Giovanni Spadolini: differenze tra le versioni
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==Biografia==
===Formazione culturale ed attività giornalistica===
Nacque in una famiglia [[Borghesia|borghese]]: il padre [[Guido Spadolini]] era un [[pittore]] [[macchiaioli|macchiaiolo]], proprietario di una grande [[biblioteca]] nella quale il giovane Giovanni studiò ed iniziò a formare la sua cultura ispirata ai valori [[Laicità|laici]], [[Liberaldemocrazia|liberaldemocratici]] e [[Repubblicanesimo|repubblicani]]. Esordì nel [[1944]] sul periodico [[Fascismo|fascista]] vicino al [[filosofo]] [[Idealismo|idealista]] [[Giovanni Gentile]] ''Italia e civiltà'' dove, nel numero del 15 febbraio [[1944]], lamentava che il [[fascismo]] avesse perso "a poco a poco la sua agilità e il suo dinamismo rivoluzionario, proprio mentre riaffioravano i rimasugli della [[massoneria]], i rottami del [[liberalismo]], i detriti del [[giudaismo]]", posizioni radicalmente riviste in seguito, quando divenne uno dei più forti sostenitori di [[Israele]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1992/marzo/23/Israele_accoglie_vecchio_amico_Spadolini_co_0_920323266.shtml Israele accoglie il "vecchio amico" Spadolini]
Durante la [[Resistenza Italiana|Resistenza]], aderì alla [[Repubblica Sociale Italiana]].<ref>G. Spadolini, Responsabilità, in Italia e Civiltà, 15 gennaio 1944</ref> Nel [[secondo dopoguerra]] Spadolini divenne giornalista, collaborando dal [[1947]] al [[quotidiano]] [[roma]]no ''[[Il Messaggero]]'', diretto da [[Mario Missiroli (giornalista)|Mario Missiroli]], e, nel [[1950]], a ''[[Il Borghese]]'' di [[Leo Longanesi]] (che, in quell'anno, gli pubblicò il [[saggio]] d'esordio ''Il Papato socialista''), passando poi al concorrente ''[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]'', diretto da [[Mario Pannunzio]], di ispirazione [[liberalsocialismo|liberalsocialista]]<ref>Lo storico fiorentino scrisse per un certo periodo di tempo, sia sul Mondo sia sul Borghese, poi – rilevata l'impossibilità di scrivere per entrambi - scelse di continuare a collaborare solo col primo.</ref>. Nel [[1953]] venne chiamato al ''[[Corriere della Sera]]'' come [[editorialista]] da Missiroli, che era passato nel frattempo alla guida del quotidiano milanese
Dopo soli due anni divenne direttore di un quotidiano, salendo alla guida del ''[[Resto del Carlino]]'', ad appena 29 anni. Mantenne l'incarico per tredici anni (un periodo insolitamente lungo per il quotidiano [[Bologna|bolognese]]), fino al [[1968]], quando, succedendo ad [[Alfio Russo]], divenne direttore del ''Corriere della Sera'' (in verità era stato in predicato per la direzione del ''Corriere'' già nel [[1961]], essendo ritenuto il pupillo del direttore uscente Missiroli, ma l'opposizione manifestata dagli elementi più autorevoli della [[redazione]] e una frattura insorta in seno alla famiglia Crespi mandò a monte il progetto e, al posto di Spadolini, fu designato Russo).
