Val Polcevera: differenze tra le versioni

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===Architetture religiose===
====Santuari====
* [[Santuario di Nostra Signora della Guardia (Ceranesi)|Santuario di Nostra Signora della Guardia]]. Sorge nel comune di Ceranesi, sulla vetta del [[monte Figogna]], a 804 m slms.l.m. ed è la meta turistica più conosciuta della Val Polcevera, frequentata non solo nel contesto del [[turismo religioso]], ma anche da semplici turisti, per l'ampio panorama che si può osservare dal piazzale antistante. Il santuario deve la sua origine all'apparizione della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], il 29 agosto [[1490]], al contadino Benedetto Pareto, al quale la Vergine chiese di far costruire una cappella sul monte. Il primo santuario, costruito nel [[1530]], fu sostituito nell'[[XIX secolo|Ottocento]] dall'attuale edificio, inaugurato nel [[1890]]. Durante le rispettive visite pastorali alla città di Genova sono saliti al santuario i papi [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] (22 settembre 1985) e [[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]] (18 maggio 2008).
 
* [[Santuario di Nostra Signora della Vittoria (Mignanego)|Santuario di Nostra Signora della Vittoria]]. Sorge nel comune di Mignanego, sul passo del Pertuso, a 650 m s.l.m. Fu costruito, in segno di ringraziamento per l'intercessione della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], nel luogo dove il 10 maggio [[1625]] pochi soldati della [[Repubblica di Genova]], affiancati da volontari polceveraschi, misero in fuga l'esercito del Duca [[Carlo Emanuele I di Savoia]] che, a causa di questa sconfitta, dovette rinunciare alle sue mire sulla città di Genova. Dal piazzale si ha un'ampia vista sulla Valpolcevera, dal [[passo dei Giovi]] fino al mare. Distrutto durante la [[guerra di successione austriaca]], tra il [[1746]] e il [[1747]] il santuario fu ricostruito nel [[1751]].
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Sui crinali a nord delle mura, che separano la Val Polcevera dalla Val Bisagno, esistono altre fortificazioni, costruite tra il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]] come ulteriore presidio a difesa della città di Genova: contornano la valle del Torbella il [[Forte Puin]], i pochi resti del [[Forte Fratello Maggiore]] e il [[Forte Fratello Minore]]. Più arretrato e in posizione dominante, il [[Forte Diamante]].
 
I due forti costruiti sulle cime del monte detto "Due Fratelli", erano detti, in riferimento alla loro posizione, "[[Forte Fratello Maggiore|Fratello Maggiore]]" e "[[Forte Fratello Minore|Fratello Minore]]". Furono costruiti dal governo sabaudo nella prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]], subito dopo l'annessione della [[Repubblica Ligure]] (denominazione napoleonica della ex [[Repubblica di Genova]]) al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]. Il primo, a forma di semplice torrione, fu demolito negli [[Anni 1930|anni trenta]] del [[XX secolo|Novecento]] per crearvi una [[Arma contraerea|postazione antiaerea]], il secondo è ancora sostanzialmente integro e domina la vallata dal monte Spino (622 m s.l.m.).
 
Il "Forte Diamante", posto sulla vetta del monte omonimo, nel territorio del comune di [[Sant'Olcese]], sorge più arretrato rispetto ai Due Fratelli. Tra i forti genovesi è uno dei meglio conservati; fu costruito nel Settecento dalla Repubblica di Genova e completato ed ampliato nella prima metà dell'Ottocento dal governo sabaudo.
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Nel primo tratto (tappa n. 23), dove si trovano le vette più alte, il [[Monte Taccone]] (1113 m) e il [[Monte Leco]] (1071 m), si attraversa la zona Sestri-Voltaggio, con le formazioni rocciose che affiorano in mezzo alle praterie. Lungo questo tratto vari sentieri di raccordo portano verso altre mete assai frequentate, pur se non comprese nel bacino idrografico del Polcevera: i [[Laghi del Gorzente]], il [[monte delle Figne]] (1172 m), il [[monte Penello]] (995 m) e la [[Punta Martin]] (1001 m).
 
Tra gli itinerari di raccordo, anche quello che da Pontedecimo porta al Passo della Bocchetta, sul presunto percorso dell'antica [[Via Postumia]], passando per Cesino, Madonna delle Vigne e Pietralavezzara (frazione di Campomorone), dove il sentiero, appena fuori dal paese, passa accanto ad una cava abbandonata di marmo verde, salendo poi per boschi fino al Pian di Reste (800 m slms.l.m.), a poca distanza dal Passo della Bocchetta, dove incrocia l'Alta Via (segnavia una “T“ di colore rosso).
 
