Giacinto Carini: differenze tra le versioni

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{{Membro delle istituzioni italiane
{{tmp|infobox militare}}
|nome = Nino Bixio
|istituzione = Camera del Regno
|immagine =
|dimensione =
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|professione = Militare
|partito = Destra storica
|legislatura = VIII, IX, X, XI, XII
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{{tmp|infoboxInfobox militare}}
|Nome = Giacinto Carini
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|Soprannome =
|Data_di_nascita = 20 maggio 1821
|Nato_a = Palermo
|Data_di_morte = 16 gennaio 1880
|Morto_a = Roma
|Cause_della_morte =
|Luogo_di_sepoltura = Palermo
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|Religione = <!-- solo se enciclopedica -->
|Nazione_servita = [[File:Flag of the Kingdom of Sardinia.svg|20px]] [[Regno di Sardegna]]<br>[[File:Flag of Italy (1861-1946) crowned.svg|20px]] [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|Forza_armata =
|Arma =
|Corpo =
|Specialità =
|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = 1859 - 1878
|Grado = [[Luogotenente generale]]
|Ferite =
|Comandanti = [[Giuseppe Garibaldi]]
|Guerre =
|Campagne = [[Seconda guerra d'indipendenza]], [[Spedizione dei Mille]], [[terza guerra d'indipendenza]]
|Battaglie =
|Comandante_di = Brigata Regina, Divisione di Perugia
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|Studi_militari =
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|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = Politica
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref = Fonti nel testo
}}
{{Bio
|Nome = Giacinto
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Venne nominato [[colonnello]] da [[Ruggero Settimo]] (capo del governo che si venne ad istituire provvisoriamente), che gli affidò il comando del I reggimento di cavalleria: il compito di Giacinto Carini era quello di ristabilire l'ordine a [[Burgio]], nel [[circondario di Bivona]] (provincia di [[Agrigento|Girgenti]]), paese in preda ai tumulti e agli eccessi<ref name=bio/>.
 
Quando nel 1849 venne restaurato il regime borbonico, trovò rifugio a [[Parigi]], città in cui visse fino al [[18601859]]. Ine in quella città pubblicò un periodico, il ''Courrier franco-italien''. Quell'anno si arruolò nei [[Cacciatori delle Alpi]] combattendo nella seconda guerra d'indipendenza.
 
InNel seguito[[1860]], spinto dalla voglia di liberare la [[Sicilia]] dal dominio dei [[Borbone di Napoli|Borboni]], si aggregò insieme ai [[I Mille|Mille]] guidati da [[Giuseppe Garibaldi]]<ref name=bio/>: salpò con essi da [[Quarto dei Mille|Quarto]] e combatté valorosamente nelle battaglie di [[Battaglia di Calatafimi|Calatafimi]], dove col grado di capitano comandava la 6ª Compagnia, e di [[presa di Palermo|Palermo]], dove fu al comando di una delle due legioni che attaccarono la città. Il 29 maggio [[1860]] venne gravemente ferito da una pallottola al braccio sinistro a [[Porta di Termini]], come viene ricordato da una lapide murata sulla fiancata del muraglione dove un tempo era fissata la porta<ref name=bio/>. Venne allora nominato da Garibaldi ispettore generale della cavalleria. Con l'annessione fu chiamato nel Consiglio di luogotenenza della Sicilia e comandante della Guardia nazionale di Palermo<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/giacinto-carini_(Dizionario-Biografico)/</ref>.
 
Dopo l'[[unità d'Italia]], entrò il 18 aprile [[1862]] nell'[[EsercitoRegio italianoEsercito|esercito regolare italiano]], dove con il grado di [[generale di brigata]] combattè nella [[terza guerra d'indipendenza]]<ref name=bio/>. Fu eletto [[deputato]] al [[Parlamento del Regno d'Italia|Parlamento]] per cinque legislature (dall'ottava alla tredicesima) con la Destra storica, rappresentando il collegio elettorale di [[Bivona]]<ref>{{cita|Antonino Marrone, 1996|78}}</ref>, di Piacenza, di Sant'Arcangelo di Romagna e di Iesi dal [[1861]] al [[1880]]<ref>http://storia.camera.it/deputato/giacinto-carini-18230521/leg-regno-XIII#nav</ref>. Promosso nel 1871 [[luogotenente generale]], comandò dal 1871 al 1877 la divisione di Perugia.
 
Morì a [[Roma]] il 16 gennaio [[1880]]: venne seppellito nella sua città natale, Palermo, nella [[Chiesa di San Domenico (Palermo)|chiesa di San Domenico]]<ref name=bio/>; gli è stato dedicato un busto marmoreo presente all'interno della villetta Falcone-Morvillo, in [[Viale della Libertà (Palermo)|viale della Libertà]] a Palermo<ref name=bio/>.