Ludovico Scarampi Mezzarota: differenze tra le versioni

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Il papa tentò invano di trascinare i principi cristiani nella lotta in Oriente, proponendo anche un congresso tra le potenze europee da tenersi a Roma nell'agosto 1458. Il congresso andò a monte per la morte del suo stesso promotore: Callisto III. Il grande assente al conclave fu il cardinale Scarampi che era rimasto a Rodi al comando della flotta pontificia.
Il 19 agosto fu eletto pontefice Silvio Enea Piccolomini che assunse il nome di [[Pio II]].<ref name="test4" />
 
 
Solo nel mese di febbraio del [[1459]] il cardinale rientrò a Roma con un bottino di valore inestimabile ed il 16 marzo raggiunse il papa Pio II a Siena. Nel frattempo erano iniziate le peripezie della guerra di successione al trono di Napoli che ebbero drammatici riflessi anche dentro Roma. [[Giovanni Antonio Orsini Del Balzo]] principe di Taranto, per indebolire dentro Roma la signoria del papa Pio II che si era schierato dalla parte di [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante I d’Aragona]], sobillò la rivolta antipapale delle famiglie dell’Anguillara, dei Savelli e dei Colonna. Ancora una volta, il cardinale Ludovico Scarampi, rientrato con il papa Pio II a Roma il 6 ottobre [[1460]], alla testa di 5.000 cavalieri fornitigli da Milano, ripristinò l’ordine a Roma.<ref name="test4" />
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Ma «''eletto al pontificato il Barbo col nome di [[Paolo II]], acerrimo nemico dello Scarampi, questi tanto se ne dolse, che dopo alcuni mesi per puro affanno se ne morì nel [[1465]], all'età d'anni 64 non compiuti, e 25 di cardinalato. Alla sua morte uscì per Roma questo motto, che il papato dato al Barbo era la spada che uccideva lo Scarampi, e non altra infermità. Narra il Cardella, che lo Scarampi fu sepolto nella chiesa del suo titolo, dove nottetempo rotta e infranta la tomba di lui da Antonio Tocco canonico di [[Basilica di San Lorenzo in Damaso|san Lorenzo in Damaso]], il cadavere fu spogliato delle vesti e dell'anello cardinalizio; onde il suo sepolcro rimase affatto oscuro e negletto per lo spazio di quarant'anni, finché la liberalità di [[Enrico Hunis]] arcivescovo di [[arcidiocesi di Taranto|Taranto]] fece a proprie spese costruire un magnifico avello, che tuttora esiste nella sagrestia dei canonici di quella basilica, con sottoposta elegante iscrizione''»<ref>Giuseppe Vedova, ''Biografia degli scrittori padovani'', Padova, 1836, pp. 255-56</ref>.
 
I cronisti coevi soprannominarono lo Scarampi “cardinal Lucullo”. «''Non poté il Mezzarota sfuggire, segue lo stesso Cardella, i rimproveri degli scrittori dei suoi tempi, per avere il primo tra i cardinali tenuto cani e cavalli, numerosa famiglia, preziosa suppellettile, e imbandita una mensa lauta e sontuosa; come altresì per essere stato dedito ai conviti e al giuoco, in cui è fama che in una sola notte perdesse con [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso re di Napoli]] otto mila ducati; perdita che non gli apportò alcun pregiudizio, essendo lo Scarampi il più ricco privato d'Italia''»<ref name="Giuseppe Vedova, op. cit.">Giuseppe Vedova, ''op. cit.''</ref>.
 
«''Lasciò morendo questo cardinale enormi ricchezze, che con testamento a due suoi famigliari e congiunti aveva legate; sennonché il Papa che gli aveva accordata la facoltà di far testamento, annullò la volontà dello Scarampi; e chiamati a succedere negli immobili un fratello e un nipote del trapassato, ordinò che i denari e gli effetti preziosi fossero consumati in opere pie e di pubblica utilità''»<ref> name="Giuseppe Vedova, ''op. cit.''<"/ref>.
 
Dello Scarampi ci restano stampate due lettere latine ad [[Ermolao Barbaro]].
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==Collegamenti esterni==
*[{{cita web|url=http://requiem-projekt.de/db/suche.php?function=b_ausgabe&grabmalID=445 |titolo=Foto del monumento funebre di Ludovico Scarampi Mezzarota]}}
 
== Voci correlate ==