Italo Tibaldi: differenze tra le versioni

Il padre di Tibaldi era ufficiale di Cavalleria alla scuola di Cavalleria di [[Pinerolo]].<ref>''Se non indicato diversamente, tutte le informazioni sono tratte dalla testimonianza di Tibaldi su „Lager e deportazione“ (vedi „Collegamenti esterni“)''</ref> In seguito al disgregamento dell’esercitodell'esercito il padre si unì ad una formazione di [[Resistenza italiana|Resistenza]] e Tibaldi divenne “automaticamente“ staffetta.

Scendendo a [[Torino]] il 9 gennaio 1944 venne arrestato da italiani (e probabilmente anche tedeschi) in borghese. L’arrestoL'arresto avvenne a seguito di una delazione, di cui fu informato solo al rientro. Fu trasferito all’ufficioall'ufficio del [[Sicherheitsdienst|SD]], dove subì un interrogatorio. Il giorno dopo venne portato "alle Nuove", il carcere giudiziario della città di Torino.

Arrivati al campo situato su una collina, i deportati furono fatti spogliare, spinti nelle docce, disinfettati e portati alla baracca di [[quarantena]]. Lì avvennero la vestizione e l’immatricolazionel'immatricolazione. A Tibaldi vennero assegnati il numero di matricola 42307 e il [[Triangolo rosso (Nazismo)|Triangolo rosso]] dei deportati politici. I prigionieri non potevano uscire, né avevano compiti esterni.

Dapprima fu assegnato ad un lavoro che consisteva nel tagliare delle piante, poi al lavoro nelle gallerie. In generale gli italiani non furono ben visti nel lager, perché “la figura dell’italianodell'italiano è belligerante”. A causa della sua giovinezza e la sua attività di [[partigiano]] riuscì a farsi rispettare, in particolare dai compagni di prigionia russi.

Il 4 maggio – due giorni prima della liberazione del campo da parte delle truppe americane – il comandante del campo invitò i deportati ad andare nelle gallerie per salvaguardarli. In realtà le [[Schutzstaffel|SS]] volevano farle saltare ed uccidere tutti quanti. I prigionieri si rifiutarono di obbedire all’ordineall'ordine e il personale del campo fuggì.

Tibaldi pesava appena 36 chili e venne ricoverato all’ospedaleall'ospedale americano a [[Salisburgo]], che era stato istituito in una caserma. In seguito fu portato all’ospedaleall'ospedale militare di [[Bolzano]]. Lì trovò qualcuno che lo portò fino a [[Milano]]. Già a Milano cominciò il primo duro impatto: erano i familiari che chiedevano notizie riguardanti i figli, i fratelli, eccetera.

Più tardi Tibaldi entrò nel Comune di Torino come [[geometra]]. Trasferitosi a Vico Canavese, divenne dapprima sindaco e poi presidente della Comunità Montana Valchiusella. Si dette inoltre alla ricerca e pubblicò un’operaun'opera preziosa sui trasporti dall’Italiadall'Italia ai lager nazisti.