Esercito dacico: differenze tra le versioni

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È con l'inizio del nuovo secolo che i Romani, impegnati a combattere [[Scordisci]] e [[Dardani]], arrivarono a scontrarsi anche con i loro alleati: i Daci (nel [[74 a.C.]]).<ref>AAVV, ''I Daci: mostra della civiltà daco-getica in epoca classica'', Roma dicembre 1979-gennaio 1980, p. 31.</ref> [[Floro]] racconta che l'allora governatore della [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], [[Gaio Scribonio Curione]], «giunse fino in Dacia, ma si ritirò spaventato davanti alle fitte ombre delle sue foreste».<ref>Floro, ''Epitome di storia romana'', I, 39, 6.</ref>".
 
Nella prima metà del [[I secolo a.C.]], sul territorio dell'antica Dacia, sorse uno Stato il cui centro principale si trovava nei [[Carpazi]] meridionali della Transilvania, nella zona del [[Monti OrăştieOrăștie|massiccio di OrăştieOrăștie]], arrivando a inglobare nel momento della sua massima espansione tutta la stirpe daco-getica. La formazione di questo primo Stato dacico fu potenziata soprattutto sotto la guida illuminata del re [[Burebista]], contemporaneo di [[Gaio Giulio Cesare]], il quale ristrutturò l'ordinamento interno, riorganizzò completamente l'esercito<ref name="StraboneVII3.13">Strabone, ''Geografia '', VII, 3, 13.</ref> e ampliò i limiti del regno fino alla loro massima espansione.
 
Burebista, dopo aver riorganizzato internamente lo Stato, riformò l'esercito, creando una complesso e solido sistema di [[Fortezze dacie dei monti OrăştieOrăștie|fortificazioni nelle montagne di OrăştieOrăștie]], attorno alla capitale, [[Sarmizegetusa Regia]], e al centro del nuovo Stato. L'[[aumento demografico]] della popolazione e l'accresciuta forza militare determinarono, inoltre, tutta una serie di campagne condotte negli anni dal [[60 a.C.|60]] al [[48 a.C.]] circa: in [[Illiria]] dove sottomise il popolo degli Scordisci della bassa valle del fiume [[Sava (fiume)|Sava]]; nella piana del fiume [[Tibisco]], portando le sue armate fino al lago [[Balaton]] nell'attuale [[Ungheria]], sottomettendo i territori della [[Pannonia]] e mettendo in fuga i popoli [[celti]] dei [[Boi]] e dei [[Taurisci]];<ref>Strabone, ''Geografia'', VII, 3, 11. Cesare, ''[[De bello Gallico]]'', I 5,2-5. I Boi erano stati costretti a migrare verso occidente dalla pressione dei Daci di Burebista, che li aveva cacciati dai loro territori a ovest del lago Balaton. Alcuni si erano rifugiati nell'odierna [[Boemia]], altri si erano riversati nel [[Norico]], assediando ed espugnando l'antica città di [[Noreia]], altri infine avevano percorso il fiume Danubio fino al territorio degli [[Elvezi]], a cui si erano uniti.</ref> lungo le coste del Ponto Eusino dove sottomise le [[colonie greche]] di [[Olbia Pontica|Olbia]] sul fiume [[Bug Meridionale|Bug]], [[Tyras]] sul fiume [[Nistro]], [[Histria]] (in Dobrugia), [[Costanza (Romania)|Tomi]], [[Varna (Bulgaria)|Odessos]], [[Nesebăr|Mesembria]] e [[Apollonia pontica|Apollonia]]; e infine nella parte settentrionale dei [[monti Balcani]].<ref name=daicoviciu>Hadrian Daicoviciu, ''Lo Stato dacico'', in ''I Daci: mostra della civiltà daco-getica in epoca classica'', Roma dicembre 1979-gennaio 1980, pp. 30-32</ref>
 
Si racconta che, durante la [[Guerra civile romana (49 a.C.)|guerra civile tra Cesare e Pompeo]], egli abbia tentato di approfittare della situazione, inviando ambasciatori a [[Pompeo Magno|Pompeo]], a cui avrebbe promesso aiuto militare in cambio probabilmente del riconoscimento delle sue conquiste lungo la riva destra del Danubio. Ma prima che potesse allearsi ufficialmente con quest'ultimo, Cesare riuscì a battere Pompeo [[Battaglia di Farsalo|a Farsalo]] nel 48 a.C., vanificando ogni possibile alleanza del re dace. Al contrario mise in luce quanto pericoloso poteva essere per Roma il nuovo regno formatosi in Transilvania. I Daci, infatti, dopo i successi dell'ultimo decennio apparvero così potenti agli occhi dei Romani, che lo stesso Cesare aveva programmato una spedizione contro di loro,<ref>[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], ''[[Vite dei Cesari]]'', ''Cesare'', 44.</ref> che non ebbe, però, luogo a causa della morte del [[dittatore romano]] alle [[idi di marzo]] del [[44 a.C.]].
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{{citazione|...Cesare concepì l'idea di una lunga campagna contro i Geti [si intendono i Daci di Burebista] e i [[Parti]]. I Geti sono una nazione che ama la guerra ed una nazione vicina, che doveva essere attaccata per prima. I Parti dovevano essere puniti per la perfidia usata contro [[Marco Licinio Crasso|Crasso]]''.|[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerra Civile'', II, 110.}}
 
