alla chiamata di Stefano per un'alleanza cristiana.
 
Negli ultimi decenni del regno di Stefano, i Turchi incrementarono la pressione sulla Moldavia. Catturarono dei porti strategici sul [[Mar Nero]] nel [[1484]] e bruciarono la capitale moldava, [[Suceava]], nel [[1485]]. Fu questa una delle sole due battaglie maggiori che Stefano perse, sulle 36 che condusse. Stefano riguadagnò una vittoria nel [[1486]], ma in seguito limitò i suoi sforzi ad assicurare l'indipendenza della Moldavia nello scenario diplomatico. Frustrato dai vani tentativi di unire l'Occidente contro i Turchi, Stefano, sul letto di morte, a quanto pare disse a suo figlio di sottomettersi ai Turchi se questi avessero offerto una sovranità degna di onore. Alla fine del suo principato, comunque, l'indipendenza della Moldavia era per il momento assicurata, dal momento che l'oro moldavo non era più diretto a Istanbul come tributo. Guerre di successione indebolirono la Moldavia dopo la sua morte, e sotto signori deboli che nominavano nobili alla guida dell'esercito e che non investivano le loro risorse economiche, la Moldavia decadde e si impoverì. In queste condizioni, la Moldavia cadde sotto l'influenza del potere ottomano nel periodo che intercorre tra la morte di [[ŞtefanȘtefan cel Mare]] avvenuta nel [[1504]] e il [[1512]], divenendo uno stato tributario dell'Impero Ottomano per gran parte dei seguenti 300 anni. Non potendo sempre far arrivare i pagamenti del tributo richiesti dall'Impero Ottomano, né tantomeno difendere i propri interessi locali, intervenendo nella scelta dei prìncipi di Moldavia (dal momento che non sempre era possibile corrompere le autorità ottomane per influenzarle nelle loro nomine), il popolo moldavo dovette alternativamente soffrire anche numerose invasioni dirette da parte degli stessi Turchi, dei Tatari, e dei Russi.
 
[[File:Mihai 1600.png|thumb|left|Moldavia, Valacchia e Transilvania nel 1600 sotto Michele il Bravo]]
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L'[[Impero russo]] a partire dal [[1769]] occupò ripetutamente il territorio compreso tra i fiumi Prut e Nistro.
 
Nel 1792, in base al [[trattato di IaşiIași]], l'[[Impero Ottomano]] fu forzato a cedere all'Impero Russo i territori che prima aveva detenuto nella regione oggi chiamata [[Transnistria]].
 
L'espansione russa continuò quando la [[Bessarabia]] (regione che derivava il suo nome da quello del suo fondatore [[Basarab I]]) fu annessa e più tardi incorporata nell'Impero Russo, dopo la battaglia russo-turca del [[1806]], conclusasi con il [[Trattato di Bucarest (1812)|Trattato di Bucarest]] del 1812.
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La Russia e la Moldavia hanno firmato nell'Ottobre 1994 un trattato che prevede il ritiro delle truppe russe dalla Transnistria, ma il governo russo si è poi rifiutato di ratificare il trattato. Così l'accordo di cessate il fuoco era ancora in vigore all'inizio dell'anno 1995, quando, in seguito al fallimento di ulteriori negoziati, che avevano avuto anche la mediazione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa (CSCE) e delle Nazioni Unite (ONU), le speranze di poter smorzare la tensione e di poter arrivare al ritiro dell'esercito russo in un tempo ragionevole scesero ad un livello molto basso.
 
In marzo e aprile 1995, alcuni studenti delle scuole e delle università moldave iniziarono una serie di scioperi e di dimostrazioni a ChişinăuChișinău per protestare contro le politiche del governo riguardanti la cultura e l'educazione. Agli studenti si sono aggiunti molti rappresentanti del mondo intellettuale e più tardi anche dei lavoratori e dei pensionati, che protestavano contro il governo per motivi economici. Il problema, anche emozionale, che veniva posto a bandiera della discussione riguardava la scelta della lingua nazionale: se cioè dovesse chiamarsi "moldava", come era denominata nella Costituzione approvata nel 1994, o "romena", così come aveva suggerito la maggioranza degli esperti linguistici, secondo i quali le differenze fra la lingua della Moldavia e quella della Romania sono da considerarsi quasi inesistenti.
 
Nel suo discorso del 27 aprile di fronte al Parlamento, il Presidente Snegur chiese ai Parlamentari di emendare la Costituzione e di cambiare il nome della lingua nazionale in "romena". La decisione finale fu presa dal Governo verso la fine di autunno a causa dell'articolo costituzione che stipula che, tra una modifica della Costituzione e la successiva, devono passare almeno 6 mesi. Le dimostrazioni studentesche terminarono soltanto il 6 settembre.