Maestà con i santi Francesco e Domenico: differenze tra le versioni

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|ubicazione = [[Collezione Contini Bonacossi]] ([[Uffizi]])
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La '''''Maestà con i santi Francesco e Domenico''''' è un dipinto a [[tempera]] e oro [[su tavola]] (133x82 cm) della bottega di [[Cimabue]] o di un suo seguace influenzato dalle novità di Giotto, databile al [[1295]]-[[1305]] circa e conservato nella [[Collezione Contini Bonacossi]] della [[Galleria degli Uffizi]] a [[Firenze]].
 
==Storia==
L'opera faceva parte della collezione Hutton di [[Londra]], dove venne acquistata, con il ''[[trittico della Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo]]'' di [[Ugolino di Nerio]], da [[Alessandro Contini Bonacossi]], in un viaggio con [[Roberto Longhi]] e la moglie [[Vittoria Contini Bonacossi|Vittoria]]. Pare che fu proprio la donna a intuire il valore di «un quadro brutto e polveroso che poi si rivelò un Cimabue». Rimasta nella collezione personale del conte, venne poi ceduta dagli eredi allo Stato italiano ed esposta nella [[Galleria degli Uffizi]] di [[Firenze]]
 
Il dipinto aveva originariamente forma rettangolare anziché cuspidata ed è molto simile nell'impostazione alla ''[[Maestà di Santa Maria dei Servi]]'' a [[Bologna]]. [[Roberto Longhi]] (1948) assegnò l'opera sicuramente a Cimabue, confermato da [[Ferdinando Bologna|Bologna]] (1960), mentre la maggior parte dei critici l'hanno ricondotto in seguito alla bottega. Tra questi Salvini (1956), Salmek Ludovici (1956), [[Carlo Ludovico Ragghianti|Ragghianti]] (1957), [[Bernard Berenson|Berenson]] e [[Mario Salmi|Salmi]].
 
[[Edward Garrison|Garrison]] (1949) parlò di un tardo seguace di Cimabue, lo stesso autore della ''[[Maestà di Santa Maria dei Servi]]'' a Bologna con datazione 1310-1315. Brandi parlò di un artista anonimo (1951). Venturoli parlò addirittura del giovane Giotto, mentre [[Luciano Bellosi]] chiamò in causa un allievo di Cimabue poi distintosi da questo e influenzato dalle novità di Giotto, il cosiddetto [[Maestro della Cappella Velluti]].
 
La tavola è quindi attribuibile alla bottega di Cimabue o ad un suo seguace, ma non a Cimabue stesso.
 
==Descrizione==
La pala mostra una ''Madonna in trono col Bambino'' tra due angeli appoggiati alla spalliera e con a fianco i due santi fondatori degli [[ordini mendicanti]] principali: [[san Francesco]] e [[san Domenico]].
 
Il trono è in tralice e reso con la cosiddetta prospettiva inversa, dove le linee divergono anziché convergere verso l'infinito. Riprende quello della ''[[Maestà del Louvre]]'' ([[1280]] circa), ma nel complesso appare frammentario: lo schienale appare centrato a sé e anche i gradini alla base sono privi di scorcio, sebbene risulti convincente la posizione della Madonna che per sostenere il Bambino ha alzato un ginocchio poggiandolo sul gradino superiore.
 
==Stile==
I volti, di una "soavità ambigua" (Sindona), non hanno quella ''gravitas'' cimabuesca: un certo addolcimento nelle figure degli angeli viene in genere messo in relazione con l'influenza dell'allora giovane [[Giotto]].
 
Le pieghe strettamente fascianti ricordano [[Cimabue]], ma la caduta verticale di esse (ad esempio sul mantello che ricopre la testa della vergine) ricordano sicuramente [[Giotto]].
 
In generale le figure sono snelle, hanno i volti magri e non hanno quella espansione in larghezza tipica di Cimabue. La Madonna appare troppo attillata, le figure dei santi troppo snelle. Le vesti hanno le pieghe stiacciate e cadenti verticalmente. Manca all'opera anche quella grandiosità, maestosità e respiro tipico dell'arte cimabuesca e un impiego vistoso delle novità giottesche.
 
Una datazione intorno al [[1295]]-[[1305]] sembra la più ragionevole, in conseguenza dell'impostazione cimabuesca e dei forti influssi giotteschi al tempo stesso. Inoltre, la chiara ispirazione alla Madonna di [[Arnolfo di Cambio]] per il [[duomo di Firenze]] ([[1296]]) e l'assenza di barba nel volto di ''san Francesco'', giustificano una datazione intorno all'anno [[1300]].
 
==Bibliografia==
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==Collegamenti esterni==
*[{{cita web|url=http://www.polomuseale.firenze.it/catalogo/scheda.asp?nctn=00294582&value=1 |titolo=La scheda ufficiale di catalogo]}}
 
{{portale|Arte|Firenze}}