Apollonio di Tiana: differenze tra le versioni
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Apollonio avrebbe condotto una vita ascetica secondo la dottrina pitagorica, osservando un periodo di silenzio di cinque anni, praticando il celibato, e vestendo abiti di lino. Si asteneva dalla carne e talvolta si nutriva di piante spontanee. Morì sotto l'imperatore [[Nerva]]. Filostrato gli attribuisce l'[[ascensione]] al cielo<ref>Filostrato, ''Vita di Apollonio di Tiana''</ref>.
Avendo fama di "mago" e abile in giochi di prestigio, si disse che, perseguitato da [[Domiziano]] come altri filosofi, disse all'imperatore in tribunale: «Non mi ucciderai, perché io non sono mortale», poi scomparve misteriosamente, ricomparendo poco dopo a Dicearchia (
Secoli dopo, alcuni [[Alchimia|alchimisti]] avrebbero fatto riferimento alla sua figura, tra cui Geber ([[Jabir ibn Hayyan]]), il cui ''[[Libro delle pietre]]'' è una convoluta analisi di opere alchemiche attribuite ad Apollonio (da lui chiamato "Balinas"), e [[Artefio]], autore del ''[[De Vita Propaganda]]'', che affermava di essere Apollonio stesso. Apollonio viene quindi ritenuto l'ultimo grande [[iniziazione|iniziato]] dell'era pre-cristiana e a lui è attribuito il ritrovamento della [[tavola di smeraldo]]. Nella letteratura moderna lo citano, tra i tanti altri, [[Gustave Flaubert]], [[Costantino Kavafis]], [[H. P. Lovecraft]], [[Antonin Artaud]], [[Ezra Pound]] e [[Philip K. Dick]].
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