Intolleranza religiosa: differenze tra le versioni

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Nelle [[religione politeista|religioni politeistiche]] non si verifica il fenomeno dell'[[intolleranza (società)|intolleranza]] <ref>«Una caratteristica del politeismo è quella di essere una religione "ospitale"» (in Adriano Favole, Enciclopedia dei ragazzi (2006) alla voce "politeismo"</ref> poiché la moltitudine degli dei esclude che vi siano divinità vere e uniche e tutte sono da temere <ref>[[David Hume]], ''The natural history of religion'', (in ''Oevres philosophiques'', vol.III, Londres chez Wilson, 1744 p.27</ref>. L'intolleranza si manifesta presso gli antichi quando esiste una casta sacerdotale che vuole mantenere i suoi privilegi. Così non era ad esempio nella politica religiosa dello Stato romano di solito indirizzata ad accogliere nel [[pantheon]] nazionale divinità straniere che possono essere oggetto di culto nei propri confini, ma al di fuori del proprio territorio sacro, oppure a rendere ufficiali i culti delle divinità dei nemici che divengono così nuovi protettori del popolo vincitore. <ref>[[Benjamin Constant]], ''De la religion considérée dans sa source, ses formes et son développement'', libro III</ref>
 
Quanto detto finora è smentito dal fatto che, in realtà, lL'intolleranza nei popoli antichi si manifesta eccomeinvece nei confronti di coloro che vengono accusati di introdurre nuovi dei, come i filosofi che saranno condannati per [[empietà]] o [[ateismo]], come nel caso di [[Socrate]], con l'accusa di voler diffondere principi che minano la moralità pubblica e la religione nazionale:
{{citazione|[…] questo ha sotto scritto e giurato Meleto di Meleto, Pitteo, contro Socrate di Sofronisco, Alopecense. Socrate è colpevole di non riconoscere come Dei quelli tradizionali della città, ma di introdurre Divinità nuove; ed è anche colpevole di corrompere i giovani. Pena: la morte <ref>Lettera d'accusa contro Socrate presentata da Meleto in [[Diogene Laerzio]], ''Vita e dottrine dei filosofi'', II, 5, 40.</ref>}}
Così il [[senatoconsulto]] di Roma che vieta i [[baccanali]] e vigila su i culti stranieri, si giustifica non come volontà di difendere la religione dello Stato, ma piuttosto la morale e l'ordine pubblico assicurate dalla religione nazionale, quella cioè praticata dal popolo lasciato libero nelle sue scelte.