Poco dopo anche Burebista venne assassinato, vittima di un complotto di una parte dell'aristocrazia tribale, ed il regno diviso in quattro (o forse cinque) parti, governate da diversi regnanti.<ref>Strabone, ''Geografia'', VII, 3, 11.</ref> Il potente regno dei Daci perdeva così la potenza dell'ultimo ventennio e, risultando meno pericoloso, permise a Roma di "accantonare", per il momento, il pericolo dacico per oltre un secolo, fino a Domiziano-Traiano. Sembra, infine, che anche se l'unità della Dacia andò frantumandosi con la morte di Burebista, nel corso del [[I secolo]] andò ricomponendosi attorno al nucleo centrale delle montagne di OrăştieOrăștie, pur non avendo mai perduto l'unità religiosa di tutte le sue genti geto-daciche.<ref name=daicoviciu />
 
Per il secolo e mezzo successivo Romani e Daci continuarono a stuzzicarsi in azioni mai determinanti ai fini di conquista definitiva dei loro territori. Sappiamo che [[Augusto|Ottaviano]] nel [[35 a.C.]], che si apprestava a occupare buona parte dell'alto e medio corso del fiume Sava, intendeva fare della fortezza di [[Siscia]] un avamposto per eventuali campagne ad oriente contro Daci e Bastarni.<ref>Appiano, ''Le guerre in Illirico'', 22 e segg.</ref> Pochi anni più tardi, nel [[28 a.C.]], il nuovo governatore della Macedonia, [[Marco Licinio Crasso (console 30 a.C.)|Marco Licinio Crasso]], batteva i geto-daci della Dobrugia, in una campagna punitiva.<ref>Andràs Mòcsy, ''Pannonia and Upper Moesia'', Londra 1974, p.23.</ref>
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File:Dacian_Helmet_Agighiol.jpg|Elmo di Agighiol
File:Helmet of Cotofenesti - Front Large by Radu Oltean.jpg|Elmo d'oro di CoţofeneştiCoțofenești (frontale)
File:Helmet of Cotofenesti - Graphical Reconstruction by Radu Oltean.jpg|Ricostruzione grafica dell'elmo d'oro di CoţofeneştiCoțofenești
File:CoifArgintMNIRTEZAUR 2011 05 15.JPG|Un tipico elmo dace (di Petreu) appartenente certamente ad un re o alto dignitario, vista la ricchezza della sua decorazione (frontale).
File:Peretu Helmet side view Muzeul National de Istorie al Romaniei.jpg|Elmo dace di Petreu (laterale).
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===Strutture difensive===
{{vedi anche|Fortezze dacie dei monti OrăştieOrăștie|Murus dacicus}}
Caratteristiche degli insediamenti daci sono le piazzeforti collocate su alture, tratto tipicamente indoeuropeo. Così la stessa [[capitale (città)|capitale]], Sarmizegetusa Regia, che oltre alle fortificazioni includeva edifici religiosi e quella che sembra una piattaforma per l'osservazione astronomica.<ref name=villar />
 
I Daci erano, quindi, specialisti in fatto di fortificazioni difensive, e la loro perizia crebbe ancora di più quando entrarono a contatto con la tecnica greco-romana. Il ''murus dacicus'', un lungo vallo difensivo posto sui confini del regno per prevenire invasioni romane, è un esempio lampante di questa grande maestria. Le fortezze dei monti OrăştieOrăștie, costruite per difendere Sarmizegetusa, erano posizionate a [[Popești (Argeș)|Popești]], [[Cetățeni]], [[Piatra NeamţNeamț]], [[Pecica]], [[Piatra Craivii]], [[Căpâlna (Săsciori)|Căpâlna]], [[Costești (Argeș)|Costești]], [[Bănița]], [[Bălănești (Romania)|Bălănești]] fino a [[TilişcaTilișca]].<ref>Giuseppe Ignazio Luzzatto, ''Roma e le province''. (Storia di Roma, 17.2), ''Istituto nazionale di studi romani'', Bologna, 1985, p. 284</ref>
 
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*[[Svetonio]], [[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|''Vite dei dodici Cesari'' (testo latino)]] [[Immagine:Wikisource-logo.svg|15px]].
*[[Tacito]], *[[Wikisource:la:Historiae (Tacitus)|''Historiae'' (testo latino)]] [[Immagine:Wikisource-logo.svg|15px]].
*[[Velleio Patercolo]], [[Wikisource:la:Historiae Romanae Ad M. Vinicium Libri Duo|''Historiae Romanae Ad M. Vinicium Libri Duo'' (testo latino)]] [[Immagine:Wikisource-logo.svg|15px]] ({{cita web|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Velleius_Paterculus/2A*.html|titolo=versione in inglese|accesso=4 agosto 2011}})..
 
;Letteratura storiografica: