Costo: differenze tra le versioni
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I costi fissi sono costi che non variano proporzionalmente al crescere del [[volume]] della produzione. Il comportamento di tali costi è quindi indipendente dai livelli di produzione. L'aggettivo fisso non indica quindi l'invariabilità nel tempo ma la mancanza di relazione di causa effetto tra la variazione del costo e quella dei livelli di output. Tipici esempi di costi fissi sono i [[canone di locazione|canoni di locazione]], lo [[Salario|stipendio]] dei dipendenti, le [[assicurazione|assicurazioni]].
I costi semi variabili sono costi il cui comportamento è in parte influenzato dai livelli della produzione: una quota del costo si presenta comunque anche in assenza di produzione mentre l'altra quota ha ragione d'essere e varia solo in funzione dei livelli di output. Esempi di costi semivariabili sono l'energia elettrica, alcuni costi di manutenzione, costi di [[logistica]].
I [[costi variabili]] o incrementali sono costi direttamente influenzati dai livelli della produzione. Questa tipologia di costi non esiste in assenza di produzione e varia al variare dei livelli della produzione. Esempio principale di costi variabili sono le [[materie prime]].
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*Imputazione A = 12.000 X 20/60 = 4.000
*Imputazione B = 12.000 X 15/60 = 3.000
*Imputazione C = 12.000 X 25/60 = 5.000
Si noti che il fattore 20/60 (coeff. di imputazione) rappresenta il peso che si ritiene abbia l'oggetto di costo A nella determinazione delle cause (fatture) che danno origine al costo da ripartire, ovvero la parte di base di riparto riferibile ad A.
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Il [[costo opportunità]] (indicato anche come [[costo economico]]), invece, è il valore della migliore alternativa che non è stata scelta per poter perseguire l'attuale sforzo, ovvero cosa si sarebbe potuto ottenere con le risorse spese nell'impresa. Esso rappresenta le opportunità passate. Poiché il costo opportunità non è mai associato ad un esborso di denaro, si dice anche che è un costo ''non monetario''.
Se, ad esempio, una persona ha un'offerta di lavoro che rende 25 € per ora di lavoro ma preferisce piuttosto, in quell'ora, dormire, allora:<br />- il costo contabile della dormita è pari a 0 (in quanto la persona non guadagna niente dormendo);<br />- il costo opportunità, invece, sono invece i 25 € che avrebbe potuto guadagnare lavorando.
Nell'economica teorica, il termine '''costo''', usato senza qualificativo, indica spesso il costo opportunità.
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