Spadolini avvicinò nettamente la linea politica del giornale al [[centrosinistra]]. La sua esperienza al giornale fu più breve della media (di solito i contratti dei direttori del ''Corriere'' duravano cinque anni) poiché si concluse con il [[licenziamento]] anticipato, nel marzo [[1972]]. Nel maggio di quell'anno dovevano tenersi le [[Elezioni politiche italiane del 1972|elezioni politiche]] anticipate, e [[Indro Montanelli]] suggerì a [[Ugo La Malfa]], che gli aveva offerto un collegio [[Senato della Repubblica|senatoriale]] sicuro, di candidare Spadolini al suo posto<ref>[[Indro Montanelli]]: ''I conti con me stesso'' ([[2009]]). In ''Corone e maschere - ritratti d'Oriente e Occidente'', (2001), [[Enzo Bettiza]] sostiene invece che Spadolini avrebbe domandato a [[Giovanni Malagodi]], segretario del [[Partito Liberale Italiano|PLI]], il collegio senatoriale di [[Milano]] centro e, vistoselo rifiutare, avrebbe fatto la stessa richiesta a La Malfa. Secondo [[Franco Di Bella]], ''Corriere segreto'' (1983), pag. 131, a Spadolini sarebbero pervenute tre offerte di candidatura: da parte del PLI, del [[PSDI]] e del [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]]. Spadolini andò a pranzo con [[Ugo La Malfa]] e [[Indro Montanelli]] e accettò la proposta del presidente del PRI.</ref>. Spadolini fu eletto nelle liste del [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]] come indipendente, iniziando una brillante carriera politica.
[[File:Giovanni Spadolini presidente del Senato.jpg|thumb|left|Spadolini sullo scranno di [[Presidente del Senato della Repubblica]].]]
[[File:Sandro Pertini e Giovanni Spadolini.jpg|thumb|left|Giovanni Spadolini (sulla destra) con [[Sandro Pertini]]. A sin. [[Emilio Colombo]].]]
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Fu chiamato dalla Facoltà di [[Scienze politiche]] dell'[[Università di Firenze]], il cui preside, [[Giuseppe Maranini]], era stato colpito dai suoi scritti. L'ateneo fiorentino istituì appositamente per lui una cattedra in [[Storia contemporanea]] alla "[[Istituto Cesare Alfieri|Cesare Alfieri]]". Fu autore di numerosi saggi sulla [[storia italiana]] tra [[XIX secolo|Otto]] e [[XX secolo|Novecento]], incentrati sui movimenti [[cattolicesimo|cattolici]], radicali e repubblicani. Nel [[1967]] fonda a Firenze, insieme al celebre costituzionalista Silvano Tosi e a [[Paolo Barile]], il [[Seminario di Studi e Ricerche Parlamentari]] di [[piazza dell'Indipendenza (Firenze)|piazza dell'Indipendenza]], istituto al quale accedono i migliori laureati italiani in discipline giuridiche e politiche.
Anche in seguito, pur nel fervore dell'attività politica, mai trascurò l'impegno intellettuale e culturale: fu dal 1956 (formalmente dal 1972) alla morte direttore del periodo ''[[Nuova Antologia]]''<ref>Essendo direttore del ''Resto del Carlino'' dal 1955, non poteva assumere ufficialmente la carica di direttore: fu quindi adottata la formula del Comitato direttivo, di cui Spadolini faceva parte. Assunse la direzione formale del periodico appunto nel 1972, dopo aver lasciato il ''Corriere della Sera''.</ref> e per 18 anni (dal [[1976]] alla
===Attività politica===
Eletto senatore come indipendente nel PRI alle elezioni politiche del [[1972]] (vedi ''sopra''), nel [[1974]] fu "creatore" e primo [[ministro]] dotato di portafoglio dei [[Ministri per i beni culturali e ambientali della Repubblica Italiana|Ministro per i beni culturali e ambientali]] (le competenze del nuovo ministero spettavano precedentemente al [[Ministero della pubblica istruzione]] e al [[Ministero dell'interno]]) nel [[Governo Moro IV|governo]] "bicolore" Dc-Pri presieduto da [[Aldo Moro]] (il cosiddetto governo "Moro-La Malfa"). Nel [[1979]] fu per pochi mesi ministro della Pubblica Istruzione e fu eletto segretario nazionale del Partito Repubblicano.
