Epistole (Orazio): differenze tra le versioni

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La poesia delle epistole è più intima, incline alla [[meditazione]] pacata e definitivamente depurata dall'invettiva [[satira|satirica]]. I due componimenti del secondo libro sono indirizzati a personaggi importanti della [[Roma (città antica)|Roma]] del tempo: il primo è indirizzato ad [[Augusto (imperatore romano)|Augusto]] e tratta dell'evoluzione della [[letteratura latina|storia della letteratura romana]]; il secondo è indirizzato a [[Giulio Floro]], e ritorna sui motivi che hanno condotto l'autore ad abbandonare la poesia spingendosi alla ricerca della saggezza, invitandolo a cercare il giusto mezzo tra l'avidità e la dissipazione e a ritirarsi dalla vita pubblica prima di diventare ridicolo.
Al secondo libro viene spesso associata l<nowiki>'</nowiki>''[[Ars Poetica]]'', poiché Orazio disegna una sintesi teorica della natura, degli scopi e degli strumenti della poesia.
 
Egli sottolinea l'importanza del ''[[labor limae]]'' (il ''lavoro di cesello'', e per questo elogia il poeta [[Cornelio Cinna]] che aveva del tutto revisionato la sua opera prima di pubblicarla) e della ''callida iunctura'', cioè l’accorta disposizione delle parole e l’accurata articolazione del periodo. Orazio dà suggerimenti su come ottenere un perfetto stile di scrittura e su come il poeta non debba mai spingersi al di là delle proprie capacità.