Shenuda III di Alessandria: differenze tra le versioni

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Il 18 giugno [[1954]] il giovane Nazīr si ritirò a vita monastica nel [[monastero]] di al-Suryan nel deserto occidentale dell'Egitto; assunse il nome di padre Antonio il Siro ''Antonyos al-Suryānī''. Per sei anni, dal [[1956]] al [[1962]], visse in solitudine in una grotta a circa 10 km dal monastero, dedicandosi alla [[preghiera]], alla [[meditazione]] e all'[[ascesi]].
 
In seguito divenne [[ieromonaco]] al monastero dei Siriani dedicato a Maria ''[[Theotokos]]'' (situato nell'nel [[UadiWādī elal-NatrunNatrūn]]) col nome di padre Antonio. Durante un periodo in cui padre Antonio visse in [[eremitaggio]], papa [[Cirillo VI di Alessandria]] lo scelse come vescovo per l'educazione cristiana e decano dell'università teologica copta ortodossa; Antonio scelse il nome di Shenuda. Durante la gestione di Shenuda, il numero degli studenti triplicò.
 
Shenuda ebbe la consacrazione papale col nome di Shenuda III, 117º papa di Alessandria e patriarca della sede di [[San Marco]] il 14 novembre [[1971]].
 
=== L'esilio sotto Sadat ===
Il 3 settembre [[1981]] il presidente egiziano [[Anwar al-Sadat]] condannò papa Shenuda all'[[esilio]] nel monastero di [[San Bishoi]] nell'nel [[UadiWādī elal-NatrunNatrūn]]. Altri otto vescovi, 24 preti e numerosi esponenti di spicco della comunità copta furono arrestati. Sadat sostituì la gerarchia copta con una commissione di cinque vescovi e considerò Shenuda come "ex papa". Il 2 gennaio [[1985]], più di tre anni dopo l'omicidio di Sadat, avvenuto nel [[1981]], il successore [[Hosni Mubarak]] liberò papa Shenuda dall'esilio. Rientrato al Cairo, celebrò la messa di [[Natale]] il 7 gennaio davanti a più di 10.000 fedeli.
 
=== La malattia e la morte ===