Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni: differenze tra le versioni
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[[File:Cava de' Tirreni - Abbazia territoriale della Santissima Trinità.jpg|thumb|L'Archivio dell'abbazia SS. Trinità di Cava]]
=== Archivio abbaziale ===
La nascita
Fino al secolo XVI gli atti dell'abbazia non erano facilmente rintracciabili
Il primo ordinamento fu eseguito catalogando con criteri topografici terre, feudi e benefici vari. Va ricordata
Un nuovo riordino si rese necessario e fu iniziato durante l'abbaziato di don Tiberio Ortiz intorno all'anno [[1779]] e continuò sotto il governo dell'abate dom Raffaele Pasca che volle anche la ristrutturazione delle sale dell'archivio. Il riordino fu eseguito da [[Salvatore Maria Di Blasi]] e da Emanuele Caputo che tennero conto delle nuove tecniche archivistiche che andavano diffondendosi in vari paese europei.
Nel [[1808]], l'archivio dell'abbazia fu salvato dallo smembramento, nonostante il decreto di [[Gioacchino Murat]] del 22 dicembre che istituiva a Napoli il [[Archivio di Stato di Napoli|Grande Archivio del Regno]]. In deroga al decreto fu stabilito che gli archivi delle abbazie di [[Abbazia di Montecassino|Montecassino]], Cava e [[Abbazia territoriale di Montevergine|Montevergine]] continuavano ad esistere conservando ed accrescendo le biblioteche e gli archivi posseduti.
Dopo la restaurazione borbonica, l'archivio cavense, fu più volte sottoposto ad ispezioni da parte dei soprintendenti, mandati dal ministero degli interni, che mossero alcune osservazioni circa la tenuta e l'organizzazione dell'archivio; ciò non risultò gradito ai monaci cavensi e si innescò una lunga polemica tra il ministero dell'interno e l'abate Mazzacane che nel 1824 preferì rinunciare all'abbaziato.
L'archivio fu così momentaneamente affidato a Gabriele Moccaldi e poi al nuovo archivista, il siciliano Ignazio Rossi. Si ritornò a rapporti normali tra l'abbazia ed il ministero quando, attenendosi alla legge del [[1818]], conformandosi al modello del grande Archivio napoletano, Ignazio Rossi nel [[1839]] propose, al soprintendente generale [[Antonio Spinelli]], un nuovo progetto per la formazione
Gli anni successivi, contrassegnati da fermenti politici, registrarono un momentaneo calo
==== ''Codex diplomaticus Cavensis'' ====
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[[File:Stemma STC porteria.JPG|100px|rigt|thumb|Stemma interno al pavimento porterìa dell'Abbazia SS. Trinità di Cava]]
=== XIV-XV secolo:
Il [[XIV secolo]] rappresenta per la comunità nonastica un periodo di ripiegamento su sé stessa. Fu particolarmente curata la difesa e l'amministrazione dei beni temporali, furono prodotte splendide opere d'arte, ma l'incidenza dell'azione spirituale e sociale della badia, anche a causa dei rivolgimenti politici, si esaurì quasi del tutto.
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Quando nel [[1485]] [[papa Innocenzo VIII]] conferì la commenda al cardinale [[Oliviero Carafa]], l'abbazia della Santissima Trinità aveva ormai perso il suo antico splendore di virtù e di santità. Nel monastero, nei priorati, nelle parrocchie e nelle chiese più remote i pochi monaci rimasti vivevano senza il rispetto della regola in assoluta libertà ed autonomia. Per l'abbazia della Santissima Trinità de La Cava, così come era già successo per tanti altri monasteri che da tempo versavano nelle stesse condizioni miserande, si rese necessario riformare la regola cenobitica. Il cardinale Oliviero Carafa decise di rinunciare alla commenda e riportò nel monastero benedettino la vita claustrale regolare. Pertanto, il 10 aprile [[1497]] con [[bolla pontificia|bolla]] di [[papa Alessandro VI]], il monastero cavense fu unito al movimento monastico riformato della [[Congregazione di Santa Giustina]] di [[Padova]] (detta poi [[Congregazione Cassinese|Cassinese]]). Dopo quasi un secolo di miserie così cessò di esistere l'''Ordo Cavensis''<ref name="test4-0">Massimo Buchicchio, ''Reverendissimi in Christo Patres et Domini Cardinali commendatari de la abbazia de la Sanctissima Trinità et Episcopi de la cità de La Cava''. Cava de' Tirreni 2011</ref>.