Oltre il passo della Bocchetta, procedendo verso levante, dove prevalgono le rocce calcaree, l'altitudine diminuisce, il profilo dei monti si addolcisce e i boschi si fanno più fitti. I valichi sono più bassi e quindi più agevoli. A metà tra il [[passo dei Giovi]] (472 m) e la [[Crocetta d'Orero]] (468 m) si tocca il [[santuario di Nostra Signora della Vittoria (Mignanego)|santuario della Vittoria]].
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Dalla Val Polcevera un itinerario con inizio da [[Sampierdarena]] risale le mura a ponente e raggiunge il [[Forte Diamante]] in circa 3 ore di cammino, passando per [[Belvedere (quartiere di Genova)|Belvedere]], [[Forte Crocetta]], Garbo, Fregoso, [[Forte Begato]], [[Forte Sperone]], [[Forte Puin]] e Due Fratelli (segnavia cerchio rosso vuoto).
 
Due brevi itinerari molto frequentati sono quello che dal valico di [[Trensasco]] (392 m slms.l.m.) sale al Forte Diamante in circa mezz'ora di cammino (segnavia tre cerchi rossi pieni) e quello da Bolzaneto al Forte Fratello Minore (circa un'ora di cammino, segnavia [[rombo (geometria)|rombo]] di colore rosso).
 
==== Itinerari per il santuario della Guardia ====
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* Sentiero botanico di Ciaè. È un percorso naturalistico creato negli [[anni 1980|anni ottanta]] dai volontari della Guardia Antincendi di Sant'Olcese. Partendo dalla località Ronco<ref>Raggiungibile con la [[ferrovia Genova-Casella]], scendendo alla stazione di Sant'Olcese Tullo.</ref>, presso Sant'Olcese, il sentiero scende nella valle del rio Pernecco (affluente del Secca) e raggiunge il borgo di Ciaè, ormai abbandonato da anni, dove in un'antica costruzione presso un ponte tardo medievale, anch'esso restaurato, è stato realizzato un rifugio attrezzato con 14 posti letto. Numerosi cartelli esposti lungo il percorso descrivono le specie arboree, tipiche dei boschi liguri, presenti nell'area.<ref name="Peirano"/> Per la presenza di specie animali e vegetali minacciate e per la qualità degli ambienti tutta l'area del monte Pizzo, dei Fontanini, di Ciaè e del torrente Pernecco, che si estende tra i comuni di Serra Riccò e Sant'Olcese, è stata dichiarata [[Sito di interesse comunitario]] dell'[[Unione europea]].<ref name="natura2000"/>
 
* Sentiero natura di Pian Lupino. È un tratto dell'antica mulattiera per le [[Capanne di Marcarolo]], tra il borgo della Caffarella e la località “Prou Renè“, ripristinato tra il 1996 e il 1998; il percorso ha inizio a 472 m slms.l.m. lungo la strada provinciale per i [[Piani di Praglia]], ad un chilometro dalla Caffarella, e si snoda lungo le pendici del monte Pesucco, dapprima entro un bosco misto di latifoglie, poi tra ampie praterie raggiunge la località “Prou Renè“, a 825 m slms.l.m., anch'essa lungo la provinciale per i Piani di Praglia, situata sullo spartiacque ligure-padano, lungo il percorso dell'Alta Via ed uno dei punti di partenza per raggiungere i [[Laghi del Gorzente]]. Lungo il percorso, un punto di sosta panoramico sulla Val Polcevera è il cosiddetto “Belvedere del Bricchin de Nesugge”, a 756 m s.l.m.<ref name="Peirano"/>
 
* [[Laghi del Gorzente#Il sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente|Sentiero naturalistico dei Laghi del Gorzente]]. Realizzato da volontari della sezione del [[Club Alpino Italiano|CAI]] di [[Bolzaneto]], ha inizio nella località Prou Renè, e si sviluppa lungo un percorso ad anello nell'alta valle del torrente Gorzente, toccando due dei tre laghi. Per un tratto, tra Prou Renè e il Passo di Prato Leone, percorre il crinale tra Polcevera e Gorzente, sovrapponendosi al percorso dell'Alta Via.
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* Roccione di Cravasco. È un grande masso alto circa 25 m, di roccia [[serpentino]]sa molto solida, con numerosi percorsi di arrampicata di varia difficoltà, situato presso l'abitato di Cravasco (Campomorone); l'area circostante comprende anche altri massi rocciosi di minore dimensione utilizzati anch'essi come palestra per rocciatori.
 
* Rocca Maia. La Rocca Maia (o Rocca Maccà) è un roccione che si erge a 668 m slms.l.m. alle spalle del monte di Torbi, tra la Val Polcevera e la [[Val Varenna]]. Già utilizzata in passato come palestra di arrampicata, è stata ripristinata nel 2006 da volontari del CAI di Bolzaneto dopo che era ormai abbandonata da molti anni.<ref>[http://www.caibolzaneto.net/alp_giovanile/rocca_maia/rocca_maia.php La palestra di roccia di Rocca Maia sul sito del CAI di Bolzaneto.]</ref>
 
== Ricettività ==