Nell'agosto di quell'anno ricostituì un governo perfettamente identico al precedente (lo "Spadolini-''bis''", ribattezzato dai [[Partito Radicale (Italia)|radicali]] "la minestra riscaldata"), ma in novembre dovette dimettersi a causa del disimpegno del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] di [[Bettino Craxi]]. Nell'ottobre [[1982]] il leader [[Palestina|palestinese]] [[Yasser Arafat]] si recò in visita ufficiale in [[Italia]] e in [[Vaticano]], visita in cui fu accolto dal [[presidente della Repubblica italiana]]
Gli unici a rifiutarsi d'incontrare Arafat furono proprio il presidente del consiglio, Giovanni Spadolini, e i [[Partito Radicale (Italia)|radicali]] di [[Marco Pannella]] ed [[Emma Bonino]].<ref name="ilpost.it"/> Grazie al cosiddetto "effetto Spadolini", alle [[Elezioni politiche italiane del 1983|elezioni politiche anticipate del 1983]], per la prima volta nella sua storia, il PRI supererà il 5% dei voti alla [[Camera dei deputati]]; in alcune grandi città come [[Torino]] diventerà il terzo partito, dietro DC e [[Partito Comunista Italiano|PCI]], ma davanti ai [[Partito Socialista Italiano|socialisti]].
Dal [[1983]] al [[1987]] fu [[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|Ministro della difesa]] sia nel [[Governo Craxi I|primo]] che nel [[Governo Craxi II|secondo]] dei due governi presieduti da
Quell'episodio riconfermò il suo [[atlantismo]], che in quegli anni andava sempre più assumendo caratteristiche minoritarie nella politica estera italiana: già nel [[1982]] aveva dovuto subire una presa di posizione italiana di equidistanza tra [[Londra]] e [[Buenos Aires]], nel [[Guerra delle Falkland|conflitto delle Falkland]], in ragione della piega [[Terzo mondo|terzomondista]] presa – una volta tanto unitariamente – dai due principali partiti alleati del suo governo, la [[Democrazia Cristiana|DC]] ed il [[Partito Socialista Italiano|PSI]].
Successivamente, schiacciato dal "CAF" (l'alleanza [[Bettino Craxi|Craxi]]-[[Giulio Andreotti|Andreotti]]-[[Arnaldo Forlani|Forlani]]), non partecipò più alle altre compagini governative di [[Pentapartito]]. Dal [[1987]] al [[1994]] fu Presidente del [[Senato della Repubblica]] con il consenso sia della maggioranza di pentapartito sia dell'opposizione di sinistra.▼
▲Successivamente, schiacciato dal "CAF" (l'alleanza
Il 26 giugno [[1989]], in séguito alla crisi del [[Governo De Mita]], il [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente]] [[Francesco Cossiga|Cossiga]] gli affidò un ''incarico esplorativo'' per la formazione di un nuovo governo. L'11 luglio Spadolini, non essendo riuscito a trovare una maggioranza, restituì l'incarico a Cossiga che, dopo aver richiamato [[Ciriaco De Mita|De Mita]], conferirà l'incarico ad [[Giulio Andreotti|Andreotti]].▼
▲Il 26 giugno [[1989]], in séguito alla crisi del [[Governo De Mita]], il
Nel [[1991]] venne nominato [[senatore a vita (diritto italiano)|senatore a vita]] dal presidente della Repubblica Cossiga. Nel [[1994]] fu riproposto per la presidenza del [[Senato della Repubblica|Senato]] e sostenuto dai poli di centro e sinistra, ma venne sconfitto per un solo voto da [[Carlo Scognamiglio]], sostenuto dal [[Polo delle Libertà]]. Si spense poco dopo a [[Roma]], a causa di un tumore, il 4 agosto [[1994]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/05/morto_Spadolini_grande_italiano_co_0_9408058167.shtml?refresh_ce-cp, È morto Spadolini, grande italiano]</ref>▼
▲Nel [[1991]] venne nominato [[senatore a vita (diritto italiano)|senatore a vita]] dal presidente della Repubblica Cossiga. Nel [[1994]] fu riproposto per la presidenza del [[Senato della Repubblica|Senato]] e sostenuto dai poli di centro e sinistra, ma venne sconfitto per un solo voto da [[Carlo Scognamiglio]], sostenuto dal [[Polo delle Libertà]]<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/3f53dd09981be9ea9fd82afae719b73b_19940416_senato-il-rettore-scognamiglio-batte-il-professore-spadolini/ ''Senato: il rettore Scognamiglio batte il professore Spadolini''], agi.it, 16 aprile 1994.</ref>. Si spense poco dopo a [[Roma]], a causa di un tumore, il 4 agosto [[1994]].<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1994/agosto/05/morto_Spadolini_grande_italiano_co_0_9408058167.shtml?refresh_ce-cp, È morto Spadolini, grande italiano]</ref>
==Giudizio storico e riconoscimenti==
[[File:Cimitero delle porte sante, tomba di giovanni spadolini 02.JPG|thumb|La tomba di Spadolini al [[cimitero delle Porte Sante]] a [[Firenze]].]]