===
I monaci della congregazione, guidati da dom Bessarione da Cipro, partendo dal [[Chiesa dei Santi Severino e Sossio|monastero di San Severino e Sossio]] di Napoli, presero possesso
Ma non fu un possesso pacifico,
Il contrasto esplose quando
Ma i cavesi non si rassegnarono. Il 6 marzo [[1507]], [[Mercoledì delle Ceneri]], la popolazione capeggiata da Ferdinando Castriota, dalla famiglia Longo e da altri esponenti della università, prendendo a pretesto alcune questioni di pascoli e sfruttamento di boschi sorte con i benedettini, fece irruzione nel monastero e mise a saccheggio le celle e
Il [[Nunziatura apostolica|Nunzio apostolico]] a Napoli cardinale [[Niccolò Fieschi]], dopo circa 15 giorni, rimise i religiosi nel possesso della badia e scomunicò i cavesi.
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=== Il potere temporale dell'Abbazia, feudi e dipendenze ===
Dalla sua fondazione ai giorni nostri l'abbazia ha svolto un ruolo fondamentale nelle vicende sociali civili e religiose di molti centri dislocati nel mezzogiorno d'Italia dove estendeva il suo dominio diretto.
L<nowiki>'</nowiki>''Ordo Cavensis'', al massimo della propria potenza, aveva fittissime diramazioni in Basilicata, Calabria, Puglia, Campania e perfino a Roma. Secondo il monaco benedettino [[Paul Guillaume (storico)|Paul Guillaume]], storico ed archivista
Come ordinari immediatamente soggetti alla [[Santa Sede]], gli abati ebbero piena giurisdizione episcopale su molti centri del salernitano, [[Serramezzana|Capograssi]] (ora frazione di [[Serramezzana]]), Capolicchio (ora Cannicchio frazione di [[Pollica]]), Casalicchio (ora [[Casal Velino]]), [[Castellabate]], [[Agnone Cilento|Marittima Agnone]], [[Laureana Cilento|Matonti]] (ora frazione di [[Laureana Cilento]]), [[Ogliastro Cilento|Ogliastro]], [[Perdifumo]], [[Pertosa]], [[Polla]], [[Roccapiemonte]], [[Ceraso (Italia)|Santa Barbara]] (ora frazione di [[Ceraso (Italia)|Ceraso]]), [[Sessa Cilento|Santa Lucia]] (ora frazione di [[Sessa Cilento]]), [[San Mango]], [[Serramezzana]], [[Tramutola]], su alcune chiese di Salerno, Santa Maria de domno, Sant'Angelo a Caprullo, e sulla [[chiesa di Sant'Angelo in Grotta]] di [[Nocera Inferiore]] e di San Giovanni a mare di [[Minori (Italia)|Minori]].
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== Bibliografia ==
* Simeone Leone, ''Dalla fondazione del cenobio al secolo XVI'', in ''La badia di Cava'', edizioni Di Mauro – Cava
* Domenico Ambrasi, ''Le vicende dell'età moderna'', in ''La badia di Cava'', edizioni Di Mauro – Cava
* {{la}} Pius Bonifacius Gams, [http://www.wbc.poznan.pl/dlibra/doccontent?id=65154&dirids=1 ''Series episcoporum Ecclesiae Catholicae''], Leipzig 1931, p. 904
* {{la}} Konrad Eubel, ''Hierarchia Catholica Medii Aevi'', [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002716&mediaType=application/pdf vol. 1], p. 179; [http://sul-derivatives.stanford.edu/derivative?CSNID=00002717&mediaType=application/pdf vol. 2], p. 124
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