Pietro II Dal Verme: differenze tra le versioni

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Prese parte anche alla guerra contro i veneziani in aiuto del duca di [[Ferrara]]. Era suo destino, che rimasto vedovo, dovesse acconsentire alle nozze con Chiara Sforza, ebbe in dote i feudi di [[Mandello del Lario]], [[Varenna]] e [[Bellano]], ma le nozze ebbero esito tragico, egli morì di veleno propinatogli da questa, il 17 ottobre [[1485]]. I beni di Pietro, nonostante le proteste dei fratelli Taddeo e Giovanni, furono confiscati da [[Ludovico il Moro]], compreso il palazzo di [[Broletto]], donato da costui all'amante [[Cecilia Gallerani]], moglie di [[Leopoldo Bergamini]]. Chiara Sforza ebbe i feudi di [[Mandello del Lario]], [[Varenna]] e [[Bellano]] in appannaggio fino al [[1494]] e definitivi dal [[1513]], ed inoltre la meta assieme ai Dal Verme dei feudi di Pieve di Incino e della Valsassina. Le contee di Bobbio, Voghera, la signoria di Castel San Giovanni e tutti feudi vermeschi sono assegnati al conte Galeazzo [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino]], che nel [[1516]] diverrà marchese di Bobbio, il cui feudo ingloberà tutti i feudi dei Dal Verme, con quelli malaspiniani del territorio bobbiese, vogherese e dell'Oltrepò.<ref>{{Cita|M. Tosi|p. 74}}.</ref>
 
Morì nel [[1485]] a Voghera, avvelenato dalla seconda moglie. Mandante dell’omicidiodell'omicidio fu Ludovico il Moro.
 
== Discendenza ==