Nonostante il suo partito non fosse rimasto immune dalle inchieste sulla [[corruzione]] nell'ambito del processo "[[Mani pulite]]", fu uno dei politici di area governativa a non essere sfiorato dalle indagini di [[Tangentopoli]]. È considerato da molti uno dei migliori statisti italiani, apprezzato per la sua profonda cultura d'intellettuale e la passione civica per la [[Storia d'Italia|storia nazionale]]<ref>[http://www.torrossa.it/resources/10.1400/165484 Maurizio Serra, ''Spadolini statista fra due mondi'']</ref><ref>[http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/05/08/502189-modello_spadolini_bologna_rende_omaggio_allo_statista_direttore_resto_carlino.shtml Modello Spadolini: Bologna rende omaggio allo statista e direttore del Resto del Carlino]</ref>. [[Ateismo|Ateo]] da sempre, parte della stampa ha sostenuto che si fosse convertito prima di spegnersi; tuttavia non ci sono le conferme per avallare questa ipotesi.<ref>Luca Cardinalini, Giuseppe Cardoni, ''STTL. La terra ti sia lieve'', DeriveApprodi, 2006, (ISBN 9788888738918)</ref>
È sepolto nella natìa [[Firenze]] nel ''prato d'onore'' del [[cimitero delle Porte Sante]] della [[Basilica di San Miniato al Monte]]. Sulla lapide, di marmo bianco, oltre a esservi perennemente un [[tricolore]] che sventola, è riprodotta la sua firma con la scritta: ''Un italiano'' (la stessa che appare sulla tomba di [[Giuseppe Mazzini]], l'[[intellettuale]] più amato da Spadolini).▼
▲Stupì moltissimo la celebrazione dei [[funerali di stato]] nella [[Basilica di Santa Maria sopra Minerva]] officiata dal cardinale [[Achille Silvestrini]], per quello che era stato uno dei più strenui difensori della laicità. Il leader radicale [[Marco Pannella]], a tal proposito, protestò fuori della chiesa, chiedendo un rito separato. È sepolto nella natìa [[Firenze]] nel ''prato d'onore'' del [[cimitero delle Porte Sante]] della [[Basilica di San Miniato al Monte]]. Sulla lapide, di marmo bianco, oltre a esservi perennemente un [[tricolore]] che sventola, è riprodotta la sua firma con la scritta: ''Un italiano'' (la stessa che appare sulla tomba di [[Giuseppe Mazzini]], l'[[intellettuale]] più amato da Spadolini).
La ''[[Fondazione Spadolini Nuova Antologia|Fondazione Nuova Antologia]]'' da lui fondata, attualmente diretta dal professor Cosimo Ceccuti, si chiama oggi anche ''Fondazione Giovanni Spadolini'' e si occupa della gestione e promozione della sua figura, della valorizzazione della casa-museo in [[Pian dei Giullari]] e della conservazione della ricchissima [[biblioteca]]. La biblioteca del Senato, che nel [[2003]] ha completato il trasferimento nella nuova sede da lui voluta (acquisendo l'edificio che in altra epoca aveva ospitato il [[Ministero della pubblica istruzione]]) in [[piazza della Minerva]] a [[Roma]], ha assunto, in suo onore, la denominazione "Biblioteca Giovanni Spadolini"
==Onorificenze==
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|carica = Direttore della [[Nuova Antologia]]
|immagine =
|periodo = gennaio [[1956]] – agosto [[1994]]
|precedente = [[Mario Ferrara (1892-1956)|Mario Ferrara]]
|successivo = [[Cosimo Ceccuti]]
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