Concilio di Gerusalemme: differenze tra le versioni

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Dopo Pietro intervengono Paolo e Barnaba, i più attivi evangelizzatori dei Gentili. Infine prende la parola anche Giacomo, capo della Chiesa di Gerusalemme (probabilmente, in un primo tempo, il leader di quanti volevano imporre la legge mosaica, come pare anche nella ''[[Lettera ai Galati]]'' di Paolo) che richiamandosi a Pietro aggiunse la proposta di una soluzione di compromesso che prevedeva la prescrizione ai pagani convertiti di pochi divieti tra cui l'astensione dal nutrirsi di cibi immondi e dalla fornicazione.
 
== Le cause e le determinazioni ==
{{Citazione|Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani. Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo mandato dunque Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi queste stesse cose a voce. Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenervi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla impudicizia. Farete quindi cosa buona a guardarvi da queste cose. State bene.|''Atti degli Apostoli'', cap.15, vv.23-29}}
 
Gli ''[[Atti degli Apostoli]]'' e la ''[[Lettera ai Galati]]'' presentano, da due punti di vista diversi, il primo problema dottrinale del cristianesimo nascente, che in sintesi può essere così espresso:
 
# Il cristianesimo è solo una filiazione, un ramo del giudaismo? Oppure è qualcosa di diverso, di discontinuo con la tradizione giudaica? (dunque qualcosa di nuovo)
# Di conseguenza, il cristianesimo è riservato a chi è divenuto un proselita del giudaismo? Oppure è possibile essere seguaci di Cristo senza osservare i rituali e le tradizioni della fede giudaica? Cioè per essere cristiani bisogna prima essere ebrei, oppure possono diventare cristiani anche i non ebrei?
 
È evidente che dalla risposta ai quesiti dipende l'universalità del messaggio di Cristo. E ancora: se un cristiano doveva essere circonciso, allora il sacrificio di Cristo perdeva di valore e la redenzione veniva drasticamente ridotta di significato e subordinata all'osservanza della Legge. Non si trattava più di Grazia ma del risultato delle opere legalistiche dell'uomo. Non si trattava del mettere in atto l'etica cristiana, ma del concetto che portava a ritenere opere meritorie quelle che attenevano ai rituali ed ai cerimoniali dell'ebraismo. Quando [[san Pietro|Pietro]] ritornò da Ioppe a [[Gerusalemme]], venne contestato dai cristiani “circoncisi” (''Atti'' 11:1-3) per il fatto di essere entrato in casa di pagani incirconcisi, e questo dimostra il persistere della diffidenza nei confronti degli esterni al mondo giudaico; pur tuttavia questi si rallegrarono quando egli spiegò loro che quelli avevano ricevuto la stessa Grazia e la stessa benedizione.
 
[[Paolo di Tarso]] riferisce (''[[Lettera ai Galati]]'', 2) di un episodio avvenuto ad [[Antiochia]] nel corso di una visita di Pietro che, mentre prima ha manifestato comunione con i credenti ''gentili'', appena arrivano da [[Gerusalemme]] ''quelli provenienti da [[Giacomo il Giusto|Giacomo]]'' si intimorisce e se ne sta in disparte provocando infine la dura reazione di Paolo. Nello stesso capitolo Paolo definisce Pietro ''apostolo dei circoncisi'' e sé stesso quello degli ''incirconcisi'', intendendo con ciò una vocazione più etnica che religiosa. Questo scontro tra Pietro e Paolo manifesta una dialettica interna alla Chiesa nascente, che andava necessariamente chiarita.
 
Il concilio di Gerusalemme evidenzia chiaramente che tutta la problematica non nasceva da posizioni preconcette degli apostoli (che pur c'erano), ma era frutto del massiccio ingresso di [[farisei]] convertiti nella comunità di Gerusalemme (Atti 15:5); l'intransigenza tipica dei Farisei provocava e manteneva viva la diatriba. Proprio alcuni di essi erano andati ad Antiochia, ambiente sospetto perché ellenista, per fare opera di proselitismo tra i credenti perché si circoncidessero; erano stati ancora loro a far recedere Pietro dall'aver comunione con i credenti non circoncisi quando questi si recò in visita nella fiorente comunità; e fu sempre loro la richiesta di circoncidere tutti quelli che avevano accompagnato Paolo e [[Barnaba]] venuti da Antiochia a Gerusalemme proprio per discutere del serio problema.
 
Lo svolgimento del dibattito, pur nella sintetica relazione [[Luca evangelista|lucana]], evidenzia tutto questo; dimostra inoltre come la comunità di Gerusalemme abbia una conduzione ancora collegiale, e come Pietro, pur sempre pronto a parlare per primo, non sia però colui che tira le somme o le conclusioni, cosa che invece fa Giacomo. La formula di concordia del concilio di Gerusalemme di ''[[Atti degli Apostoli|Atti]]'' 15 dimostra, comunque, che il problema venne superato solo in parte, perché di fatto una divisione permané e se ne trova traccia nella maggior parte delle [[lettere di Paolo]], nelle quali risalta la sua continua lotta contro le problematiche create nelle Chiese dai cristiani giudaizzanti.
 
== Bibliografia ==