Niccolò Menghini: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Il Menghini si forma a Roma, dove nacque, probabilmente nell’orbitanell'orbita di [[Gian Lorenzo Bernini]], con il quale collaborò in varie occasioni. Già dal [[1632]] risulta essere al servizio della famiglia [[Barberini]], sotto la protezione del cardinale [[Francesco Barberini (cardinale 1623)|Francesco]], che lo sosterrà per tutta la sua carriera. In particolare, svolse per i Barberini attività legate al restauro e alla cura della collezione di sculture antiche e dell'epoca.
 
Fin dalle sue prime opere scultoree appaiono compiutamente espresse alcune caratteristiche peculiari del suo stile, come la resa di corpi massicci e tondeggianti, l’usol'uso di un panneggio dalle pieghe ridondanti e delle linee prodotte dall’ombradall'ombra in funzione disegnativa. L’originalitàL'originalità di queste concezioni contrasta a volte con l’inadeguatezzal'inadeguatezza dell’esecuzionedell'esecuzione, con il risultato di una scultura piuttosto statica, perfino goffa in alcuni passaggi relativi al movimento delle braccia in ''Santa Martina giacente'' nella [[chiesa dei Santi Luca e Martina]].
Nel [[1636]] lavora anche nella [[basilica di San Pietro in Vaticano]] sotto la direzione del Bernini dove passa con grande maestria dal bassorilievo al tutto tondo nella realizzazione di un ''Angelo col sudario'', sfruttando il contrasto cromatico tra il bianco delle figure e lo sfondo marmoreo della nicchia in cui l'opera è collocata. Quest’operaQuest'opera può considerarsi il capolavoro del Menghini, in parte probabilmente aiutato dal disegno concepito da Bernini.
 
Nel [[1639]] si dedicò al restauro di alcune statue antiche rinvenute a [[Ostia (Roma)|Ostia]].
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==Opere==
* ''Santa Martina giacente'', [[1635]], sotto la mensa dell’altaredell'altare della chiesa dei Santi Luca e Martina, Roma
* Bassorilievo dell’''Angelo col sudario'', [[1636]], per una delle nicchie delle reliquie nella basilica di San Pietro, Roma
* Allestimenti per la ''[[Quarantore|Festa delle Quarantore]]'' per la [[chiesa del Gesù]] del [[1640]] e [[1646]]
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==Bibliografia==
* O. Ferrari, S. Papaldo, ''Le sculture del Seicento a Roma'', Roma, 1999
* M. Fagiolo Dell’ArcoDell'Arco, S. Carandini, ''L’effimeroL'effimero barocco: strutture della festa nella Roma del Seicento'', Roma 1977
 
==Collegamenti esterni==