Fra Carnevale: differenze tra le versioni
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Evidente è il riferimento dell'autore della voce alle vicende attributive della ''[[Pala di Brera|Pala di Montefeltro]]'' entrata nel [[1811]] alla [[Pinacoteca di Brera]] come opera di Fra Carnevale e poi riconosciuta come uno dei capolavori di Piero.
Si possono oggi misurare i faticosi progressi compiuti dagli storici
Tra il [[1445]] ed il [[1446]], il pittore di Urbino è attestato a [[Firenze]] presso la importante bottega di Fra [[Filippo Lippi]], forse inviato dallo stesso [[Federico da Montefeltro]] per assorbire le novità del [[Rinascimento fiorentino]]. Sono questi non già gli anni del suo apprendistato (che si vuole avvenuto nella città natale sotto la guida di un buon pittore tardo gotico, quale il ferrarese [[Antonio Alberti (pittore)|Antonio Alberti]]), ma della sua vera maturazione artistica.
Oltre agli insegnamenti di [[Filippo Lippi]], egli dovette cogliere, nel crogiolo artistico fiorentino, anche le suggestioni prospettico-spaziali derivanti da [[Filippo Brunelleschi|Brunelleschi]], [[Donatello]] e [[Leon Battista Alberti]]. Particolarmente rilevante dovette anche essere
Tornato ad [[Urbino]], il suo percorso artistico dovette sovrapporsi a quello religioso, stante il fatto che nel [[1449]] egli risulta aver già preso i voti nell'Ordine dei [[Domenicani]] presso il convento di San Domenico ed assunto il nome di Fra Carnevale.
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Nel [[1466]] ricevette la commessa per la realizzazione di una tavola destinata alla [[chiesa di Santa Maria della Bella]], sempre ad [[Urbino]].
Nella parte finale della sua vita l'impegno religioso prevalse verosimilmente su quello artistico. Morì nel [[1486]], lasciando disposizioni testamentarie a favore del suo convento e
== Opere ==
I progressi compiuti dalla critica artistica hanno, come si è accennato, reso meno laconica
L'elenco seguente si limita alle opere attribuite o “restituite” con “certezza” (per quanto valido possa essere questo termine in un campo in cui è d'obbligo il ricorso al "paradigma indiziario") a Fra Carnevale dalla mostra di Brera.
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* ''[[Presentazione della Vergine al Tempio (Fra Carnevale)|Presentazione della Vergine al Tempio]]'', [[Boston]], [[Museum of Fine Arts (Boston)|Museum of Fine Arts]] (già nella Collezione Barberini)
Le due Tavole ex Barberini (ora a New York ed a Boston) che nel [[1935]] lasciarono
Esse furono precocemente identificate con la tavola, o meglio con il polittico, della chiesa di Santa Maria della Bella di cui parla il Vasari. Di diverso avviso – sia sulla identificazione, sia
Nel catalogo dei dipinti certi di Fra Carnevale si è più volte fatto il nome della celebre ''[[Città Ideale (dipinto)|Città Ideale]]'' ([[Urbino]], [[Galleria Nazionale delle Marche]]). Il pannello, un omaggio all'architettura e all'arte della prospettiva che è stato assunto a manifesto dei valori della armonia e della bellezza propri della [[città ideale]] dell'[[Umanesimo]], era ancora recentemente ritenuto di [[Piero della Francesca]] o di [[Leon Battista Alberti]], ma oggi pare doversi “restituire” a Fra Carnevale, sia pur in forma dubitativa rispetto ad una seconda ipotesi in favore di [[Luciano Laurana]], l'architetto incaricato della realizzazione della parte alta del [[Palazzo ducale di Urbino]]
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