Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano: differenze tra le versioni

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Alla morte dell'Altoviti, 22 aprile [[1479]], all'interno della famiglia vallombrosana avvenne lo scisma: il gruppo dei cosiddetti ''sansavini'' elesse quale generale don Isidoro abate di Passignano ma tale nomina venne contestata dai monaci di Vallombrosa che elessero un loro generale nella persona di don Biagio Milanesi che nel [[1480]] ottenne anche il via libera dal papa. Lo scisma però andava ricucito e così il Milanesi in accodo con l'abate di Passignano stese una bozza di accordo. Tale accordo venne approvato da [[papa Innocenzo VIII|Innocenzo VIII]] il 31 gennaio [[1485]]; si stabilì di mettere fine alla congregazione di San Salvi, di creare la nuova ''Congregazione di Santa Maria in Vallombrosa''<ref name=passignano6/> e si obbligarono tutti i monasteri dell'ordine ad aderirvi sottraendosi alla commenda. Alla nuova congregazione chiese di aderire anche Passignano ma il papa fece sapere al Milanesi che il monastero era stato promesso a [[Lorenzo de' Medici]] con la giustificazione che essendo posto in una zona militarmente strategica, quasi al confine con Siena, non poteva essere governato da abati annuali ma doveva essere una diretta dipendenza dello stato mediceo<ref name=passignano6/>. Nel[[1485]] don Isidoro morì e il Milanesi nominò abate di Passignano Riccardo degli Alberti, tale nomina non fu gradita dal Magnifico che organizzò una spedizione punitiva. In piena notte un esercito composto da oltre 3000 fanti preceduti dal boia entrarono nel monastero, percossero e ferirono i 25 frati presenti che caricati su muli vennero spediti a San Salvi e infine espulsero l'abate<ref name=passignano6/>. Non era la prima volta che i monaci di Passignano si rifugiavano a san Salvi; già [[1478]] durante la [[Assedio di Colle Val d'Elsa|seconda invasione aragonese del Chianti]], nonostante che il monastero fosse una fortezza e disponesse di armi dell'ultima generazione, dopo che seppero della sconfitta fiorentina e dell'accampamento aragonese di stanza a [[Castellina in Chianti|Castellina]], i monaci preferirono portare via tutto e mettersi al sicuro. In quell'occasione i beni portati via vennero custoditi tra i [[Basilica di Santa Maria Novella|monasteri di Santa Maria Novella]] e [[Ex monastero di Santa Verdiana|Santa Verdiana]]<ref name=passignano6/>. Il 25 febbraio [[1487]] si tenne il matrimonio tra [[Maddalena di Lorenzo de' Medici|Maddalena]], figlia del Magnifico e [[Franceschetto Cybo]], figlio del papa e come regalo Lorenzo ottenne che il monastero di Passignano, unitamente alla [[Badia a Coltibuono]], fosse dato in commenda a suo figlio Giovanni, futuro [[papa Leone X]], il quale nel [[1499]] rinunciò alla commenda in cambio di 2000 scudi l'anno quale pensione<ref name=guarducci105/>.
 
Verso la fine del XV secolo i lavori di ampliamento erano ormai terminati ed avevano visto all'opera maestranze lombarde per i lavori alle mura mentre per la parte in pietra erano stati chiamati gli scalpellini di [[Settignano]]. Tra questi ebbe un ruolo maggiore Mariotto di Andrea di Neri<ref name=passignano6/> che realizzò i capitelli del chiostro, del pozzo, delle finestre e delle porte e inoltre fece il pulpito del refettorio, i beccatelli che tengono il tetto e le fessure per le bombarde. Per i lavori pittorici furono chiamati artisti locali. [[Bernardo di Stefano Rosselli]] nel [[1472]] dipinse le due lunette del refettorio<ref name=passignano6/>; i fratelli [[David Ghirlandaio|David]] e [[Domenico Ghirlandaio]] lavorano nel monastero una prima volta dal 25 giugno al 1º settembre [[1476]] quando eseguirono l'affresco dell<nowiki>'</nowiki>''"[[Cenacolo della Badia di Passignano|Ultima Cena]]''" per il refettorio, poi tornarono una seconda volta dal 22 ottobre al 22 dicembre [[1477]] per affrescare la sala del Capitolo infine vi tornano una terza volta dal 13 maggio al 12 giugno [[1478]] per dipingere il ''giardinuzzo''<ref name=passignano6/>. Un altro artista qui impegnato fu [[Filippo di Antonio Filippelli]], nativo nel borgo di Passignano<ref name="passignano7">{{Cita|AA.VV., Badia a Passignano|pag.7}}.</ref> e a spese dei monaci mandato a bottega dai Ghirlandaio, che qui realizzò nella galleria sovrastante il chiostro il ciclo di affreschi raffiguranti la ''Vita di San Benedetto''<ref>Archivio di Stato Firenze, Conv. soppr. 179, nn. 13-20 passim., {{Cita|AA.VV., Badia a Passignano|pag.7}}</ref>. Per gli intagli lignei furono chiamati i fiesolani Giovanni e Luca che il 5 luglio [[1482]] finirono la bella porta che dal giardino immette nel chiostro<ref name=passignano7/>.
 
=== Cinque e Seicento ===