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== Il problema filosofico ==
Il problema filosofico nasce dal fatto che non si può legiferare su qualcosa che non si conosce anche se l'idea della [[guerra]] è vecchia di migliaia di anni: nelle diverse mitologie la guerra occupa una posizione di privilegio ed è considerata come un'attività altamente onorevole che perfino gli [[dio|dei]] praticano, incoraggiano e proteggono. Nell'[[Antico Testamento]] il Signore viene spesso chiamato il “Dio degli eserciti”, mentre per il [[Corano]] la diffusione dell'[[Islam]] per mezzo delle armi è un dovere. I primi cristiani condannarono la violenza, ma [[Tommaso d'Aquino|san Tommaso]] sviluppò e diffuse la dottrina della “guerra giusta”, molto vicina all'idea di guerra santa musulmana{{citazione necessaria}}. Solo i [[cinesi]], nel corso della loro storia, si sono impegnati a non esaltare la guerra{{citazione necessaria}}, mentre i [[Greci]] la considerano spesso come un fenomeno facente parte dell'ordine provvidenziale.
 
[[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]] affermò che “ogni guerra è giusta se è necessaria”, proponendosi come fautore della [[guerra preventiva]]. Mentre [[Kant]] ricercò le possibili condizioni per instaurare una pace eterna, [[Hegel]] parve convincersi che la guerra fosse una male necessario. [[Clausewitz]], uno dei maggiori analizzatori teorici della guerra, dimostrò che la “guerra è la continuazione della politica mediante altri metodi”; secondo il suo pensiero la guerra è un atto di violenza spinto ai limiti, mentre gli eserciti sono soltanto strumenti della politica. Le [[Sociologia|teorie sociologiche]] considerano la guerra come un fenomeno “normale” nella vita dei popoli, mente altri giustificano le azioni belliche come frutto della crudeltà insita nell'[[uomo]] e dell'istinto di sopravvivenza. Come si nota sono tutti concetti validi, ma contemporaneamente contrapposti.